Dongmei Feng e Colin Gleason, l’una docente alla University ot Cincinnati e l’altro a quella del Massachusetts, hanno fatto le cose in grande. Combinando dati satellitari e modelli computazionali, hanno mappato circa 2,9 milioni di fiumi del mondo dalla sorgente alla foce per 35 anni, giorno dopo giorno. Precedenti studi avevano esaminato solo tratti dei grandi fiumi e sono di certo più accurati per quanto riguarda zone specifiche, ma la mappatura del nuovo studio è la più ampia sul lungo periodo e considera anche i fiumi minori.
I rapidi cambiamenti dei corsi d’acqua sono chiari fin dal titolo dello studio, pubblicato il 12 dicembre su Science: “More flow upstream and less flow downstream: The changing form and function of global rivers”. In sostanza, le sorgenti dei piccoli fiumi hanno una maggiore portata, al contrario degli sbocchi di quelli grandi. Il cambiamento interessa il 44% dei grandi corsi d’acqua e il 17% di quelli piccoli. In alcuni casi, le modifiche alla portata sono del 5-10% all’anno. Se guardiamo i fiumi come fossero “i vasi sanguigni della Terra” – nelle parole di Feng – è facile intuire come questa circolazione alterata abbia delle conseguenze.
Grandi fiumi
Una minor portata nel corso inferiore non è una buona notizia in un periodo già siccitoso. “Sul lungo periodo (12 mesi) una siccità severo-estrema continua ad interessare i Paesi dell’Europa orientale e l’Italia”, denuncia l’Osservatorio Siccità sulla base dei dati Copernicus di novembre. “Gli invasi di Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna contengono sempre meno acqua rispetto all’omologo periodo del 2023, in particolare quelli di Puglia, Basilicata e Sicilia”. Secondo Alessio Cislaghi, ricercatore dell’Università degli Studi di Milano e docente di idrologia presso il polo alpino UNIMONT dell’ateneo, si tratta di dati inequivocabili: “Nel 2021 un lavoro svolto con alcuni colleghi del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali, in collaborazione con il CNR-IRPI di Perugia, ha permesso di rilevare una tendenza significativa alla riduzione dei volumi d’acqua transitanti nella maggior parte dei grandi fiumi europei della regione mediterranea”.
Meno acqua a valle significa meno disponibilità idrica per dissetare le persone e gli animali allevati e per irrigare i campi. “Diversi studi hanno osservato come in Italia a metà del XX secolo i fiumi avessero un maggiore deflusso nei mesi estivi di giugno e luglio, mentre oggi l’afflusso d’acqua diventa rilevante in tarda primavera e al termine dell’autunno”. Ciò significa che il regime idrologico è cambiato. “In passato era principalmente legato alla fusione dei ghiacciai, mentre ai giorni nostri è influenzato dal più repentino scioglimento delle nevi e dall’apporto meteorico”. Così ne risentono i campi, che non ricevono l’acqua in estate, quando serve di più, ma anche gli impianti idroelettrici. “La produzione di energia idroelettrica nella settimana 2-8 dicembre è ai minimi in Sicilia e al secondo valore più basso in Sardegna rispetto agli ultimi 9 anni”, spiega l’Osservatorio Siccità.
Piccoli fiumi
“Alcune delle piene più letali non avvengono necessariamente sui grandi fiumi, come ci si potrebbe aspettare. Sono piuttosto legate a quelli piccoli, addirittura solitamente a quelli secchi, che si riempiono all’improvviso di acqua e spazzano via persone, auto ed edifici”, ha dichiarato alla Cnn Hannah Cloke, docente di idrologia all’università di Reading. Arricchiti dalle acque di fusione di ghiacciai e nevai, i piccoli corsi aumentano la portata e con essa il rischio di alluvioni, ma pure quello di erosione e di sedimenti trasportati rapidamente a valle, dove vanno a intasare gli impianti delle centrali idroelettriche.
La mano dell’uomo
Senza addentrarsi in un’analisi delle cause, gli autori dello studio attribuiscono i nuovi regimi fluviali al cambiamento climatico indotto dall’uso dei combustibili fossili, che ha alterato il regime delle piogge e aumenta la fusione delle nevi, oltre che alle azioni dell’uomo sui fiumi. “Il risultato dell’evoluzione artificiale dei corsi d’acqua e del notevole consumo ed impermeabilizzazione del suolo comporta che precipitazioni brevi e molto intense accentuino una risposta idrologica del bacino più rapida e concentrata che, senza aree golenali allagabili naturalmente, provoca un incremento significativo del pericolo alluvionale nei fondovalle”, spiega il ricercatore.
