Care navigatrici, cari navigatori,
quello che ci lasciamo alle spalle è stato un altro anno di guerre e di sangue. Noi ve lo abbiamo raccontato dalle pagine virtuali de ilfattoquotidiano.it senza infingimenti, pubblicando spesso anche i video più cruenti provenienti da Gaza e dal fronte ucraino. Immagini che in genere vengono nascoste o censurate da tv e giornali. Non è un caso.
Edulcorare la realtà, nascondere i fatti perché non disturbino le opinioni, è ormai la tecnica abituale utilizzata dai media per non mettere in difficoltà il potere. Giornali e giornalisti, in crisi a causa della perdita di credibilità e di lettori, si rivolgono col cappello in mano ai governanti di turno per ottenere aiuti e sovvenzioni. La recente rivolta degli editori contro la decisione di tagliare i contributi alla stampa sta lì a dimostrarlo. Così come lo dimostra la repentina retromarcia della maggioranza che in zona Cesarini ha annullato il taglio e ha addirittura incrementato i fondi loro destinati di 31 milioni di euro rispetto al 2024. Il tutto mentre alle pensioni minime veniva riservato un aumento di meno di 2 euro al mese.
Qui al Fatto a decidere se facciamo bene (o male) il nostro mestiere siete solo voi che ci leggete. Ieri, 30 dicembre, eravate in 3.019.774 utenti a navigare il nostro sito. Così è a voi che ci rivolgiamo chiedendovi di supportare anche economicamente il nostro lavoro, diventando utenti Sostenitori. Al costo di un cappuccino alla settimana potrete navigare interamente il sito, accedere al nostro archivio per consultare tutti i pezzi (compresi quelli del giornale cartaceo sette giorni dopo la pubblicazione), scrivere sul blog Sostenitori o sul Forum e partecipare alle nostre riunioni di redazione in streaming inviando richieste o suggerimenti per inchieste e articoli. Abbonandovi invece al nostro canale YouTube potrete assistere in diretta alle trasmissioni a voi dedicate.
Il vostro sostegno è insomma essenziale. Anche perché nei prossimi mesi la nostra Società dovrà affrontare altri importanti investimenti per mandare online un sito tutto nuovo in grado di presentare ai lettori con la giusta rilevanza sia i contenuti del web che quelli del giornale diretto da Marco Travaglio. L’obiettivo è creare un ambiente che favorisca non solo chi legge ma anche la pressoché totale integrazione tra le due redazioni. L’editoria digitale non è ormai più una scelta, ma un obbligo. E ilfattoquotidiano.it e il Fatto Quotidiano, grazie allo straordinario impegno di tutti i colleghi, stanno dimostrando di aver intrapreso la strada giusta.
Il nostro giornale online in questi ultimi 12 mesi è stato spesso il terzo sito italiano, mentre il quotidiano, trascinato da un continuo aumento delle copie in digitale, secondo le rilevazioni Ads è ormai il quarto giornale generalista del Paese alle spalle di Corriere, Repubblica e Stampa. Molto è stato fatto, ma molto resta ancora da fare.
Alla base di questi risultati c’è soprattutto il lavoro dei nostri giornalisti. Pubblicare inchieste in esclusiva, fare scoop piccoli e grandi, dire quello che gli altri non dicono, è l’unico sistema per emergere dalla palude del conformismo, per diventare indispensabili agli occhi dei cittadini. E per vincere l’unica battaglia che conta nella vita, quella che ciascun essere umano combatte davanti allo specchio ogni mattina.
Noi nell’anno che lasciamo alle spalle ci abbiamo sempre provato. Primi tra tutti, e ancor prima delle inchieste della magistratura, abbiamo raccontato quello che accadeva nelle curve di Inter e Milan; in splendida solitudine abbiamo scritto delle conseguenze della fine del reddito di cittadinanza, pubblicando storie sui lavoratori fragili ridotti alla fame, sui disservizi e controsensi dei centri per l’impiego; in anticipo abbiamo svelato il progetto (poi portato a termine) per abolire l’abuso di ufficio e le storture della nuova legge sulla caccia raccogliendo anche migliaia di firme sulla piattaforma Io Scelgo; abbiamo poi sostenuto con articoli e inchieste la campagna di Oxfam per tassare le grandi ricchezze e abbiamo descritto passo passo il disastro di Stellantis.
Gli studi che dimostrano i danni del Pfas sulla salute così come le indagini giornalistiche sugli allevamenti intensivi in Lombardia le avete lette qui, accanto a articoli di sport che hanno contribuito a far esplodere lo scandalo olimpico della Senna inquinata e al racconto puntuale della folle organizzazione delle Olimpiadi invernali Cortina-Milano.
L’elenco delle nostre esclusive è ovviamente molto più lungo e impossibile da riassumere. Accanto a esso spicca però pure lo sforzo di descrivere il mondo per quello che è. E di farlo a 360 gradi. Occupandosi dell’alto e del basso. Di politica, esteri e cronaca, economia, ma anche di teatro, cinema, musica e letteratura. Si spiega così lo straordinario successo di FQ Magazine, la nostra sezione in teoria più leggera, che con il suo ormai tradizionale Speciale Sanremo è diventata un punto di riferimento per questo genere di giornalismo.
Non sappiamo cosa ci riserverà il 2025. Le previsioni per l’Europa non sono buone: in Italia negli ultimi 12 mesi sono aumentati solo gli occupati, ma la produzione industriale è crollata, le esportazioni sono al palo e i salari continuano a essere bassissimi. La fine delle guerre per il momento è solo una speranza. Sappiamo però cosa faremo noi. Continueremo a pubblicare tutte le notizie e le storie di interesse pubblico che saremo in grado di trovare. Se sarà necessario, violeremo anche la legge bavaglio voluta dal governo per impedire che i cittadini conoscano il contenuto letterale dei provvedimenti giudiziari. E ovviamente ne pagheremo in prima persona le conseguenze.
Anche per questo, care navigatrici, cari navigatori, è importante che nel 2025 voi ci siate. Diventate utenti sostenitori, abbonatevi al nostro mensile MillenniuM e al nostro giornale. Insomma stateci vicini. Vi promettiamo che faremo di tutto per non deludervi.
Buon anno a tutti!