Crolla in tutta Europa il favore popolare per il sostegno militare all’Ucraina “fino alla vittoria“, mentre cresce la spinta per una soluzione di compromesso. A mostrarlo è un sondaggio dell’istituto YouGov pubblicato dal quotidiano britannico Guardian, condotto tra il 3 e il 18 dicembre su un campione di migliaia di persone in sette Paesi: Svezia, Danimarca, Regno Unito, Germania, Spagna, Francia e Italia. In quattro di questi Stati, ormai, la maggioranza degli intervistati preferirebbe “incoraggiare una fine negoziata dei combattimenti, anche se la Russia controlla ancora alcune parti dell’Ucraina”, rispetto all’opzione di “supportare l’Ucraina finché la Russia si ritira, anche ciò significa far durare di più la guerra”. La soluzione negoziale ottiene il consenso più alto in Italia: il 55%, contro appena il 15% che insiste per la guerra a oltranza. Seguono la Spagna con il 46% (contro il 25%), la Germania con il 45% (contro il 28%), e la Francia con il 43% (contro il 23%). Rispetto a un anno fa, cioè al gennaio 2024, la quota dei favorevoli al dialogo è cresciuta di dieci punti percentuali nel nostro Paese, di otto punti in Spagna e in Francia, di sette in Germania.
Il sostegno incondizionato all’Ucraina, invece, continua a convincere la maggioranza dei cittadini in Svezia, con il 50% di scelte per questa opzione (contro il 24% per il compromesso), in Danimarca con il 40% (contro il 34%), in Uk con il 36% (contro il 32%). Anche in questi Paesi, però, nell’ultimo anno il consenso per la guerra “fino alla vittoria” è crollato: a gennaio, infatti, era rispettivamente al 57% in Svezia, al 51% in Danimarca e al 50% nel Regno Unito. A febbraio 2023, invece – cioè un anno dopo l’invasione su larga scala da parte delle armate di Mosca – in tutti i Paesi presi in esame prevaleva il favore per il conflitto a oltranza, escluse l’Italia e (con un margine risicatissimo) la Francia.
Agli intervistati è stato chiesto anche se considerino il sostegno militare occidentale all’Ucraina sufficiente a non far prevalere la Russia: qui la maggioranza ha risposto in modo negativo in tutti i Paesi, con percentuali che vanno dal 66% in Danimarca al 52% in Francia, passando per il 53% dell’Italia. Alla successiva domanda, cioè se gli Stati dovrebbero aumentare gli invii di armi, solo una minoranza risponde però affermativamente: il valore più alto è il 29% della Svezia, il più basso l’11% italiano. Il nostro Paese invece ha la quota più alta di intervistati secondo cui il sostegno andrebbe ridotto: il 39%, contro il 35% della Germania, il 30% della Francia, il 22% di Danimarca e Spagna, il 18% del Regno Unito e il 15% della Svezia.