Nel 2024 una delle fake news più discusse e terza nel podio delle bufale è stata quella sulla pugile algerina Imane Khelif, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi, al centro di una controversia legata alla sua partecipazione ai Mondiali di boxe 2023. L’atleta, infatti, era stata squalificata da quest’ultimo evento per livelli di testosterone superiori ai limiti previsti dal regolamento della International Boxing Association, l’ente che gestisce i campionati mondiali di boxe, che però non viene riconosciuto dal Comitato Olimpico Internazionale. In virtù di un regolamento differente, Khelif aveva invece potuto gareggiare alle Olimpiadi di Parigi 2024, scatenando diverse polemiche e contestazioni.

Le speculazioni, però, sono andate ben oltre il dibattito legato ai regolamenti. Diversi rumors infondati hanno iniziato a circolare, sostenendo che Imane Khelif fosse transgender. Queste voci hanno preso piede sui social media, alimentando una discussione che ha visto il termine “iperandrogenismo” (una condizione medica che comporta una maggiore produzione di testosterone) essere travisato come prova di una presunta transazione avvenuta di nascosto.

Secondo le analisi condotte da Socialcom, attraverso la piattaforma Socialdata, questo caso ha generato una vasta ondata di disinformazione, con oltre 98.000 interazioni sui social. Tuttavia, le voci circolate sono state smentite dalle verifiche ufficiali condotte dagli organi competenti, incluso il Comitato Olimpico Internazionale, che hanno confermato che Khelif è pienamente idonea a competere nelle categorie femminili. L’iperandrogenismo non implica affatto che l’atleta si sia sottoposta a un percorso di transizione, bensì semplicemente che abbia livelli di testosterone superiori alla media femminile.

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