Lo studio impone dunque una profonda riflessione sul sistema fluviale ricordando, come sottolinea il professor Gleason, che “i fiumi non sono isolati” e che bisogna “pensare al sistema fluviale come a un sistema intero e connesso in modo organico”. Se dunque da una parte occorre auspicabilmente intervenire sulle problematiche a monte, cercando per quanto possibile di rallentare il cambiamento climatico, dall’altra occorre organizzarsi contro i suoi effetti. “Serve uno sforzo deciso verso un miglioramento della conoscenza, del monitoraggio e della manutenzione, per affrontare sia la carenza che l’eccesso di acqua”, conclude Cislaghi.
Lo studio su Science
Ambiente & Veleni
I fiumi di tutto il mondo cambiano: “A valle sempre meno acqua nei grandi corsi”
Uno studio pubblicato il 12 dicembre su Science ha effettuato una mappatura di circa 2,9 milioni di corsi d’acqua su un periodo di 35 anni. Con risultati sorprendenti e preoccupanti
Dongmei Feng e Colin Gleason, l’una docente alla University ot Cincinnati e l’altro a quella del Massachusetts, hanno fatto le cose in grande. Combinando dati satellitari e modelli computazionali, hanno mappato circa 2,9 milioni di fiumi del mondo dalla sorgente alla foce per 35 anni, giorno dopo giorno. Precedenti studi avevano esaminato solo tratti dei grandi fiumi e sono di certo più accurati per quanto riguarda zone specifiche, ma la mappatura del nuovo studio è la più ampia sul lungo periodo e considera anche i fiumi minori.
I rapidi cambiamenti dei corsi d’acqua sono chiari fin dal titolo dello studio, pubblicato il 12 dicembre su Science: “More flow upstream and less flow downstream: The changing form and function of global rivers”. In sostanza, le sorgenti dei piccoli fiumi hanno una maggiore portata, al contrario degli sbocchi di quelli grandi. Il cambiamento interessa il 44% dei grandi corsi d’acqua e il 17% di quelli piccoli. In alcuni casi, le modifiche alla portata sono del 5-10% all’anno. Se guardiamo i fiumi come fossero “i vasi sanguigni della Terra” – nelle parole di Feng – è facile intuire come questa circolazione alterata abbia delle conseguenze.
Grandi fiumi
Una minor portata nel corso inferiore non è una buona notizia in un periodo già siccitoso. “Sul lungo periodo (12 mesi) una siccità severo-estrema continua ad interessare i Paesi dell’Europa orientale e l’Italia”, denuncia l’Osservatorio Siccità sulla base dei dati Copernicus di novembre. “Gli invasi di Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna contengono sempre meno acqua rispetto all’omologo periodo del 2023, in particolare quelli di Puglia, Basilicata e Sicilia”. Secondo Alessio Cislaghi, ricercatore dell’Università degli Studi di Milano e docente di idrologia presso il polo alpino UNIMONT dell’ateneo, si tratta di dati inequivocabili: “Nel 2021 un lavoro svolto con alcuni colleghi del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali, in collaborazione con il CNR-IRPI di Perugia, ha permesso di rilevare una tendenza significativa alla riduzione dei volumi d’acqua transitanti nella maggior parte dei grandi fiumi europei della regione mediterranea”.
Meno acqua a valle significa meno disponibilità idrica per dissetare le persone e gli animali allevati e per irrigare i campi. “Diversi studi hanno osservato come in Italia a metà del XX secolo i fiumi avessero un maggiore deflusso nei mesi estivi di giugno e luglio, mentre oggi l’afflusso d’acqua diventa rilevante in tarda primavera e al termine dell’autunno”. Ciò significa che il regime idrologico è cambiato. “In passato era principalmente legato alla fusione dei ghiacciai, mentre ai giorni nostri è influenzato dal più repentino scioglimento delle nevi e dall’apporto meteorico”. Così ne risentono i campi, che non ricevono l’acqua in estate, quando serve di più, ma anche gli impianti idroelettrici. “La produzione di energia idroelettrica nella settimana 2-8 dicembre è ai minimi in Sicilia e al secondo valore più basso in Sardegna rispetto agli ultimi 9 anni”, spiega l’Osservatorio Siccità.
