Le procedure chirurgiche - il prelievo della parte sinistra del fegato dal papà e il trapianto nella bimba - sono durate circa 16 ore
La bimba, che oggi ha 11 mesi, era affetta da una grave cirrosi epatica scompensata dopo il fallimento di due interventi chirurgici svolti in Grecia nel tentativo di riparare una malformazione (l’atresia delle vie biliari). Lo scorso agosto era stata portata a Torino, ricoverata all’ospedale infantile Regina Margherita e inserita nelle liste di attesa. Ma […]
La bimba, che oggi ha 11 mesi, era affetta da una grave cirrosi epatica scompensata dopo il fallimento di due interventi chirurgici svolti in Grecia nel tentativo di riparare una malformazione (l’atresia delle vie biliari). Lo scorso agosto era stata portata a Torino, ricoverata all’ospedale infantile Regina Margherita e inserita nelle liste di attesa. Ma non arrivano valide offerte di donazione di fegato da soggetto deceduto, così il papà – cittadino greco – ha deciso di donare una parte del suo fegato per salvare la vita della piccola. L’intervento è riuscito ed entrambi i pazienti oggi stanno bene.
Il trapianto è stato eseguito nei giorni scorsi a Torino nel presidio sanitario delle Molinette. Si è trattato del primo trapianto di fegato pediatrico eseguito in Piemonte nell’ambito di una specifica collaborazione fra Italia e Grecia sotto l’egida del Centro nazionale trapianti di Roma.
Gli interventi – il prelievo della parte sinistra del fegato dal papà e il trapianto nella bimba – si sono svolti in contemporanea presso il blocco operatorio della Chirurgia trapianto fegato delle Molinette. Le procedure chirurgiche sono durate circa 16 ore e sono state eseguite da Renato Romagnoli, insieme con la sua équipe, in collaborazione con gli specialisti di Anestesia e rianimazione 2, diretta da Roberto Balagna.
Particolarmente complesso è stato l’impianto del fegato nella piccola paziente, che pesa meno di 8 chilogrammi: la severa ipoplasia della sua vena porta ha richiesto la sostituzione con prelievo ed autotrapianto di vena giugulare della bimba. Alla fine tutto è andato bene, entrambi stanno bene: il papà è stato dimesso, la figlia invece è degente nell’Area semintensiva chirurgica.
“Ancora una volta una grande Azienda ospedaliero-universitaria italiana come la Città della Salute – ha commentato Giovanni La Valle, direttore generale del presidio – è riuscita in tempi rapidi a dare una risposta efficace ad un così grave problema di salute di una bambina proveniente da un altro Paese dell’Unione europea”. “La sanità piemontese si conferma un punto di riferimento di eccellenza per la sanità italiana ed anche internazionale, soprattutto nel campo dei trapianti. Un grande applauso ai nostri professionisti e al papà che, con un grande gesto, ha salvato la vita della piccola figlia come miglior dono di Natale”, ha dichiarato Federico Riboldi, assessore regionale alla sanità in Piemonte.