Non solo la Russia si dichiara non soddisfatta del piano di Donald Trump per “congelare” la guerra in Ucraina, ma Mosca è anche pronta a eliminare la proposta di moratoria sullo spiegamento di missili a corto e medio raggio. È quanto affermato dal ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, in due diverse interviste.

Parlando all’agenzia russa Tass, Lavrov ha dichiarato che “a giudicare dalle numerose fughe di notizie e dall’intervista rilasciata dallo stesso Trump a Time il 12 dicembre, sta parlando di ‘congelare’ le ostilità lungo la linea di ingaggio e di trasferire agli europei l’ulteriore responsabilità di affrontare la Russia. Non siamo certo soddisfatti delle proposte avanzate”. In attesa dell’insediamento ufficiale alla Casa Bianca del nuovo presidente, da diverse settimane si parla della presunta exit strategy di Donald Trump dalla guerra in Ucraina. Alla base vi sarebbe due punti centrali: rinviare di 20 anni l’adesione di Kiev alla Nato e introdurre lì un contingente di forze di pace dell’Ue e della Gran Bretagna, in una zona demilitarizzata di circa 800 miglia.

Un piano che, per Lavrov, non soddisfa la Russia. Allo stesso tempo il ministro degli Esteri ha osservato che Mosca non ha ricevuto alcun segnale ufficiale dagli Stati Uniti sulla questione ucraina. “Fino al 20 gennaio, data di insediamento, Donald Trump ha lo status di ‘presidente eletto’, e tutta la politica su tutti i fronti è determinata dal presidente in carica Joe Biden e dalla sua amministrazione. Finora solo quest’ultimo è autorizzato a trattare con la Russia a nome degli Stati Uniti. Di tanto in tanto, come informiamo regolarmente, ciò accade, ma in questi contatti non si parla di negoziati sull’Ucraina”, ha concluso Lavrov.

Mosca sarebbe comunque pronta a a sedersi a un tavolo per parlare di Ucraina, ma gli eventuali accordi dovranno essere inviolabili, è il punto di Lavrov. “Siamo sempre stati e rimaniamo pronti a negoziare“, ha ricordato il ministro. “Da parte mia, vorrei sottolineare in particolare che possiamo parlare solo di accordi affidabili e giuridicamente vincolanti che dovrebbero eliminare le cause profonde del conflitto e che dovrebbero contenere un meccanismo che li renda impossibile da violare“, ha aggiunto.

Poco prima, in un’intervista rilasciata a Ria Novosti, lo stesso ministro aveva aperto alla possibilità dello spiegamento di missili a corto e medio raggio: “Stiamo valutando la situazione sulla base di un’analisi delle azioni destabilizzanti di Usa e Nato nella sfera strategica e, di conseguenza, dell’evoluzione delle minacce che ne derivano”, ha detto. I missili a corto raggio hanno una gittata che non va oltre i mille kilometri mentre quelli a medio possono colpire fino a 5mila kilometri di distanza. Sono in grado di trasportare anche testate nucleari.

Il ministro russo ha poi affermato che “oggi è chiaro che la nostra moratoria sullo spiegamento di missili a corto e medio raggio non è più praticabile e dovrà essere abbandonata poiché gli Usa hanno schierato tali armi in varie regioni del mondo, ignorando con arroganza gli avvertimenti di Russia e Cina. Come ha chiaramente affermato il presidente della Vladimir Putin, risponderemo in modo proporzionato”.

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