Piccoli fiumi
“Alcune delle piene più letali non avvengono necessariamente sui grandi fiumi, come ci si potrebbe aspettare. Sono piuttosto legate a quelli piccoli, addirittura solitamente a quelli secchi, che si riempiono all’improvviso di acqua e spazzano via persone, auto ed edifici”, ha dichiarato alla Cnn Hannah Cloke, docente di idrologia all’università di Reading. Arricchiti dalle acque di fusione di ghiacciai e nevai, i piccoli corsi aumentano la portata e con essa il rischio di alluvioni, ma pure quello di erosione e di sedimenti trasportati rapidamente a valle, dove vanno a intasare gli impianti delle centrali idroelettriche.
La mano dell’uomo
Senza addentrarsi in un’analisi delle cause, gli autori dello studio attribuiscono i nuovi regimi fluviali al cambiamento climatico indotto dall’uso dei combustibili fossili, che ha alterato il regime delle piogge e aumenta la fusione delle nevi, oltre che alle azioni dell’uomo sui fiumi. “Il risultato dell’evoluzione artificiale dei corsi d’acqua e del notevole consumo ed impermeabilizzazione del suolo comporta che precipitazioni brevi e molto intense accentuino una risposta idrologica del bacino più rapida e concentrata che, senza aree golenali allagabili naturalmente, provoca un incremento significativo del pericolo alluvionale nei fondovalle”, spiega il ricercatore.
Lo studio impone dunque una profonda riflessione sul sistema fluviale ricordando, come sottolinea il professor Gleason, che “i fiumi non sono isolati” e che bisogna “pensare al sistema fluviale come a un sistema intero e connesso in modo organico”. Se dunque da una parte occorre auspicabilmente intervenire sulle problematiche a monte, cercando per quanto possibile di rallentare il cambiamento climatico, dall’altra occorre organizzarsi contro i suoi effetti. “Serve uno sforzo deciso verso un miglioramento della conoscenza, del monitoraggio e della manutenzione, per affrontare sia la carenza che l’eccesso di acqua”, conclude Cislaghi.
Lo studio su Science
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Roma, 26 feb (Adnkronos) - Pd e M5s hanno chiesto, nella Conferenza dei capigruppo della Camera, che la premier Giorgia Meloni riferisca in aula prima del 6 marzo, data del Consiglio Ue straordinario sull'Ucraina. "Vedremo, ma l'agenda della Meloni è molto impegnata", ha spiegato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani al termine della capigruppo.
"Speriamo che venga, non ci hanno dato molti margini ma riteniamo che per una cosa così importante doveva essere automatico. Ci è stato detto che ci sono degli impegni", ha spiegato il capogruppo del M5s Riccardo Ricciardi.
"La nostra è stata una richiesta molto pressante e ci auguriamo che il ministro Ciriani che ci ha detto che la avrebbe incontrata a breve ci possa dare una risposta. Questo Consiglio straordinario del 6 marzo richiede un confronto parlamentare inevitabile. Non è sufficiente aspettare le comunicazioni del 18 e 19 marzo. Ci auguriamo che la stessa presidente del Consiglio comprenda quanto sia necessario un confronto parlamentare sui temi della politica internazionale e dell'Ucraina nel caso specifico", ha spiegato la capogruppo del Pd Chiara Braga.
Roma, 26 feb (Adnkronos) - Si terrà il 5 marzo alla Camera la commemorazione di Nicola Calipari a 20 anni dalla sua scomparsa.
Roma, 26 feb. (Adnkronos) - "La vergogna dei centri per migranti in Albania si arricchisce giorno dopo giorno di altre perle. Non solo violano le leggi e le convenzioni internazionali; non solo sono uno sperpero ingente di risorse dei contribuenti; non solo restano sostanzialmente chiusi o tramutati in canili; oggi scopriamo, grazie ad una denuncia del sindacato Silp-Cgil, che i poliziotti italiani impegnati nella vigilanza non ricevono neanche il giusto compenso per la loro attività. Ritardi sui pagamenti degli straordinari, ma anche sulle altre voci della busta paga". Così il deputato democratico, Matteo Mauri, responsabile Sicurezza del Partito Democratico.
