91. Tajani Antonio | Lorenzo Giarelli
Anche per quest’anno il funerale di Forza Italia è rinviato a data da destinarsi. Certo, c’entra il bisogno della famiglia Berlusconi di tenere due piedi dentro al governo senza neanche bisogno di esporsi troppo. Ma sarebbe ingiusto non riconoscere meriti a lui, il perfetto “impiegato del mese”, concavo e convesso di fronte alle stilettate degli azionisti di maggioranza, della premier, della minoranza interna, degli alleati, di chiunque. Spesso assediato, talvolta scavalcato (su diritti civili o tasse alle banche meglio citofonare Marina B.), eppure al suo posto e con un partito redivivo. Quando si stuferanno davvero di lui, potrà dire: qui non ci credeva più nessuno.

92. Toti Giovanni | Marco Grasso
All’uscita dai domiciliari ha citato Enzo Tortora. Poi ha dato alle stampe un’autobiografia che richiama Pablo Neruda, in vista dell’inizio di un processo mai iniziato. Infine, subito dopo aver preso in contropiede i suoi stessi alleati firmando un patteggiamento lampo, si è paragonato senza il minimo imbarazzo nientemeno che a Gesù Cristo, parlando del suo personale Golgota. Il patteggiamento per corruzione e finanziamento illecito non ha leso l’autostima dell’ex governatore della Liguria
, che ha pensato di festeggiare l’ufficializzazione della pena con una bella presentazione del libro in Parlamento, alla presenza del presidente del Senato Ignazio La Russa, di due consigliere laiche del Csm, e del pasdaran anti-pm Enrico Costa. Obiettivo: far cancellare le leggi che lo hanno fatto condannare, battaglia che ora porta avanti sul Giornale e in ospitate tv. Per il padre della sociologia Emile Durkheim la condanna dei comportamenti devianti è un sentimento collettivo che nasce dall’infrazione a valori e attese condivise da un’intera comunità. Chissà che una volta cambiate le leggi, non possa cancellare dall’inconscio italiano anche quell’obsoleto sentimento della vergogna.

93. Usyk Oleksandr | Pierluigi Giordano Cardone
Non è bello da vedere come Lennox Lewis, non ha la potenza di Evander Holyfield né la brutalità di Mike Tyson. È ucraino come Klitschko ed è l’unica cosa che davvero li accomuna. Perché lui vince sempre da sfavorito – per statura e per peso – nella categoria dei giganti della boxe. È tecnico, efficace, graffiante. Lo chiamano “il gatto” e dopo 25 anni ha unificato tutte le cinture dei pesi massimi, entrando di diritto nella storia del pugilato. Da outsider, sempre e comunque.

94. Valerio Chiara | Silvia D’Onghia
A tutti capita di sbagliare, anche ai migliori. Anzi, anche alle eredi di una gigante come Michela Murgia. Rituali per un anno di crisi, è il sottotitolo del suo ultimo romanzo pubblicato in vita, Tre ciotole, e ben si adatta alla sua amica Chiara Valerio. Anche se, più che di un anno, qui si tratta di una crisi dell’ultimo mese. La scrittrice, conduttrice, direttrice artistica e tante altre cose, ha curato l’ultima edizione di Più libri più liberi, la fiera romana della piccola e media editoria che di piccolo ormai non ha più niente, neanche le polemiche. In un’edizione dedicata alla memoria di Giulia Cecchettin e di Giacomo Gobbato (accoltellato a morte mentre cercava di difendere una donna da uno scippo), lei ha invitato il filosofo e amico Leonardo Caffo, poche settimane prima della sentenza che lo ha visto condannare a 4 anni per maltrattamenti e lesioni alla sua ex. Mai invito fu più nefasto: nonostante il passo indietro e le scuse, defezioni illustri, introiti bassi e accuse di amichettismo. Tra Chi dice e chi tace, c’è sempre chi cade.

95. Vannacci Roberto | Lorenzo Giarelli
Più di mezzo milione di voti alle Europee dimostrano che il fenomeno Vannacci va oltre la bolla social. Il Generale ha un suo pubblico. Salvini lo ha intuito e si è salvato da un risultato altrimenti pessimo, anche al costo di forti malumori interni. Ora però lo sa anche Vannacci, il quale nel frattempo ha costituito un movimento politico e studia da solista. Uscirà dal gruppo? Gli innamoramenti elettorali italiani di solito bruciano in fretta, i rischi sono alti. Quel che invece è al sicuro è il successo in libreria: 800mila euro nel 2023, 200mila nei primi 6 mesi del 2024. E a Natale festeggia a modo suo: Xmas (ma non è inglese).

