Un dibattito promosso a Venezia da Amnesty International sul “genocidio di Israele contro la popolazione palestinese di Gaza”, ha suscitato la sdegnata reazione della Comunità Ebraica. L’appuntamento è per il 9 gennaio nella sede di Ateneo Veneto, una delle più prestigiose istituzioni culturali veneziane, che però non è organizzatore dell’evento, ma mette solo a disposizione una sala nella propria sede a due passi dal Teatro la Fenice.

“Ti senti come se fossi subumano”, è il tema dell’incontro promosso dalla circoscrizione Veneto e Trentino Alto Adige dell’associazione e dal gruppo Giovani 109 di Venezia, Amnesty Italia. Parteciperanno Vito Todeschini e Tina Marinari, coinvolti nella campagna di Amnesty International per la denuncia delle stragi compiute dall’esercito israeliano a Gaza.

Dario Calimani, presidente della comunità ebraica, ha inviato una lettera ad Antonella Magaraggia, presidente di Ateneo Veneto e magistrato in pensione. Gli ebrei veneziani si dichiarano “amareggiati e sorpresi”, per l’annuncio dell’incontro. “Prendo atto del fatto che l’evento è solo ‘ospitato’ da Ateneo Veneto – scrive Calimani – ma ugualmente, forse, si poteva riflettere meglio sull’opportunità di dare ospitalità a posizioni da sempre preconcette e preconfezionate, come quelle di Amnesty. Avremmo tutti noi apprezzato che Amnesty avesse levato la sua voce in una manifestazione simile anche dopo gli stupri, le mutilazioni e il massacro del 7 ottobre”.

Su quanto sta accadendo in Israele e a Gaza “si possono avere le idee più disparate e opposte, altro è fare propaganda demagogica di tipo terzomondista con un linguaggio che è quello della tifoseria, senza preoccuparsi di proporre uno sguardo storico complessivo a una tragedia che coinvolge tutti gli attori sulla scena”, prosegue la lettera. Poi Calimani aggiunge: “Non è che le parole razionali e di saggezza equidistante non tengano conto dei morti civili e dei bambini che soccombono. La tragedia è generale, ma non è con la diffusione delle facili condanne unilaterali che si risolve una questione settantennale, in cui tutti, in altri momenti di grande criticità, hanno mantenuto un solenne silenzio e un distacco che è stato assai vicino all’indifferenza”.

L’affondo contro Amnesty è deciso: “Ha sempre tenuto una posizione ben precisa, e da quella posizione continua a ergersi per fomentare altro odio con un linguaggio che non è certo quello dei fautori di giustizia e di pace. L’uso caparbio del termine ‘genocidio’ ha implicazioni terribili e demagogiche su cui è forse superfluo soffermarsi”. La comunità ebraica spiega che questa posizione ha “il solo effetto, presente e locale, di aumentare prese di posizione che non distinguono fra Israele e gli ebrei del mondo, anche quando ci si impegni a sottolineare i debiti distinguo”.

Calimani si appella a un’istituzione culturale come Ateneo Veneto: “Viviamo tempi terribili, e la sola cosa che ci possiamo aspettare è che le istituzioni che possono svolgere un ruolo nella qualità della vita e del dialogo civile in città siano consapevoli di svolgerlo, quel ruolo, nel migliore e più saggio dei modi”. Antonella Magaraggia ha risposto spiegando ciò che risulta anche dalla homepage di Ateneo: “Si tratta di un evento ospitato e, come accade in tutti questi casi, l’Ateneo non entra nell’organizzazione e si limita a dare in uso le sale. Credo di svolgere il mio ruolo di presidente in maniera adeguata e sicuramente ‘terza’”. Cioè con un ruolo indipendente.

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