"Per il trattamento di missione all'estero, ad esempio, hanno ricevuto solo un acconto dall’agosto 2024 e nulla più. Si tratta di un trattamento inaccettabile per un personale che si è trovato senza colpa anche al centro di polemiche mediatiche proprio per la condizione di sostanziale inutilità della presenza in Albania. Il governo intervenga subito per mettere fine a questa doppia beffa e, soprattutto, faccia marcia indietro su un’operazione inutile, costosa e disumana”.
Roma, 26 feb. (Adnkronos) - Il seguito dell'esame della mozione sfiducia al ministro della Giustizia Carlo Nordio alla Camera si svolgerà martedì 4 marzo se conclusi i precedenti Odg, altrimenti giovedì 13 marzo. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio.
Roma, 26 feb. (Adnkronos) - "Due anni fa, nelle acque di Cutro, si consumava una delle più tragiche stragi di migranti nel Mediterraneo. Un’imbarcazione salpata dalla Turchia con oltre 180 persone a bordo, si è trasformata in una bara per almeno 94 di loro, tra cui donne e bambini. Una tragedia annunciata, che avrebbe potuto e dovuto essere evitata. Su questa strage pesa una responsabilità politica chiara". Così Angelo Bonelli parlamentare di Avs in una nota.
"Il governo di Giorgia Meloni, che dopo la tragedia si recò a Cutro per promettere che avrebbe inseguito gli scafisti 'lungo tutto il globo terracqueo', non ha mai fatto luce sulle scelte e sulle omissioni che hanno portato a quel naufragio. Perché l’allarme lanciato da Frontex non è stato accolto con la tempestività necessaria? Perché si è lasciata quella barca in balia delle onde, senza un intervento di soccorso adeguato? A due anni di distanza, il governo continua con la sua politica repressiva e propagandistica sull'immigrazione, senza affrontare le cause profonde delle migrazioni né garantire i salvataggi in mare. Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, con il suo linguaggio disumano – definendo le vittime un 'carico residuale' – ha incarnato la cinica indifferenza con cui questo esecutivo ha trattato la vicenda".
"Ma l’ipocrisia del governo Meloni non si ferma qui. Dopo aver promesso di dare la caccia agli scafisti, ha permesso che Mohammed Almasri – accusato dalla Corte penale internazionale di crimini contro l'umanità e crimini di guerra, ritenuto responsabile di omicidi, violenze sessuali e torture nella prigione di Mitiga a Tripoli, dove migliaia di migranti vengono rinchiusi e torturati – fosse scortato in Libia con un aereo di Stato. Un gesto che rivela, ancora una volta, la complicità del governo italiano con le milizie libiche responsabili di abusi indicibili nei confronti di uomini, donne e bambini che cercano di fuggire dall’inferno. La premier Meloni deve rispondere alla famiglie delle 94 vittime: perché non sono partiti mezzi adeguati che avrebbero potuto mettere in sicurezza l'imbarcazione sulla quale viaggiavano i migranti? Perché non è partita la Guardia costiera?. Oggi come allora chiediamo verità e giustizia per le vittime di Cutro e per i 30 mila migranti morti nel Mediterraneo in 10 anni: 1.452 (tra morti e dispersi) solo nel 2024", conclude Bonelli.
Roma, 26 feb (Adnkronos) - In vista della giornata della donna dell'8 marzo, la seduta del Question time della Camera di mercoledì 5 marzo sarà dedicata alla condizione socio economica femminile. Lo ha stabilito la Conferenza dei capigruppo di Montecitorio.
Roma, 26 feb. (Adnkronos) - “Questa mattina abbiamo parlato di maggiori controlli sulle partecipazioni societarie. Chiederemo garanzie reali. Io Federazione voglio esprimere, lo stiamo verificando sul piano legale, anche il mio consenso al passaggio delle quote, così come avviene nel caso delle fusioni. Vogliamo approvare il passaggio. Chiaramente avrà un impatto sulle norme del codice civile e se questo non è consentito in termine di autorizzazione, chiederemo le garanzie dovute”. Lo ha detto il presidente della Figc Gabriele Gravina nella conferenza stampa al termine del Consiglio.