Tanto rumore per nulla, o comunque per molto poco. Dopo il caso di Carlo Auteri, il deputato regionale che ha dovuto abbandonare Fdi dopo le polemiche sulle mance distribuite a enti e associazioni, la nuova finanziaria della Sicilia partorisce nuove erogazioni: stavolta sono 100 milioni distribuiti tra tutti i partiti, ad eccezione di Ismaele La Vardera, l’ex Iena ora deputato regionale, che ha rifiutato. E ce n’è un po’ per tutti. Non ci sono le associazioni, ma non mancano le sagre, i carnevali, le pasque, e in barba ad ogni principio di laicità delle istituzioni statali, una valanga di contributi a parrocchie e chiese. Mentre tante voci restano fin troppo generiche o vaghe: a molti Comuni vanno contributi per il non meglio specificato “marketing territoriale”. E ci sono voci anche curiose: come quella che eroga 50mila euro a Barcellona Pozzo di Gotto per la “vestizione dei vigili urbani”, una voce rivendicata in un comunicato stampa dal gruppo della Lega: “Saranno vestiti da Dolce&Gabbana?” scherzano nelle retrovie, gli avversari politici.
Ma è una voce che sbiadisce di fronte ai 200mila euro destinati al Libero consorzio di Ragusa per promuovere il turismo in “mondovisione” ma avvalendosi delle “emittenti regionali”. Ma non sfigura neanche Monreale che riceve 50mila euro per “favorire la partecipazione degli operatori istituzione ad eventi fieristici di richiamo nazionale e internazionale”. Eppure, dopo le recenti polemiche sui contributi diretti dati senza specifici criteri alle associazioni “amiche” è stato deciso di eliminare enti e associazione e affidare le mance direttamente alle amministrazioni comunali che dovranno poi decidere a quali associazione affidare gli eventi in calendario.
E’ stata una finanziaria che ha visto la luce dopo un braccio di ferro tra il presidente della Regione, il forzista Renato Schifani e il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, considerato molto vicino a Ignazio La Russa. Un conflitto nato proprio sugli interventi a pioggia: Galvagno avrebbe voluto un fondo specifico gestito dalla presidenza – raccontano i ben informati dietro le quinte – mentre Schifani ha insistito per la spartizione tra i deputati. Per questo l’approvazione della finanziaria era saltata lo scorso 23 dicembre. Dopo Natale, però, i due presidenti hanno trovato l’accordo e la finanziaria, col maxi emendamento, è stata approvata nella notte tra venerdì 27 e sabato 28.
Di associazioni private, quindi, non c’è traccia, anche se in prima battuta era apparso perfino il nome di Sustanza Impresa Sociale, alla quale erano stati destinati 150mila euro per la “realizzazione di un progetto di inserimento lavorativo di ragazzi svantaggiati italiani ed extracomunitari”. Forse una svista, perché l’impresa sociale inserita nel maxi emendamento era addirittura una Srl, particolare notato in tempo da La Vardera. Il governo regionale ha dunque eliminato questa voce. Ne sono rimaste però tantissime altre. Sono quasi 60 le feste patronali finanziate dalla Regione. Le chiese di Modica fanno incetta: 25mila euro sono destinati per la Parrocchia di San Pietro per i festeggiamenti del Santo patrono, 25mila euro alla Parrocchia del Sacro Cuore per acquisto di organo e arredi, mentre la parrocchia Sacro Cuore di Gesù prende 25mila euro per attività culturali, 25mila euro poi vanno alla parrocchia Santa Maria di Betlemme per i festeggiamenti della Madonna Vasa Vasa. Ma non basta, ci sono anche 30mila euro per la parrocchia di San Giorno, 25mila per la parrocchia Madonna delle Grazie e 25mila anche per la Parrocchia San Giovanni Evangelista. Non a caso di Modica è Ignazio Abbate, deputato regionale e vice capogruppo della nuova Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro.
Di Cerda è invece il deputato regionale Salvo Geraci, presidente del gruppo della Lega, e sindaco del comune natio, una combinazione che frutta al paese della provincia di Palermo 110mila euro per la sagra del carciofo ma anche 215mila euro addirittura a sostegno del bilancio comunale. A Cerda fanno compagnia Gela e Ramacca che ricevono 100mila euro per il risanamento del bilancio comunale. Dopo la sagra del carciofo però si conta anche la sagra della pesca (il frutto) a Bivona (Agrigento), che ottiene 50mila euro. Più poverella la sagra del fico d’India di Carlentini (Siracusa), che prende solo 25mila euro, meno ancora ottiene Augusta per la sagra della pesca (in questo caso in senso ittico), per la quale incassa 20mila euro, nonostante in larga parte il mare in quella zona sia interdetto alla pesca.
Sono invece poco meno di 200 le voci che destinano fondi ai comuni per “marketing territoriale”, non una definizione chiarissima per una necessità che stando al maxiemendamento è della metà dei comuni siciliani, quasi sempre associata alla “promozione turistica”, che però da sola non basta e che raggiunge cifre, come nel caso di Modica, di 150mila euro. Ma meglio fa Isola delle femmine, che per la promozione turistica e il marketing territoriale ottiene addirittura non una ma due voci di spesa, una di mila e l’altra di 50mila euro, che approdano in un comune che probabilmente è bacino elettorale per più di un deputato. E non sono poche neppure le voci raddoppiate: anche a Milazzo, per esempio, due voci per la promozione turistica, una di 55mila, e una di 70mila (questa è in coppia col marketing territoriale). Ma i raddoppi ci sono anche a Cammarata (Agrigento), Aci Sant’Antonio (Catania), San Michele Ganzaria (Catania), Piazza Armerina (Enna). Molto raddoppi sono nel Messinese, che oltre a Milazzo, conta anche Acquedolci, Capo d’Orlando, Cesarò, Condrò, Rometta. Ma a fare il jackpot per la promozione turistica nel Messinese è Santa Lucia del Mela. Paesino di poco più di 4mila anime, poco sopra Milazzo, feudo politico di Matteo Sciotto, del gruppo parlamentare di Cateno De Luca, ormai passato dall’opposizione al sostegno del governo di Schifani: ottiene per questa voce 180mila euro. Sono almeno 7 gli eventi pasquali e 11 i carnevali sostenuti dalla Regione che per i più noti stanzia due cifre molto distinte: 40mila Sciacca e ben 200 mila per Acireale. Molto meno considerato per il prossimo anno pare invece il Natale, ed è un peccato, considerando che resta ancora il profumo nell’aria di Rodì Milici (Messina) del vin brulè che accompagnato al riso nero è stato il cuore dell’evento dello scorso 26 dicembre, sostenuto dalla Regione con 5 mila euro: in quel caso la voce era “magia del Natale”. Ma ci sarà di certo spazio per un po’ di magia nelle risorse destinate ai comuni alla voce “promozione turistica e marketing territoriale”.