I rapporti tra Pakistan e Stati Uniti, in passato alleati nella lotta al terrorismo, sono ai minimi storici e le parole di John Finer, vice Consigliere per la Sicurezza Nazionale dell’amministrazione Biden, confermano una nuova rottura tra le parti. Finer, le cui parole sono riportate dalla Reuters, ha spiegato all’istituto Carnegie Endowment for International Peace che lo sviluppo di un programma missilistico a lungo raggio da parte di Islamabad rende il Pakistan “una minaccia emergente” e che sé questa tendenza continuerà “il Pakistan avrà la capacità di colpire molto al di fuori dei confini dell’Asia Meridionale, Stati Uniti inclusi”. Due importanti funzionari dell’Amministrazione Biden hanno chiarito alla Reuters che le preoccupazioni statunitensi per il programma missilistico di Islamabad sono presenti da tempo e sono legate alla grandezza dei vettori che sono in fase di sviluppo. I funzionari hanno aggiunto i commenti di Finer intendono mettere pressione al Pakistan per spiegare il perché si è deciso di puntare su motori missilistici più performanti. Washington ha inoltre varato una nuova serie di sanzioni contro Islamabad riguardanti questo progetto e per la prima volta le misure hanno preso di mira l’agenzia statale che si occupa della questione.
I rapporti tra Stati Uniti e Pakistan hanno sperimentato fasi di alti e bassi nel corso degli ultimi decenni e sono stati minati dall’avvicinamento dell’amministrazione Biden all’India del premier nazionalista Narendra Modi. Nuova Delhi è un’acerrima nemica di Islamabad ed il governo pakistano ha spiegato che lo status di potenza nucleare ed i programmi missilistici sono intesi come deterrente contro l’India e come fattore di mantenimento della stabilità regionale. La linea che verrà perseguita da Trump potrebbe provocare nuove fratture con Islamabad perché diversi esponenti importanti scelti dallo stesso presidente eletto sono considerati più vicini all’India che al Pakistan. Non è detto, poi, che il nuovo Capo di Stato intenda investire politicamente sui rapporti con una nazione instabile e problematica con il Pakistan, soggetto ad un grave crisi economica e preda di diversi fronti d’instabilità interna.
L’allontanamento di Washington ha favorito un potenziamento delle relazioni con la Russia e con la Cina, già partner di riferimento regionale di Islamabad. Pechino ha investito nella nazione asiatica grazie al corridoio economico Cina-Pakistan, parte della più ampia Nuova Via della Seta ed Islamabad ha aderito, nel 2017, all’Organizzazione di Cooperazione di Shangai, un forum internazionale sulla sicurezza dominato proprio da Mosca e Pechino. I rapporti con il Cremlino hanno conosciuto una nuova fase di espansione grazie all’accordo per la partecipazione russa alla costruzione del gasdotto tra Karachi e Lahore mentre nel 2022 si sono svolte le prime esercitazioni militari congiunte tra gli eserciti dei due Stati. L’invasione dell’Ucraina hanno potenziato gli scambi commerciali bilaterali che hanno raggiunto il miliardo di dollari nel 2024. Non mancano, però, alcuni ostacoli ad un’ulteriore penetrazione di Mosca sul campo.
La Russia e l’India intrattengono relazioni proficue in diversi ambiti, incluso quello delle forniture militari ed un eccessivo avvicinamento di Mosca ad Islamabad rischia di allontanare Nuova Delhi provocando la perdita di un alleato strategico. Il Pakistan dipende dai prestiti del Fondo Monetario Internazionale per la propria sopravvivenza economica e non può permettersi di alienarsi le simpatie di un’importanza istituzione filo-occidentale. L’instabilità interna costituisce, poi, un limite e le vicende che coinvolgono l’ex premier Imran Khan, agli arresti ed oggetto di diverse accuse, lo dimostrano. I seguaci di Khan hanno dimostrato per chiedere il rilascio del leader politico arrivando a scontrarsi con le forze di sicurezza ed il suo futuro appare incerto. Nel Paese operano diversi gruppi terroristici, dai separatisti del Belucistan a formazioni legate all’estremismo islamico, che compiono periodici attentati e rendono complessa la convivenza con le minoranze religiose.