Tosse, raffreddore, mal di gola e qualche livido, spuntato così, dal nulla. Sintomi apparentemente comuni a qualsiasi bambino del mondo. Ma, in questo caso, celavano una malattia ben più grave della “tonsillite” o della classica “influenza natalizia”: la leucemia. È questa la storia del piccolo Jimmy Cragg, 6 anni, che ha scoperto di essere affetto da un tumore del sangue, cui diagnosi è rarissima per i bimbi della sua età, solo grazie alla “testardaggine” dei suoi genitori, Wendy e Will, che, dopo settimane di visite e controlli di routine, non si sono più fidati dei consigli del loro medico di base e lo hanno portato al pronto soccorso. Soltanto lì, dopo ore di attesa e una richiesta specifica di analisi del sangue, la famiglia Cragg ha ricevuto la diagnosi definitiva.
Il calvario del piccolo Jimmy comincia a novembre, quando inizia a stare male. Sintomi poco preoccupanti, come tosse, raffreddore e mal di gola, a cui, inizialmente, i suoi genitori non danno neanche troppo peso. Ma quando scoprono un piccolo nodulo sul collo del figlio, Wendy e Will fanno la prima telefonata al numero d’emergenza. “Ha una ghiandola gonfia”, “tonsillite” o “il solito virus natalizio che gira nelle scuole”, sono le prime diagnosi del medico di base che mette un freno alla preoccupazione dei due genitori. “Ci hanno detto di non preoccuparci, che era solo una ghiandola gonfia – spiega Wendy al The Sun -. Non migliorava e abbiamo fatto alcune chiamate al 111. Ma ci dicevano che tutti i bambini avevano la stessa malattia. Che era uno dei soliti virus natalizi”.
Nonostante fossero trascorse alcune settimane, però, Jimmy non migliorava. Anzi, Wendy e Will si preoccupano seriamente quando “ha iniziato a parlare in modo strano” pochi giorni prima della recita di Natale: “Lo abbiamo riportato dal medico di base e ci hanno detto che forse era tonsillite. Abbiamo insistito molto per farci prescrivere gli antibiotici. Dopo cinque giorni, però, non era migliorato. Così abbiamo chiamato di nuovo il 111. Ci hanno detto di finire il ciclo di antibiotici”.
Quella stessa sera, però, il piccolo ha iniziato a vomitare. Un sintomo che ha solamente aumentato la preoccupazione dei suoi genitori: “Ho chiesto se dovevamo andare al pronto soccorso, ma ormai eravamo stanchi di tutto ciò. Siamo saliti in macchina e lo abbiamo portato in ospedale“, ha confessato ancora una volta. Dopo ore di attesa, alla fine, sono riusciti ad essere visitati dal personale medico: “Abbiamo insistito per ulteriori analisi del sangue e, mentre le facevamo, Jimmy è stato visitato da un consulente che durante l’esame ha trovato dei lividi sulla schiena. Non li avevo mai notati prima”. A quel punto, è arrivata la terribile diagnosi: Jimmy ha la leucemia. “È l’incubo peggiore per ogni genitore, è stata la cosa più brutta da sentire. Eravamo sotto choc. E lo siamo ancora”, confessa Wendy.
Adesso, però, la famiglia di Jimmy si sta impegnando per sensibilizzare i genitori di tutti i bambini del mondo sui sintomi di questo particolare tipo di tumore. “Abbiamo scoperto che la leucemia è molto rara nei bambini. Ciò significa che molti medici di base non sanno riconoscere i sintomi, che sono simili al raffreddore e alle influenze, ma ci sono anche lividi inspiegabili. Abbiamo avuto la fortuna di scoprire la malattia in tempo, ma è successo solo perché lo abbiamo portato al pronto soccorso nonostante ci avessero detto di non farlo. Chissà cosa sarebbe successo se non lo avessimo fatto… Direi ai genitori di fidarsi del proprio istinto“, conclude Wendy.
Al momento, Jimmy sta bene, si sta curando e sta svolgendo le sedute di chemioterapia una volta alla settimana. “Tutti adorano la sua risata contagiosa – aggiunge Wendy -. È un bambino davvero bravo. A volte è giù di morale perché è stato qui per molto tempo, ama fare sport ed essere attivo, quindi è difficile per lui”. Per supportare le spese mediche necessarie a curare la malattia di Jimmy, la famiglia Cragg ha anche aperto una campagna su GoFundMe: l’obiettivo è raccogliere 25 mila sterline per migliorare le strutture del reparto in cui è ricoverato il piccolo.
(Crediti foto: GoFundMe)