A poche ora dalla fine dell’anno il gas segna il record del 2024 sul mercato di Amsterdam, superando i 50 euro al megawatt/ora e toccando il valore più elevato dall’ottobre 2023. A spingere le quotazioni sono le temperature in ribasso e le previsioni di un’ondata di freddo in arrivo. Questo mentre dal primo gennaio non sarà più in vigore l’accordo tra Mosca e Kiev per il passaggio di gas russo dall’Ucraina, senza che al momento si vedano spiragli per un rinnovo.

Il primo gennaio non è previsto alcun flusso di gas russo verso l’Europa attraverso l’Ucraina, mostrano i dati del gestore del gasdotto ucraino. I dati dell’operatore ucraino Ogtsu confermano che le consegne attraverso l’unico punto di ingresso per il gas russo in Ucraina scendono a zero a partire dal 1 gennaio 2025.

Lo stop del flusso taglierà all’Europa il 5% delle sue forniture, aggravando una crisi energetica mai del tutto superata, visto che le quotazioni restano doppie rispetto alla media storica pre-invasione. I paesi che ricevono gas russo via Ucraina sono Slovacchia, Ungheria, Austria e anche Italia. I rincari del gas si tradurranno in maggiori costi per le imprese europee, a danno della competitività, e in bollette più salate per le famiglie. Diverse simulazioni prevedono un 2025 di aumenti per luce e gas, con rincari che oscilleranno tra il 20 e il 30%.

L’Europa si dice comunque pronta per la fine del contratto di transito del gas. “L’impatto sulla sicurezza dell’approvvigionamento dell’Ue sarà limitato“, sottolinea una portavoce della Commissione europea, spiegando che l’infrastruttura europea è sufficientemente flessibile per garantire forniture di gas non russo ai Paesi dell’Europa centrale e orientale tramite “rotte alternative”.

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