11. Brat | Youssef Taby
È il fenomeno dell’estate, nato dal disco di Charli XCX, che con una parola ha catturato l’essenza della Gen Z, in una stagione in cui tutto sembra possibile. Letteralmente significa ragazzaccio/a, ma la traduzione letterale non rende. La “brat summer” è il periodo in cui si celebra la libertà di perdersi nel caos, di accogliere le imperfezioni e vivere senza freni. I giovani hanno associato Kamala Harris alla figura della “brat“, con la sua campagna elettorale pop e senza filtri come con la frase “Voi giovani pensate di essere caduti da una palma da cocco?” . E poi c’è stato il post di Charli XCX che ha fatto esplodere tutto: “Kamala is brat”. Non è bastato per sbarrare la strada al ritorno di Donald Trump.

12. Cecchettin Elena | Martina Castigliani
Sorella che ha perso una sorella. Non ha mai smesso di usare il suo spazio per rivendicare la lotta contro il patriarcato e la violenza sulle donne. Ha dato un significato politico – in quel senso nobile del termine che sembrava perduto – alla sua presenza. Ha rifuggito ogni status di vittima, seppur legittimo, e ha scelto di essere sempre scomoda: le sue parole disturbano, provocano reazioni e distruggono gli alibi di una intera società da rivoluzionare. Solo grazie.

12 bis. Cecchettin Gino | Martina Castigliani
Da padre ha assistito alla sentenza di ergastolo per il femminicida di Giulia e ha scelto di usare, di fronte a ogni microfono, parole di costruzione. Da uomo ha deciso di impegnarsi per l’educazione contro la violenza sulle donne con una fondazione che porta il nome della figlia. I toni pacati quando tutto giustificherebbe le grida; il rispetto di chi ha di fronte, sempre, anche se usa una lotta universale per strumentalizzazioni politiche: si è fatto esempio in tempi in cui si fatica a vedere chiaramente un orizzonte. Solo, ancora, grazie.

13. Colosimo Chiara | Giuseppe Pipitone
Data in ascesa in Fdi, gode della stima di molti magistrati, investigatori, addetti ai lavori e giornalisti, anche culturalmente lontani dal partito di Giorgia Meloni. Ha proposto una legge sui parlamentari in conflitto d’interesse in Commissione Antimafia. Proposta da condividere, se non fosse che l’opposizione l’ha accusata di voler estromettere per via politica – e quindi senza la decisione di un organo terzo – Federico Cafiero De Raho e Roberto Scarpinato dai lavori di Palazzo San Macuto sui dossieraggi illeciti e sul depistaggio di via d’Amelio. Proprio sulla strage del 19 luglio 1992 si fonda finora la principale attività della sua Commissione. Su questo fronte la presidente sembra condividere totalmente la ricostruzione di Fabio Trizzino, marito di Lucia Borsellino e legale dei figli del giudice ucciso da Cosa nostra. L’avvocato individua nel dossier Mafia e appalti il movente segreto di via d’Amelio, ma pure di Capaci e in fondo anche delle stragi del 1993. Si tratta della pista storicamente preferita dal centrodestra, ma pure dall’ex capo del Ros dei carabinieri Mario Mori, molto vicino all’attuale coalizione di governo. Una ricostruzione che ha due pregi: esclude la “pista nera”, quella che collega via d’Amelio alla strategia di destabilizzazione cominciata a Capaci. E cancella pure quanto ipotizzato in alcune inchieste poi archiviate: quelle che legano la morte di Borsellino a informazioni che lo stesso magistrato poteva aver avuto sui legami tra Cosa Nostra e l’entourage di Silvio Berlusconi.

13 bis. Scarpinato Roberto | Giuseppe Pipitone
Dopo più di 40 anni trascorsi da pubblico accusatore, l’ex pm del processo a Giulio Andreotti si è trovato per la prima volta a vestire i panni dell’accusato. Nessuna indagine ai suoi danni, ma le 33 intercettazioni della procura di Caltanissetta con l’ex collega Gioacchino Natoli, lui sì sotto inchiesta per favoreggiamento alla mafia. Problema: in quelle registrazioni i due ex magistrati parlavano dell’audizione che Natoli avrebbe dovuto tenere davanti alla Commissione Antimafia. Organo del quale Scarpinato fa parte. Le roventi polemiche scoppiate sono diventate l’assist perfetto per la destra, che ora chiede l’allontanamento di Scarpinato dai lavori di San Macuto sulla strage di via d’Amelio. Il senatore, da parte sua, ha chiesto alla Giunta delle Autorizzazioni di Palazzo Madama di occuparsi del suo caso: un terreno scivoloso, anche perché pure questa volta la destra è pronta a sbarrargli la strada.

