A due anni di distanza da Denti da Latte, i Vampiri malvagi di Luca Ruocco tornano a non-vivere nel romanzo sequel Solo Ossa, pronti a spaventare, divertire e a insegnare ai piccoli lettori che nella differenza c’è unicità e nell’unione e nell’inclusione la forza di reagire a qualsiasi avversità. Ed è una discesa folle e brillante in quella zona grigia dove l’horror si mescola con l’ironia, i valori sociali e una buona dose di nonsense gotico. Sì, sono ancora loro: i Vampiri di Vali e suo padre Bela, ma questa volta si portano dietro un nuovo amico smemorato. Non ha solo perso i ricordi, ma pure il corpo è letteralmente uno scheletro ambulante.
La storia si ambienta nella notte di Halloween, il teatro perfetto per scontri con un villain che sembra uscito da un incubo. E qui Ruocco ci butta dentro una chicca visiva che manda in visibilio ogni appassionato: l’antagonista ha le sembianze di un giovane Dario Argento. Esatto, il re dell’horror italiano, in una versione che sembra uscita direttamente da un rendering iperrealistico su uno schermo OLED. E non è solo la cover di Stefano Tambellini a dirlo: ogni pagina è un tributo sfacciato e pieno d’amore al cinema e alla cultura pop, che non perde mai occasione di strizzare l’occhio a chi sa leggere tra le righe.
La storia scritta da Ruocco – esperto di cultura horror e del fantastico – è di certo pensata per i più giovani, ma riesce a essere una lettura curiosa e piacevole anche per gli adulti, a cui è dedicata tutta una serie di rimandi e citazioni ad hoc (quella in copertina è la più palese ma di certo non l’unica), che sale a galla tra una scena e l’altra solo grazie a una lettura più consapevole. Questo libro è un parco giochi per chi ama l’horror, con citazioni che sgusciano fuori come notifiche push quando meno te l’aspetti. Ma c’è di più: dietro l’umorismo e i riferimenti nerd si nasconde una riflessione sulle diversità che si uniscono, trovando forza nell’inclusione. È un po’ come se guardassi una serie in streaming che parte come una commedia e, prima che tu te ne accorga, diventa una meditazione su cosa significhi essere vivi (o non-morti, in questo caso).
La narrazione mescola creature della notte provenienti da ogni angolo del mondo, ognuna con le sue peculiarità culturali, comportamentali e, perché no, stilistiche. E anche quando il libro fa un inchino al folklore, non lo fa mai con pedanteria, ma con quella curiosità sfrontata di chi ama scavare nei miti per tirar fuori storie che vibrano ancora. Ruocco sa come giocare con le ombre, ma senza perdere il sorriso, ricordandoci che l’oscurità può essere anche divertente, se la guardi con l’angolazione giusta.
E poi, come afferma nella prefazione l’alter ego di Tiziano Sclavi, Claudio Chiaverotti, l’anima sfilacciata che si nasconde dietro soggetto e sceneggiatura di alcuni dei più bei albi di Dylan Dog, “Solo Ossa non è solo un libro. È quel tipo di fiaba che non vuoi sentire prima di dormire, ma che speri di sognare per tutta la notte. È un racconto che spacca, che ti fa sentire un po’ come un ragazzino-vampiro che si affaccia alla non-vita”, con tutto il caos e l’energia che comporta. E alla fine, non importa se sei giovane o adulto, lettore di lungo corso o novizio: in questo libro c’è qualcosa che ti troverà. Forse un sorriso. Forse un brivido. O forse solo il desiderio di continuare a scavare tra le ombre, perché sotto la superficie c’è sempre un’altra storia che aspetta di essere raccontata.
SOLO OSSA
Autore: Luca Ruocco
Editore: Bakemono Lab
Pagine: 134
Illustrazione di copertina: Stefano Tambellini
Prefazione: Claudio Chiaverotti