Dal 2 gennaio l’Inps erogherà in via sperimentale per due anni una nuova “prestazione universaleannunciata lo scorso gennaio dalla premier Giorgia Meloni nell’ambito dell’attesa riforma dell’assistenza agli anziani inserita nel Pnrr. Si tratta in realtà di un aiuto che di universale ha ben poco. Infatti spetta solo agli ultraottantenni non autosufficienti in condizioni di indigenza (serve un Isee sotto i 6mila euro) ed è subordinata a un bisogno assistenziale “gravissimo”: con quei parametri, andrà a non più di 25mila persone in tutta Italia, a fronte di una platea di 14 milioni di anziani e quasi 4 milioni di non autosufficienti.

In concreto si tratta di un aumento di 850 euro dell’assegno di accompagnamento, che porterà la cifra da 530 a 1380 euro al mese. Attenzione: la cifra aggiuntiva, battezzata “assegno di assistenza”, non si sommerà agli assegni di cura già previsti da varie Regioni. Chi già li riceve dovrà scegliere. I soldi serviranno per pagare i costosi servizi di cura a domicilio o le rette delle rsa.

La domanda potrà essere presentata all’Inps in via telematica dal portale dell’istituto: bisognerà cliccare su “Sostegni, Sussidi e Indennità” – “Esplora Sostegni, Sussidi e Indennità”, selezionare la voce “Vedi tutti” nella sezione Strumenti e successivamente “Decreto Anziani – Prestazione Universale”. L’Inps fa sapere che “provvederà al monitoraggio della spesa”: se arriveranno troppe domande rispetto alla cifra a disposizione, che è di 600 milioni per due anni, l’importo mensile potrebbe essere ridotto.

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