Non capisco questo arresto, non riesco a capirlo”: dal carcere milanese di Opera Mohammad Abedini Najafabadi – il cittadino iraniano arrestato a Malpensa il 16 dicembre scorso su richiesta degli Stati Uniti – lo ribadisce al suo legale, Alfredo de Francesco, che lo ha incontrato martedì mattina alla presenza anche del console dell’Iran. “Io sono un accademico, uno studioso: non sono certo un terrorista“, sottolinea l’uomo la cui vicenda incrocia il destino della giornalista Cecilia Sala, arrestata a Teheran lo scorso 19 dicembre con accuse ancora non chiare.

In base a quanto riferisce il suo difensore, nel corso del colloquio – durato alcune ore – non si è parlato del caso della giornalista italiana, ma Abedini lo avrebbe appreso dai notiziari tv in carcere. Per gli Stati Uniti c’era anche la sua firma sull’attentato che a gennaio è costato la vita a tre soldati in una base militare in Giordania. Per la precisione, sui resti del drone che la colpì sarebbero stati trovati dati riconducibili alla società che aveva prodotto il gps del velivolo. Per Washington, pertanto, Mohammad Abedini Najafabadi, deve essere estradato negli Usa e processato.

Ma nel corso dell’incontro avvenuto nel carcere di Opera con il suo legale, Abedini ha ribadito la sua estraneità alle accuse definendosi “stupito”. Intanto si fa strada sempre più strada l’ipotesi che il fermo Cecilia Sala sia proprio una risposta all’arresto dell’iraniano avvenuto pochi giorni prima, con l’obiettivo di arrivare a uno “scambio“. Non è un caso se il viceministro degli esteri iraniano, a colloquio con l’ambasciatrice italiana a Teheran, ha menzionato il caso dell’ingegnere esperto di droni.

Intanto lunedì l’avvocato de Francesco ha depositato un’istanza alla Corte d’Appello di Milano per chiedere i domiciliari per Abedini, fornendo anche l’indirizzo di una casa nel capoluogo lombardo. Nella richiesta si fa riferimento anche alla non sussistenza del pericolo di fuga e il legale sul punto cita “a garanzia anche un soggetto altamente qualificato“. L’incartamento è all’attenzione della Corte che lo trasmetterà alla Procura generale per un parere, non vincolante. L’udienza in cui verrà vagliata la richiesta potrebbe slittare alla prossima settimana.

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