96. Vassallo Angelo | Vincenzo Iurillo
Finalmente. Quattordici anni dopo il suo omicidio rimasto finora impunito, per il sindaco di Pollica trucidato con nove colpi di pistola si intravede un barlume di verità e giustizia. La procura di Salerno ha chiesto e ottenuto l’arresto di quattro indagati: il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, l’ex brigadiere Lazzaro Cioffi, l’imprenditore Giuseppe Cipriano e il pentito Romolo Ridosso. Tutti invischiati in una brutta storia di traffici di droga nel Cilento alimentati dai circuiti camorristici e protetti dall’Arma. Tra loro non ci sarebbe l’esecutore materiale del delitto, ma su questo i magistrati ancora stanno lavorando. In vita, il “sindaco pescatore” era il fiore all’occhiello del Pd: durante i suoi mandati Pollica fu trasformata da sconosciuto borgo, in capitale delle eccellenze della gastronomia, della qualità del mare e della vita. Ma poi il Pd si “dimenticò” di candidarlo alle Politiche del 2008. Quando le posizioni dem blindate in Campania furono spartite tra bassoliniani e deluchiani, a un uomo libero come lui (che non amava essere incasellato in una corrente) dissero: “Mandaci un curriculum”. Infatti tuttora il cognome Vassallo nel Pd agita imbarazzi e tormenti. “Colpa” anche del fratello, Dario Vassallo, che dalla Fondazione intitolata al “sindaco pescatore” si batte come un leone per tenere accesi i riflettori sulle indagini: arrabbiato con un partito che nel Cilento ha preferito puntare sul rivale di Angelo, “Mister Fritture” Franco Alfieri – ora agli arresti per corruzione – nel 2022 Dario si è candidato alle politiche nel M5s. Ora però ha litigato con Giuseppe Conte. Ma questa è un’altra storia.

97. Velasco Julio | Daniele Fiori
Pilastro e guru della pallavolo, non poteva che essere lui il tecnico capace di conquistare il primo e agognato oro olimpico del volley azzurro. Non ci era riuscito con la Generazione dei fenomeni, ce l’ha fatta a 72 anni portando al successo l’Italia femminile a Parigi. “Noi allenatori siamo la squadra che alleniamo”, ha ricordato di recente. Le ragazze della pallavolo hanno fatto un’impresa, ma prima di incontrare Velasco il loro enorme talento non aveva ancora trovato la giusta cornice.

98. Verdone Carlo | Federico Pontiggia
“L’omofobia? Ci sono scivolato di proposito”. Performa la terza stagione di Vita da Carlo, rifiuta il politically correct, e s’inventa direttore artistico del Festival di Sanremo alle prese con Paul McCartney superospite e mille controversie familiari. Ai tempi di Baudo, nei primi anni Novanta, rifiutò la co-conduzione, oggi si scopre talent scout e, di più, profeta: annoverato nella serie Paramount+, il cantautore Lucio Corsi si esibirà davvero all’Ariston. Suonala ancora, Carlo!

99. von der Leyen Ursula Gertrud, nata Albrecht | Gianni Rosini
Una leader debole, una marionetta dei grandi partiti (e governi) dell’Ue, addirittura a rischio bocciatura. Invece, alla fine, sarà ancora lei l’ape regina del Berlaymont. Rimane al suo posto dopo la guerra nella maggioranza europea, accentra il potere e si prepara a guidare di nuovo la Commissione: d’ora in poi, tutte le decisioni passeranno da lei.

100. Wagenknecht Sahra | Daniele Fiori
In una Germania mai così disorientata, tra difficoltà socioeconomiche e crisi del governo Scholz, ha fondato un partito (Bsw) che è stato la novità politica dell’anno, toccando la doppia cifra alle urne in Sassonia e Turingia. Ex esponente della sinistra Die Linke, su alcuni temi (come i migranti) abbraccia posizioni vicine all’ultradestra di AfD. Ha stretto legami col M5s, soprattutto per la linea comune in politica estera: stop al riarmo e soluzione diplomatica tra Russia e Ucraina.

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