Anche il 26 dicembre il prof. Silvio Garattini, il longevo fondatore e presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, era al lavoro e rilasciava al quotidiano torinese un’intervista incentrata naturalmente sul suo settore d’eccellenza: i farmaci. Per prima cosa, il farmacologo ha puntato il dito su una stortura di base: le informazioni sui prodotti sono fornite unicamente dalle aziende farmaceutiche, che ovviamente hanno tutto l’interesse a presentarli sotto la luce migliore. “In televisione, sui giornali, sulle riviste, sui social assistiamo a comportamenti molto aggressivi. A volte si usano delle formule indirette e si aggirano le regole fornendo messaggi fuorvianti”. Mancano purtroppo dei controlli, così il cittadino non è protetto davanti a questa offerta, che risulta ancora più allettante quando la promessa è il dimagrimento e sotto le feste non si vuole rinunciare a nulla. “Non si ingrassa per quello che si mangia a Natale o a Capodanno ma per quello che si mangia il resto dell’anno”, osserva Garattini. Tuttavia, “si preferisce mangiare in eccesso e usare dei prodotti per perdere peso basandosi sulle promesse di una pubblicità senza controllo”. Che ci fa perdere di vista i limiti di un prodotto che, come ricordano di continuo i medici, è nato per il trattamento del diabete di tipo 2 dell’obesità grave. “In tutti gli altri casi non serve a nulla: è provato che, se non si è imparato a mangiare, quando si smette il trattamento si prende di nuovo rapidamente il peso perso”, dichiara l’esperto alla Stampa.

Un dimagrimento boomerang
Che i farmaci a base di semaglutide (come Ozempic e Wegovy) facciano dimagrire è indubbio, ma con quali conseguenze? Di questo prodotto, relativamente nuovo sul mercato, ancora non si conoscono gli effetti a lungo termine. Del resto, spiega il farmacologo, dei medicinali si valuta l’efficacia più che la tossicità. “Conosceremo le reali conseguenze sulle persone solo in futuro. Non abbiamo un’organizzazione per raccogliere le informazioni sugli effetti tossici dei farmaci, non abbiamo un’agenzia o una struttura che se ne occupi. In questo modo emerge solo il 10 per cento degli effetti tossici di un farmaco”.

Già si vedono però le prime conseguenze, a livello estetico: la “faccia da Ozempic”, con occhiaie scavate e zigomi pronunciati: forse la conseguenza minore per chi, senza prescrizione medica e senza una reale necessità, si lascia abbagliare dalle promesse della pubblicità, rilanciate dai social. Su TikTok, i pentiti dell’Ozempic mostrano visi emaciati e pance cascanti. Ma c’è di peggio. “Fra le informazioni che mancano su questi farmaci non sappiamo quanto, in un soggetto che non è diabetico, assumere questi farmaci che fanno perdere peso ma anche calare la glicemia potrebbe essere dannoso se non si è iperglicemici”.

Effetti avversi in aumento
Con il passare del tempo emergono sempre più problematiche. Quelle a livello gastrointestinale erano già note e sono alla base di molte cure interrotte. Ma, avvertono ormai da un anno EMA e FDA, gli effetti sono peggiori di quanto preventivato. Da uno studio uscito a fine 2023 su Jama è emerso che, rispetto al gruppo di controllo, chi assumeva semaglutide aveva un rischio aumentato di pancreatite (+ 9,9 volte), blocco intestinale (+ 4,3 volte) e paralisi gastrica (+ 3,67 volte). A novembre 2023, come riportato dal New York Post, è stata segnalata la morte di una donna per malattia gastrointestinale in seguito all’assunzione di Ozempic. Sotto esame sono finiti anche altri possibili effetti collaterali tra cui visione offuscata e insufficienza renale, mentre EMA e FDA indagano su altri possibili effetti avversi, come un maggior rischio di tumore della tiroide e di tendenze suicide – dopo 36 morti sospette negli USA.

Allarmi inascoltati
Ancora a inizio mese, un TikToker francese dichiarava, in un post da quasi 50.000 visualizzazioni: “Perdere 40 kg in meno di tre mesi è possibile”. Non va meglio oltre oceano. Secondo un sondaggio svolto dalla piattaforma per la salute digitale Tebra e riportato dal New York Post in un articolo del 29 dicembre, più di un quarto degli americani sta valutando di assumere semaglutide per dimagrire. A dirlo è il 30% delle donne contro il 20% degli uomini, che intendono perdere rispettivamente 10 e 8 chili. La semaglutide sarebbe per gli intervistati preferibile a dieta e attività fisica. Il 37% dei giovani della Gen Z è pronto a disertare la palestra per usare farmaci per dimagrire. “I boomers sono i più convinti: il 72% ritiene che questi farmaci lavorano meglio dei metodi tradizionali. Segue a ruota la Gen X, con il 70%, mentre i Millennials e la Gen Z sono meno sicuri”, si legge sul quotidiano americano. A esserne certe sono in particolare le donne: 75%, contro il 53% degli uomini. Quanto ai rischi collaterali, l’86% del campione ritiene che i benefici siano superiori e che valga la pena provarci. A colmare la misura, il NYP segnala il ricorso ad acquisti di farmaci anche contraffatti su Facebook, per ovviare ai prezzi elevati di Ozempic e affini. Si chiuderà la stalla quando saranno scappati tutti i buoi?

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

“Attenzione ai tappi di spumante e alle ‘stelline’, i bambini possono perdere la vista”: l’allarme dei medici per Capodanno

next
Articolo Successivo

“Mia figlia è terrorizzata dalle persone che ridono, ha la sindrome di Williams. Che fare?”: la lettera della mamma e i consigli dell’esperta

next