Il presidente eletto Donald Trump si era affrettato ad associare l’attentato di New Orleans all’immigrazione illegale, nonostante non ci fosse alcun elemento investigativo che lo facesse pensare. E a poche ore dalla strage, quello che è emerso è che il killer non avesse nulla a che fare con la tesi del tycoon. Shamsud-Din Bahar Jabbar corrisponde infatti a un altro profilo, confermato dal presidente Joe Biden. “L’Fbi mi ha riferito che l’attentatore di New Orleans era un cittadino americano, che aveva prestato servizio nell’esercito ed era stato nella riserva fino a pochi anni fa e che prima dell’attacco aveva postato tre video in cui diceva che voleva uccidere”, ha dichiarato il presidente.
Il servizio nell’esercito – La ricostruzione dell’identità è iniziata subito dopo l’uccisione di Jabbar, neutralizzato dalle forze di polizia dopo essere sceso dal pick-up col quale ha compiuto il massacro. Texano di 42 anni, Shamsud-Din Jabbar ha prestato servizio nell’esercito degli Stati Uniti dal 2007 al 2020, anche in Afghanistan. Abitava a Houston e aveva importanti problemi finanziari a causa di due divorzi, a cui si riferisce anche nel corso delle registrazioni effettuate probabilmente poco prima dell’attentato e ora al vaglio delle autorità. Jabbar, che è rimasto ucciso nello scontro a fuoco con la polizia seguito al suo attacco, era stato nell’esercito dal marzo del 2007 al gennaio del 2015, prima come Human Resource Specialist e poi com Information Technology (IT) Specialist, ed era stato inviato in Afghanistan tra il febbraio del 2009 e il gennaio 2010. Una volta lasciato il servizio attivo era rimasto riservista fino al luglio del 2020, quando ha lasciato definitivamente l’esercito con il grado di sergente. Ha lavorato come specialista delle risorse umane e specialista delle tecnologie dell’informazione in servizio attivo tra marzo 2007 e gennaio 2015, venendo inviato in Afghanistan una volta da febbraio 2009 a gennaio 2010. Dopo aver lasciato il servizio attivo nel gennaio 2015, Jabbar è rimasto nella riserva dell’esercito fino a luglio 2020. Secondo i militari, lasciò il servizio come sergente maggiore, riporta la Cnn. Prima di arruolarsi nell’esercito, Jabbar entrò per un mese nella Marina degli Stati Uniti. Un portavoce del corpo militare ha confermato alla Cnn che si era arruolato nell’agosto 2004 e che era stato congedato un mese dopo dal Delayed Entry Program, che consente alle reclute di arruolarsi per il servizio ma di posticipare la data di spedizione al campo di addestramento. Durante gli anni trascorsi nell’Esercito – riportano ancora i media Usa – aveva ricevuto diverse medaglie, tra i quali la Global War on Terrorism Service Medal, il riconoscimento, creato da George Bush dopo l’11 settembre, conferito ai militari che partecipavano alle missioni all’estero.
I problemi economici – Secondo quanto riportato dal New York Times, Jabbar aveva problemi finanziari: in un documento giudiziario depositato nell’agosto 2022 come parte di una procedura di divorzio (si era sposato due volte e due volte aveva divorziato, ndr), il killer aveva dichiarato di aver lavorato presso la società Deloitte e di aver guadagnato circa 120mila dollari l’anno. Ma in un’e-mail all’inizio dello stesso anno, rivela il quotidiano Usa, il sospettato aveva affermato di dover pagare più di 27mila dollari di pagamenti arretrati della casa e di essere a rischio di pignoramento. E di aver contratto 16mila dollari di debiti sulla carta di credito a causa delle spese di sostentamento e della necessità di assumere un avvocato, apparentemente per il divorzio. Pochi frammenti ancora di un puzzle che dovrà chiarire il profilo del killer e le motivazioni dietro al suo gesto su cui, per ora, incombe l’ombra del sedicente Stato islamico.
Il noleggio dell’auto e l’appartamento su Airbnb – Il mezzo con cui ha compiuto il massacro era stato noleggiato lo scorso 30 luglio, per 150 dollari al giorno, e il contratto sarebbe scaduto il 30 giugno 2026. Viste le difficoltà finanziarie del killer, non è chiaro con quali soldi sarebbe stato pagato il noleggio, avvenuto tramite la app Turo. La stessa attraverso la quale è stato affittato il Tesla Cybertruck esploso davanti al Trump Hotel a Las Vegas. L’uomo era già nei pressi del luogo dell’attentato: aveva affittato su Airbnb un appartamento al numero 1329 di Mandeville Street, a soli 15 minuti di auto da Bourbon Street, dove ha falciato la folla. Una foto circolata tra i funzionari di polizia – riferiscono i media Usa – mostra Jabbar, con barba e in mimetica, accanto all’auto dopo essere stato ucciso. Dentro il mezzo, le autorità hanno rivenuto armi, esplosivi e anche una bandiera dell’Isis. Un ritrovamento chiave, che ha spinto l’Fbi a indagare per determinare le potenziali associazioni e affiliazioni di Jabbar con organizzazioni terroristiche.