In una lontana notte del 1969 Jimmy Carter, non ancora presidente degli Stati Uniti, alzò lo sguardo proprio nel cielo della sua amata Georgia e oltre i pini vide una sfera in movimento luminosa come la luna. Carter si trovava fuori dal Lions Club di Leary, dove aveva in programma di parlare ad un incontro pubblico. Carter descrisse in seguito quello strano avvistamento in cielo fatto peraltro insieme ad altre persone: “Sembrava muoversi verso di noi da lontano, fermarsi, allontanarsi parzialmente, tornare indietro, quindi ripartire. Era dapprima bluastro, poi rossastro, luminoso, non solido”. E in maniera franca, quasi come nella celebre battuta del poliziotto nel film Blob, il futuro presidente spiegò: “E’ la cosa più strana che abbia mai visto in vita mia”.
Il celebre incontro di Carter con l’Ufo è giusto una mezza riga nei necrologi di queste ore incastrato tra l’analisi della sua sobria presidenza e il notevole lavoro umanitario svolto da allora. Come tutti i politici dovrebbe essere giudicato per i suoi successi e fallimenti professionali, ma questa bizzarra nota a piè di pagina ci suggerisce una cosa: un leader politico mondiale non ebbe mai paura di mostrarsi meravigliato l’ignoto e il non conosciuto. Già perché Carter sia durante la sua presidenza che successivamente non si è mai vergognato di parlare di quello “strano” avvistamento. Nel 1973, mentre era governatore della Georgia, presentò un rapporto che documentava l’avvistamento all’International UFO Bureau. In seguito affermò che dopo il suo incontro, non avrebbe mai più preso in giro nessuno che avesse riferito un’esperienza simile. La sua apertura mentale era radicata nella formazione scientifica ricevuta al college in Georgia, alla US Naval Academy e, in seguito, con il suo lavoro sui sottomarini nucleari. Carter sosteneva che solo perché qualcosa potesse essere un “oggetto volante non identificato” non significava che fosse un extraterrestre verde con testone grosso e zampe affusolate. In definitiva, credeva che ciò che vedeva, sebbene inspiegabile, fosse probabilmente opera dell’uomo. In ogni caso, l’incontro gli rimase impresso per anni.
Durante la campagna elettorale del 1976 ne fece un punto d’onore: pubblicare tutti i documenti relativi agli “strani avvistamenti” nella storia statunitense. Secondo alcuni resoconti, dopo la sua elezione, incontrò effettivamente l’allora direttore della CIA George Bush per fare quella richiesta. Qualunque cosa sia stata detta o meno in quell’incontro, Carter non sembrò mai più menzionare gli Ufo, almeno non pubblicamente nella sua veste ufficiale di presidente. In seguito avrebbe dichiarato al pubblico americano che la divulgazione di tali informazioni avrebbe danneggiato gli interessi della sicurezza nazionale. Tuttavia, l’interesse di Carter per gli Ufo non scomparve del tutto.
Nel 1977, con l’aiuto di Carl Sagan, la NASA inviò la sonda spaziale Voyager nello Spazio profondo contenente le registrazioni di saluti e musica da varie nazioni e culture. Il presidente Carter inviò un messaggio che recitava, in parte: “Questo è un regalo da un piccolo mondo lontano. Speriamo un giorno di unirci a una comunità di civiltà galattiche. Questo disco rappresenta la nostra speranza e la nostra determinazione, e la nostra buona volontà in un vasto e fantastico universo”.
Come spiega Shane Chasman sul DailyMail “nessun altro presidente ha mai tentato di affrontare direttamente gli avvistamenti Ufo. Clinton avrebbe detto che se avesse visto delle prove, le avrebbe raccontate alla gente, ma non lo ha mai fatto. George W. Bush ha scherzato con il conduttore di un programma notturno Jimmy Kimmel dicendo che una simile rivelazione “potrebbe farti andare in orbita”. Obama sembrava aver rinunciato del tutto al cosmo, bloccando sostanzialmente i finanziamenti alla NASA. Il presidente Trump ha creato la Space Force, ma per motivi di sicurezza nazionale piuttosto che di esplorazione spaziale. Anche se sugli Ufo, Trump ha detto: “Non ci credo, ma tutto è possibile”.
Il fascino per l’ignoto che porta con sé il cosmo, accompagnò probabilmente per tutta la vita il presidente Carter. Nel 1994 pubblicò una poesia intitolata Considering the Void, sorta di meditazione sulle immagini che la sonda spaziale Voyager inviò sulla Terra. “Quando contemplo il fascino dei cieli serali, la loro resistenza cullante… il panorama celeste della nostra Via Lattea che racchiude nel suo disco scintillante un’infinità di soli (o diciamo mille miliardi)… sapere che questa nostra galassia è una delle moltitudini in quello che chiamiamo cielo mi turba. Mi turba”, recitava il testo. Sul tema esiste pure un libro intitolato Jimmy Carter: racconti paranormali e Ufo scritto nel 2023 da Grant Cameron rintracciabile su Amazon.