“All’inizio, è stato davvero spaventoso. È stato uno choc culturale”. Con queste parole, Damiano David, ex frontman dei Måneskin e ora cantante solista, descrive il suo trasferimento a Los Angeles, dove ha realizzato il suo primo album da solista, in uscita nel 2025. L’artista si racconta senza filtri nel primo numero del 2025 di Vogue Italia, in un’intervista esclusiva con il premio Pulitzer Andrew Sean Greer. Damiano, fotografato da Steven Klein, parla della sua nuova vita a Los Angeles, delle collaborazioni con artisti del calibro di Bon Jovi e Bruce Springsteen, del suo rapporto con la moda e delle sue paure.
Il trasferimento a Los Angeles è stato un vero e proprio salto nel buio per Damiano, che ha dovuto affrontare uno “choc culturale” e la solitudine di una città molto diversa da Roma. “Non ci sono bar o locali con posti a sedere all’esterno, né piazze dove la gente si ritrova”, racconta il cantante. “È una città in cui non si cammina, mentre a Roma non si fa altro… Los Angeles, a volte, sembra un deserto, ti fa sentire un po’ solo”.
Nonostante le difficoltà iniziali, la città della California ha offerto a Damiano l’opportunità di reinventarsi: “Non avevo un background e, in pratica, potevo essere chiunque volessi”, spiega. “Questo mi ha permesso di mettere da parte tutto quello che avevo fatto fino a quel momento e di costruire il mio ambiente da zero“. Lì ha avuto la fortuna di collaborare con grandi nomi della musica, come Bon Jovi, Labrinth, Bruce Springsteen e Mick Jagger: “Le migliori sono quelle più tranquille”, rivela. “Poi ci sono persone che sono sì grandi, ma che non sono affatto tranquille. Vogliono avere questa aura che è… finta, è una maschera. Si tratta di insicurezza”.
Il cantante, noto per il suo stile eccentrico, parla anche del suo rapporto con la moda: “Amo l’abbigliamento, mi piace il fatto che abiti diversi possano dare sensazioni diverse. Direi che la moda è uno strumento efficace, un eccellente modo per comunicare”. Quindi Damiano confessa di temere le “trappole” del successo: “Ce ne sono così tante. Credo che il segreto, in questo lavoro, sia la coerenza”, afferma. “So chi sono come artista e, se questo album fa flop, non sarà un verdetto sul mio talento: significherà solo che era il momento sbagliato. Farò un altro album, che un giorno funzionerà, perché so di essere in grado di farlo. Quindi, sì, direi che ho paura di cadere nella trappola della produzione in serie e della fama. Perché l’ho fatto, mi è successo. Ne ero ossessionato, tre anni fa”.
Il primo album da solista di Damiano segna un allontanamento dalle sonorità rock dei Måneskin: “È un vero e proprio viaggio introspettivo”, anticipato dai singoli “Silverlines” e “Born With a Broken Heart”. Un sound più maturo e riflessivo, con influenze pop e cantautorali.