Il 2025 è per la chiesa cattolica un anno giubilare iniziato a Natale con le commemorazioni della nascita di Gesù e l’apertura della porta santa. Questo è un anno magico nella tradizione cristiana e giudaica. Il primo Giubileo della Chiesa Cattolica fu proclamato da Papa Bonifacio VIII nel 1300. Da allora, i Giubilei ordinari si sono verificati ogni 25 anni, anche se ci sono stati Giubilei straordinari proclamati in occasioni speciali.
Nella tradizione giudaica, il Giubileo, o “Yovel” in ebraico, affonda le radici nella Torah, la Bibbia ebraica, specificamente nel Libro del Levitico. Secondo la legge mosaica, il Giubileo si verificava ogni cinquant’anni all’insegna della liberazione e della restituzione. Che significa? Che gli schiavi venivano liberati, i debiti cancellati e le terre restituite ai loro proprietari originali: le terre che erano state vendute o perse ritornavano ai proprietari originali. Questo aiutava a prevenire l’accumulo di ricchezza e potere in poche mani e garantiva che ogni famiglia avesse la possibilità di mantenere la propria eredità.
Il Giubileo era anche un anno sabatico per la natura, non si lavorava la terra che invece veniva lasciata riposare. Ma soprattutto era un periodo di rinnovamento spirituale e sociale, in cui si cercava di ristabilire l’equità e la giustizia all’interno della società.
In termini moderni il Giubileo può essere descritto come un reset societario che garantiva giustizia, equità e magnanimità, attributi essenziali per una società sana e che inevitabilmente si perdono nel corso del tempo, sopraffatti da ambizioni, passioni e desiderio di potere.
Mai dal dopoguerra ad oggi il mondo ha avuto tanto bisogno di questo tipo di reset. Negli ultimi decenni siamo tutti caduti vittima di processi di polarizzazione che ci hanno allontanato gli uni dagli altri. La cristallizzazione delle idee sposatasi alla produzione delle fake news ci ha portato all’incommutabilità. Sul piano dell’equità dall’inizio del secolo diseguaglianze e sperequazioni si sono ingigantite fino a concentrare nelle mani di pochi individui ricchezze maggiori del Pil di intere nazioni. Certo sarebbe bello se in questo anno giubilare si potessero risolvere tutti questi problemi, ma tutti sanno che si tratta di un sogno irrealizzabile.
Però in alcune parti del mondo, ad esempio in Siria, liberazione e riconciliazione sembrano essere le parole chiave del rinnovamento societario. L’apertura delle prigioni del regime di Assad equivale alla liberazione degli schiavi, per i perseguitati politici si è trattato di un miracolo di rinascita, la restituzione di una vita ormai considerata terminata.
Anche la magnanimità con la quale il regime di Ahmed al-Sharaa, un tempo il jihadista Abu Mohammed al-Jolani, ha abbracciato la popolazione siriana, senza distinzioni etniche o religiose, ci ricorda la riconciliazione giubilare. E anche se in parte la stampa tradizionale e quella di parte continuano a definire i liberatori della Siria terroristi jihadisti, anche se a volte si vuole riproporre la narrativa del caos iracheno e libico descrivendo il futuro della Siria come una giungla di gruppi armati e signori della guerra che vessano la popolazione, la verità è che la caduta del regime di Assad ha fatto da prologo all’anno giubilare e che la costruzione del nuovo stato potrebbe diventarne la cornice. E’ quello che molti sperano.
Non sarà un’impresa facile per una serie di motivi, tra cui l’atteggiamento predatorio della Turchia mussulmana e di Israele: la prima sta incamerando territori a nord della Siria e la seconda sta facendo la stessa cosa lungo il confine siriano, specialmente nel Golan. La scusa è creare una zona cuscinetto per proteggersi dal pericolo che il nuovo regime sia simile a quello dello Stato Islamico, ma in realtà Ankara e Tel Aviv approfittano della situazione per allargare i propri confini, vittime proprio di quelle ambizioni “terrene” che la creazione del Giubileo mirava a neutralizzare.
La speranza è che nel 2025 l’esperimento di creazione dello stato siriano riesca e che diventi un esempio da seguire, un monito nel Medio Oriente, in Ucraina, in Sudan – dovunque il concetto di pace si è sfilacciato a tal punto da scomparire – che il Giubileo va ben oltre i pellegrinaggi e la fede, è il necessario reset dagli errori ed orrori dell’uomo per riconquistare la pace.