Mentre la giornalista Cecilia Sala è detenuta nel carcere iraniano di Evin, Teheran a sorpresa annuncia che i detenuti cristiani nelle prigioni del Paese che non si siano stati condannati per reati come lo spionaggio o atti contro la sicurezza nazionale avranno cinque giorni di permesso per uscire dal carcere.

Una circolare a firma del capo dell’autorità giudiziaria della Repubblica islamica, citata dalle agenzie di Teheran, ordina a tutti i procuratori del Paese di dare attuazione alla decisione, in occasione dell’anniversario della nascita di Gesù e del Capodanno, “in considerazione degli effetti positivi e costruttivi della presenza dei detenuti con le loro famiglie“.

La notizia è riportata dall’Irna, l’agenzia di stampa della Repubblica Islamica, e la circolare fa riferimento ai “detenuti cristiani legalmente aventi diritto al congedo“. Si legge ancora che “i pubblici ministeri di tutto il Paese sono tenuti ad attuare la circolare e a monitorarne l’attuazione“.

Non è chiaro, al momento, se il permesso potrebbe valere anche alla giornalista italiana, per la quale ieri l’Iran ha formalizzato le accuse con una formula molto vaga – “violazione delle leggi della Repubblica islamica”.

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