Inodore, incolore, insapore, il monossido di carbonio (CO) è tra le cause più frequenti di morti per avvelenamento. È un gas che uccide lentamente e subdolamente, consumando pian piano l’ossigeno presente in una stanza. Penetra nel flusso sanguigno, si lega all’emoglobina formando una sostanza tossica (la carbossiemoglobina) che non fa arrivare l’ossigeno ai tessuti del corpo e può portare alla morte.
Le cause
Il monossido di carbonio (CO) deriva dalla combustione incompleta di sostanze (legna, pellet, idrocarburi) usate per il riscaldamento; altre fonti sono i gas di scarico dei motori a scoppio nei locali chiusi e i fumi degli incendi. Secondo le stime, l’80% degli incidenti avviene in ambito domestico tra dicembre e febbraio-marzo, quando si assiste a un aumento degli accessi al pronto soccorso per avvelenamento da CO. Per esempio, ogni anno alla camera iperbarica di Vaio (PR), una delle tre dell’Emilia-Romagna, arrivano circa 150 pazienti. Non è però facile fare delle statistiche, perché i sintomi non sono specifici e a volte passano inosservati. Tuttavia, i dati americani parlano di circa 16 casi per 100.000 abitanti e di 1200 morti l’anno; quelli italiani di 20 persone ogni 100.000 abitanti con una mortalità del 5-8% – 500-600 morti all’anno, per i 2/3 derivanti da cause involontarie (cioè non suicidarie). C’è solo un modo per non trovarsi nel novero: prevenire l’incidente, perché le conseguenze sono spesso gravi. “In caso di intossicazione, la gravità del quadro clinico è correlata alla concentrazione di CO nell’ambiente in cui ha soggiornato il paziente e alla durata dell’esposizione”, scrivono i pediatri Nicolò Chiti e Patrizia Botarelli nel documento “Intossicazione acuta da monossido di carbonio”. Più a lungo si soggiorna nella stanza contaminata, più è alto il rischio di morte.
La prevenzione
Il rischio di avvelenamento deriva da fornelli o forni a gas utilizzati per cucinare, ma soprattutto da scaldabagni e impianti di riscaldamento: bracieri, stufe a gas, cherosene, pellet o legna, caminetti, caldaie. Il mix esplosivo è dato dal malfunzionamento, dovuto a mancata manutenzione, e dalla cattiva aerazione della stanza. All’origine dell’intossicazione ci sono tubi di scarico non puliti regolarmente o montati male, caldaie vecchie che vedono di rado il tecnico, scaldabagni non curati sistemati in locali poco aerati come il bagno, bracieri accesi. Quanto a camini e stufe a legna, questi vanno saputi usare bene: improvvisarsi fuochisti con stufe a legna o camini non è mai una buona idea, ci sono molte cose da sapere. Le braci non sono soltanto ipnotici tizzoni dall’arancio ammaliante, ma una fonte di pericolo se la legna non si incendia, limitandosi a fumare. Bisogna stare attenti al vento forte, che non sempre permette un adeguato smaltimento dei fumi verso l’esterno, e a usare bene la valvola della stufa. L’uso corretto degli impianti e la manutenzione sono dunque i capisaldi della prevenzione, ma per ulteriore sicurezza si può installare un rilevatore di CO.
La sintomatologia e la cura
“I sintomi di esordio possono essere cefalea, vertigini, nausea, vomito, talvolta diarrea, astenia, ‘floppy infant syndrome [ipotonia]’. Il quadro clinico può quindi facilmente essere confuso con una gastroenterite o una sindrome simil-influenzale, frequenti nella stessa stagionalità”, scrivono i pediatri nel documento. Oltre a essere sfumata, la sintomatologia può passare del tutto inosservata se la persona dorme o è ubriaca. Ma ci sono dei segnali da non sottovalutare. Per esempio Laura, la giovane rimasta intossicata con la famiglia in Friuli, aveva detto al telefono al fidanzato di avere “una nausea fortissima, non riesco nemmeno a camminare”. E lui aveva subito allertato i soccorsi. Soprattutto quando si nota che anche le altre persone nella stanza sono in condizioni simili, è importante chiamare immediatamente il 118. E anche se sembra l’ultima cosa da fare, è bene spegnere il riscaldamento e aerare bene il locale. L’avvelenamento da monossido di carbonio si cura con l’ossigenoterapia, allo scopo di ripristinare il corretto livello di ossigeno nel sangue. Nei casi più gravi il paziente viene portato nella camera iperbarica – una stanza chiusa nella quale viene immesso ossigeno puro.
Le avvertenze dell’Istituto Superiore di Sanità
Non usare mai un forno o un fornello a gas per riscaldare la casa
Non usare mai griglie a carbone, barbecue, lanterne o fornelli da campeggio dentro casa, in tenda o in camper
Non usare mai generatori, macchine per lavaggio a pressione o qualsiasi apparecchio a gas all’interno di scantinati, garage o altri spazi chiusi, anche se porte e finestre sono aperte, a meno che l’attrezzatura non sia stata installata correttamente e abbia una valvola di sfogo. Mantenere la valvola libera e pulita, specialmente in caso di vento forte
Non accendere veicoli a motore, generatori, macchine per lavaggio a pressione o qualsiasi apparecchio a gas nelle vicinanze di una finestra o di una porta aperte, per evitare che gli scarichi si accumulino nello spazio chiuso
Non lasciare mai un veicolo acceso in un parcheggio all’interno di uno spazio completamente o parzialmente chiuso, come per esempio un garage.