C’è Emanuele Pozzolo, il deputato con la pistola che ha sparato il primo colpo dell’anno, per fortuna senza ammazzare nessuno. Ma c’è anche Bashar Al-Assad, l’ormai ex dittatore della Siria, messo in fuga dai ribelli in pochi giorni, dopo più di mezzo secolo di potere familiare. È durata meno di due anni, invece, l’avventura in politica di Gennaro Sangiuliano: il volto tondo dell’ex ministro incorniciato accanto a quello di Maria Rosaria Boccia è la copertina del caso politico dell’estate, i cui retroscena sono stati svelati in esclusiva dal Fatto Quotidiano. Ma c’è pure Silvia Albano, la giudice di Roma che per il governo di Giorgia Meloni è la capa delle “toghe rosse” e dunque “colpevole” per i fiaschi collezionati dall’esecutivo sul fronte dei migranti in Albania. Il problema, forse, non sono i magistrati, responsabili della semplice applicazione della legge, ma una maggioranza che pensa di poter strappare a piacimento le norme: tutto sull’altare della propaganda. A proposito di violazione delle regole, o presunta tale: non potevamo certo dimenticare Vittorio Sgarbi e Daniela Santanchè, entrambi protagonisti delle inchieste del Fatto e poi finiti nei guai pure con la giustizia. Ma c’è anche Donald Trump, che le grane giudiziarie punta a risolverle definitivamente dopo il ritorno alla Casa Bianca, Vladimir Putin e Benjamin Netanyahu, entrambi destinatari di un mandato d’arresto da parte della Corte penale internazionale, ma trattati in modo molto diverso dai Paesi occidentali (e dall’opinione pubblica nostrana). Sono solo alcuni dei cento nomi del 2024, scelti e raccontati dai giornalisti e dalle giornaliste di questo giornale.
Per ripercorrere i momenti salienti dell’anno che sta per finire, abbiamo deciso di usare uno dei più classici format giornalistici: i ritratti dei personaggi che – nel bene o nel male – hanno catalizzato le attenzioni del pubblico negli ultimi dodici mesi. Una formula resa famosa in Italia da Gianni Mura, che stilava i suoi cento nomi concentrandosi soprattutto sul mondo dello sport, anche se ogni tanto infilava nell’elenco qualche voce diversa (memorabile Cugusi Giuseppe, pastore sardo, produttore del suo pecorino preferito). Al Fatto abbiamo deciso di estendere la lista a personaggi di tutti settori, affidandoli alla penna dei colleghi del sito e del quotidiano cartaceo. Il risultato è un pezzo corale, con più firme e più voci per disegnare una moltitudine di volti. Cento contributi (anzi di più) che miscelano hard e soft news, il palinsesto parlamentare e quello televisivo, i programmi sportivi e le storie di cronaca nera, senza dimenticare i diritti, le novità musicali, i fenomeni pop. A Imane Khelif, la pugile al centro di una violenta polemica omofoba e sessista alle Olimpiadi di Parigi, abbiamo sommato la politica delle sorelle Meloni, ma pure l’exploit in Rai di Stefano De Martino. E poi il successo di Nino Scotellaro, il personaggio interpretato da Luigi Lo Cascio, protagonista della seconda stagione della serie The Bad Guy: uno dei pochi tentativi riusciti di raccontare in tv i legami pericolosi tra Stato e mafia, nella storia del nostro Paese. Ma abbiamo ricordato anche il 2024 fenomenale di Jannik Sinner, Julio Velasco e Gian Piero Gasperini, senza dimenticare che questo è stato pure l’anno dei dossieraggi veri o presunti, con i casi Miano e Striano, del controverso Luigi Mangione, diventato idolo delle folle, del profumo “appoggiato” nella tasca di Piero Fassino (un altro scoop del Fatto), del coraggio della famiglia Cecchettin. E pure dell’abbattimento dell’orsa Kj1 in Trentino.
Un melting pot di facce, delitti, dolori, scandali e misteri, mixato alla musica di Vasco Rossi e Tony Effe, che in questi giorni hanno messo in difficoltà il ministro Matteo Salvini e il sindaco Roberto Gualtieri, più di quanto riescono spesso a fare le rispettive opposizioni. Ovviamente non abbiamo certo dimenticato che negli ultimi dodici mesi la folle corsa al riarmo globale ha subito un’accelerazione, con l’esplosione di nuovi fronti di guerra. Per raccontarlo abbiamo scelto, tra gli altri, il volto di Motaz Azaiza, il photoreporter che ha documentato sui social i bombardamenti a Gaza. Ma pure quello di Călin Georgescu, il candidato filorusso che ha vinto il primo turno delle elezioni in Romania, poi annullato dalla Corte Costituzionale per una presunta ingerenza di Mosca. Vi auguriamo dunque buona lettura, con una piccola avvertenza: tra i cento non ci sono solo nomi di persona. Trovano posto, tra gli altri, anche l’ospedale Molinette, i massoni del Grande Oriente, il fenomeno Brat, la nostra Costituzione, ancora una volta sotto attacco. E pure le forchette onorevoli di Montecitorio, cioè il ristorante della Camera che è riuscito ad aumentare i costi nonostante il numero dei deputati sia stato largamente ridotto. Come dire: il mondo potrà pure correre verso la Terza guerra mondiale, ma questo non basta a far perdere l’appetito alla nostra classe dirigente.