In caso di incidente aereo, chi è seduto nelle ultime file ha più possibilità di sopravvivere rispetto al resto dei passeggeri. È quanto emerge da una recente analisi condotta da Il Corriere, che ha consultato i database dell’ente americano d’aviazione (Faa) e, numeri alla mano, analizzato i dettagli di disastri negli Usa e nel resto del mondo in cui erano disponibili la configurazione interna dei posti e le conseguenze fisiche dell’impatto – dalle modalità dei decessi al tipo di ferite riportate – su chi viaggiava. Dall’indagine sono emersi i dettagli di 50 schianti dal 1969 al 2013 con un risultato chiaro: alcune porzioni di cabina sono più sicure di altre. A metà tra le ali e la coda, a metà tra i due corridoi (in un velivolo per tratte intercontinentali) o con un affaccio su un corridoio, i passeggeri hanno il 74% di probabilità di uscire indenni in caso di incidente.
Molti dei sopravvissuti del volo di Azerbaijan Airlines precipitato in Kazakistan pochi giorni fa (dopo esser stato colpito, accusa il governo azero, da un missile lanciato dai russi) si trovavano infatti nella parte posteriore del velivolo. Le vittime, inclusi i piloti e un’assistente di volo, erano invece nella parte anteriore del mezzo al momento del disastro. Insomma, più in fondo ci si siede, più aumentano le chance di sopravvivere. Stando ai numeri raccolti dal Corriere, si va dal 40% di possibilità in First o Business al 57% nel settore successivo fino alle ali. Percentuale che sale al 62% per i posti dopo le ali e al 70% nelle ultime dieci file circa. Il picco, al 74%, per i sedili sul retro nel lato corridoio (Airbus A320 o Boeing 737) o tra i due corridoi nei velivoli più grandi.
La statistica spiega tanto, ma ogni incidente ha le proprie variabili e la possibilità di sopravvivenza dipende da molteplici fattori, come il luogo in cui si precipita e a quale velocità. A molti, volare incute timore. Eppure, è il modo meno pericoloso per spostarsi. Lo testimoniano i numeri forniti dall’associazione internazionale delle aviolinee (Iata): rispetto agli anni Sessanta e Settanta, la mortalità sulle tratte aeree è diminuita del 97% e il 2023 è stato l’anno più sicuro in quota. Secondo il docente dell’università di Greenwich Ed Galea, quando si verifica un incidente la maggior parte dei passeggeri perde la vita perché non riesce ad abbandonare il velivolo entro la soglia dei 90 secondi fissati dallo standard internazionale. Inoltre, dopo aver analizzato numerosi incidenti aerei e incontrato diversi sopravvissuti, il professore è giunto a formulare la cosiddetta “regola delle 5 file”, teoria secondo la quale chi è seduto a massimo cinque file di distanza da un’uscita di emergenza ha più possibilità di salvarsi.
Non è tutto. Ben Sherwood – autore de “Il club dei sopravvissuti, un viaggi alla scoperta della faccia nascosta della vita (e della morte)” – spiega che l’80% dei disastri aerei accade nei tre minuti successivi al decollo o negli otto prima dell’atterraggio. Motivo per cui è buona norma ascoltare e guardare con attenzione le dimostrazioni di sicurezza, non distrarsi con musica nelle cuffie nelle fasi cruciali del volo, non dormire, non togliere le scarpe, non indossare abiti scomodi o ingerire eccessive quantità di farmaci.