Il 2024 si chiude con la richiesta alla Ue da parte dell’Italia della settima rata del Pnrr. Ulteriori 18,3 miliardi che una volta ottenuti porteranno l’Italia a quota 140 miliardi circa, oltre il 72% della richiesta complessiva. Per ottenere l’esborso occorre raggiungere ulteriori 67 obiettivi. Giorgia Meloni sottolinea come il 2025 sarà “cruciale” per la fase due dell’intero progetto, quella della messa a terra dei progetti: “È una fase che non ammette ritardi“. Come quelli accumulati nella messa a terra dei fondi mentre alla guida dell’attuazione c’era Raffaele Fitto che aveva del resto ereditato dai governi precedenti meccanismi farraginosi e una pubblica amministrazione spesso non all’altezza del compito.

Il nuovo ministro per gli affari europei, il Pnrr e le politiche di coesione, Tommaso Foti, di FdI, intervistato dal Messaggero afferma che l’ipotesi di una proroga del piano oltre il 2026 – caldeggiata dal titolare dell’Economia Giancarlo Giorgetti – “rischia di bloccare tutto in partenza”. E visto che “non è un automatismo“, l’Italia deve “fare come se non ci fosse. L’obiettivo resta quello iniziale, se poi anche altri Paesi si muoveranno e se ve ne sarà bisogno vedremo il da farsi”. Che fare dunque per accelerare la spesa? “Bisogna vedere che impatto avrà sull’andamento delle spese la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto di Giorgetti con cui gli enti locali potranno chiedere ai ministeri anticipazioni fino al 90% del costo degli interventi. Molti Comuni andavano in difficoltà nel dover fare anticipo di cassa e quindi c’è stato qualche intoppo ma questo consentirà di velocizzare. Sappiamo che è una corsa contro il tempo ma non è una novità, era programmato”.

Tra gli obiettivi fissati per ottenere la settima rata ci sono gli investimenti per l’implementazione delle infrastrutture di trasmissione dell’energia elettrica (tra cyu Tyrrhenian link), il potenziamento della flotta di autobus e di treni a emissioni zero per il trasporto regionale, dei nodi metropolitani e dei principali collegamenti nazionali, la riqualificazione di molte stazioni ferroviarie, le misure per la cybersicurezza, l’attivazione di 480 centrali operative territoriali (COT) per rafforzare le prestazioni in materia di salute pubblica, gli investimenti per una migliore gestione delle risorse idriche. Il target prevede anche il conferimento di 55.000 borse di studio agli studenti meritevoli meno abbienti per l’accesso all’Università, 7.200 borse di dottorato nei settori della ricerca, della PA e della cultura e 6.000 borse di dottorato innovative dedicate alle imprese.

Agli investimenti si aggiungono diverse riforme strategiche, come la legge sulla concorrenza, il completamento delle misure per velocizzare i pagamenti della pubblica amministrazione, la revisione del servizio civile universale per favorire la partecipazione dei giovani e il provvedimento sulle rinnovabili, in linea con gli obiettivi della nuova missione REPowerEU.

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L’Italia incassa la sesta rata del Pnrr (8,7 miliardi). Finora Bruxelles ha versato ai Paesi membri 300 miliardi su 650

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