14. Costituzione | Silvia Truzzi
Non è una novità purtroppo, ma bisogna registrare che anche nel 2024 la Costituzione è stata sotto assedio e su più fronti, dalla separazione delle carriere di giudici e pm, alla madre di tutte le riforme (il premierato all’italiana della ministra Casellati), passando per la legge Calderoli che pur non essendo una norma di rango costituzionale stravolgeva il senso solidaristico del regionalismo e minava l’unità nazionale. Possiamo parlarne al passato perché la Consulta ha svuotato la legge Calderoli (qualunque cosa ne dicano i leghisti). Restano in campo le altre due. Ma, come dice il professor Zagrebelsky, non bisogna stressare troppo la Carta: poi si vendica (Renzi…)

15. Conte Giuseppe | Luca De Carolis
Un 2024 sull’ottovolante. Ma l’avvocato non si è solo divertito, anzi. L’ex premier è passato dall’inferno delle Europee, dove è sprofondato al 9,99 per cento, al cielo della Costituente, dove ha travolto l’ultimo avversario interno rimastogli, Beppe Grillo, e ricevuto piena delega per cambiare regole e fisionomia del M5S. Ma ora deve trovare un suo spazio nel campo progressista, e ridare fiato e bandiere a un Movimento che a livello locale prende percentuali da lista civica. Mica semplice.

15 bis. Grillo Giuseppe noto come Beppe | Luca De Carolis
Cancellato, nero su bianco. È la vittima di un
parricidio politico che ha favorito, opponendosi alla Costituente in nome di un ruolo che ormai non gli riconosceva più nessuno, tra i 5Stelle di cui era stufo da tempo. Guidare un carro funebre con dentro i resti del suo Movimento e esortare gli iscritti ad andare per funghi non gli è servito. Ha straperso, e ora medita vendetta. Ma non ha truppe per scissioni. Forse cercherà rivincita in tribunale. O forse aspetterà sulla riva del famoso fiume. E basta.

16. Controesodo, gruppo | Eleonora Bianchini
Sono il punto di riferimento per gli expat italiani che desiderano tornare, informati sulle agevolazioni e gli sgravi fiscali previsti per chi rientra. Il Gruppo nasce nel 2015 e si ispira all’omonima legge 238/2010, che garantiva la riduzione dell’imponibile per i lavoratori emigrati che si impegnassero a restare in Italia per almeno sei anni. Chi lo compone ha alle spalle esperienze all’estero e ha deciso di fare sentire la propria voce dentro le istituzioni. Ce l’hanno fatta, con l’approvazione di diversi interventi legislativi. E ora insistono perché il focus si sposti sugli aiuti alle famiglie.

17. Crosetto Guido | Giacomo Salvini
Fa il ministro della Difesa nel bel mezzo di due guerre, ma preferisce il ruolo di Ghostbusters: va a caccia di fantasmi. Ha denunciato il presunto “dossieraggio nei suoi confronti a Perugia (c’è un’inchiesta aperta) ma è anche il più acerrimo nemico della magistratura politicizzata dentro Fratelli d’Italia. Nel tempo libero va a caccia di talpe: quando uscirono le chat in cui Meloni definiva “infami i compagni di partito, il ministro della Difesa annunciò un esposto in procura per trovare la fonte dei giornalisti. Dov’è finito l’esposto? Desaparecido.

18. Cuffaro Salvatore noto come Totò| Giuseppe Pipitone
Rientrato ormai stabilmente in politica (anche se non si è ancora candidato personalmente), nel 2024 è tornato pure a votare, a 13 anni dalla condanna definitiva per favoreggiamento alla mafia. Nonostante grande copertura mediatica, però, il suo candidato alle Europee – Massimo Dell’Utri, solo omonimo di Marcello – non ha centrato l’elezione all’Europarlamento nelle liste di Forza Italia. Vasa Vasa, in ogni caso, non demorde: bacia sempre tutti due volte sulle guance e con la sua Dc continua a eleggere sindaci e consiglieri in Sicilia. I maligni sussurrano: sogna di tornare governatore. Lui, modesto, smentisce fermamente. Gattopardo.

19. D’Amato Alice | Daniele Fiori
Il 5 agosto ha vinto la medaglia d’oro alla trave, diventando la prima atleta della ginnastica artistica italiana a trionfare alle Olimpiadi. Sempre a Parigi 2024 ha vinto anche l’argento nella prova a squadre. Genovese, 21 anni, atleta delle Fiamme Oro: anche sua sorella Asia è ginnasta. Dopo gli allori, la mondanità e le comparsate in tv, ha dichiarato: “Adesso mi mancano gli allenamenti”. Può diventare una stella dello sport italiano.

19 bis. Ganeshamoorthy Rigivan noto come Rigi| Daniele Fiori
“Questo mondo? Mi piace dai, forse ci sono un po’ troppi disabili“. Con questa battuta in diretta su Rai2 si è fatto conoscere nel mondo dello sport italiano. Pochi minuti prima alle Paralimpiadi aveva vinto la medaglia d’oro nel lancio del disco stabilendo tre record del mondo consecutivi. Venticinque anni, affetto dalla sindrome di Guillain-Barré, è nato da una famiglia dello Sri Lanka ma è orgoglioso alfiere della sua Dragona, frazione alle porte di Roma.

20. De Luca Vincenzo | Antonello Caporale
Già comunista, e stalinista, sarà ricordato come predatore d’altura. Sul sedile del potere ormai da un trentennio, vive tra il bisogno di dare qualche decenza a un’amministrazione pubblica che spesso rinunzia a essere rispettabile, e la voglia di esibire con orgoglio la prepotenza e puntare – senza ulteriore commento – all’indecenza dell’identità. Si è messo in testa di allungarsi la vita (terzo mandato ahinoi!) e dare al suo governatorato in Campania un tocco decisamente mediorientale. Con lui ci può solo Crozza.

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