Capita di girare per il centro storico di Napoli, nei giorni che precedono il Natale, quando le strade strette, i vicoli, sono letteralmente presi d’assalto dai frotte di turisti, ma anche dai napoletani medesimi che si beano di osservare la brulicante folla viandante, tra vetrine di negozi pieni di ogni leccornia di prodotti alimentari e non, cibi cotti, pizze fritte e al forno, cuoppi di ogni tipo di frittura (di tendenza), taralli, panini imbottiti, mozzarelle e pane, olive, baccalà e qualsiasi genere di tipicità, che fuoriesce dalle botteghe sotto vecchi palazzi e dentro camminamenti di portici anneriti dal tempo, in tutto questo gran guignol, esaltazione della carnalità consumistica, il cibo a Napoli è essenza stessa della città, dove la fame viene sempre comunque sfamata, in ogni momento della sua lunghissima storia.
Il napoletano che sbarca il lunario e che deve trovare ogni giorno il modo di mangiare è la rappresentazione plastica di questa esposizione di ricchezza alimentare, oro dei poveri e nello stesso tempo ricercata prelibatezza della unicità alimentare partenopea dei visitatori. Ma in questo grande emporio a cielo aperto, può capitare di imbattersi in un altro tipo di cibo: la cultura anch’essa bene tipico della città che celebrerà nel 2025 ben 2500 anni di storia.
Gettando lo sguardo sulle scale della chiesa sconsacrata di Sant’Angelo a Segno, forse all’origine un tempio paleocristiano, ho notato un’esposizione di disegni, locandine, oggetti, abbigliamento. Avvicinandomi ho letto che si tratta della mostra sulla canzone storica napoletana denominata Valsa di Partenope: incuriosito sono entrato e con somma gioia ho visto documenti molto interessanti, testi originali di canzoni storiche ed anche poco conosciute, “a casciaforte” “ciucculatina mia”, lettere autografe di Eduardo Scarpetta a sua figlia Titina De Filippo, e poi molti altri testi di canzoni note, abiti originali di attrici d’epoca come Gilda Mignonnette, fonografi e radio antiche e altri interessanti oggetti che per il poco tempo ho potuto guardare velocemente.
La mostra è stata organizzata dall’associazione officina delle idee CANONE INVERSO, aperta al pubblico dalle 10 alle 17 fino al 7 gennaio 2025. Una raccolta di materiale che esalta il valore del linguaggio musicale partenopeo, la sua universalità, perché anche da quei versi che ascoltiamo o cantiamo, si comprende la grandezza di una lingua che ha saputo esprimersi in forma artistica in tutto il mondo. Ecco Napoli il nutrimento dell’anima.