Buon anno alla comunità del Fatto Quotidiano. Sarà un anno in cui scegliere, con i fatti e non solo con le parole, da che parte stare su tanti fronti. In primo luogo dalla parte della pace contro la guerra. E quindi schierarsi in difesa degli articoli 10 e 11 della Costituzione, ripudiare la guerra vuol dire non essere nemmeno complici, conniventi e indifferenti e, quindi, contrastare tutte le azioni ed omissioni belliciste.
In particolare, oggi, sul fronte ucraino e nel medio oriente, con riferimento soprattutto al genocidio che lo stato israeliano sta consumando nei confronti della Palestina e del suo popolo. Stare sempre dalla parte degli oppressi contro gli oppressori. Ed il sionismo è oppressione, colonizzazione e imperialismo.
Si deve scegliere, pertanto, di lottare in difesa ed attuazione della Costituzione, in tutte le sue parti e soprattutto nei principi fondamentali. Una Costituzione calpestata, umiliata, cancellata da una classe dirigente politica ed istituzionale non di rado traditrice, spesso mediocre ed incapace, protesa a tutelare interessi privati e non il bene comune.
Un anno in cui la custodia della Costituzione deve passare nelle mani del popolo vista la pavidità e l’indifferentismo anche di tanti custodi della Costituzione: è venuto il momento, con l’avanzata dei nuovi fascismi, di attivare in pieno gli antidoti più potenti della democrazia costituzionale: gli articoli 1, secondo comma, e 3, secondo comma, della Carta nata dalla resistenza. Il popolo sovrano che rimuove gli ostacoli, come compito della Repubblica, che impediscono l’applicazione della Costituzione.
Sarà l’anno in cui difendere ed attuare i diritti fondamentali, quali lavoro, salute, uguaglianza, ambiente, istruzione. Sarà anche l’anno in cui difendere i baluardi della democrazia costituzionale: la centralità del Parlamento e la separazione dei poteri. Ma soprattutto presidiare due pilastri fondamentali dello stato di diritto: la magistratura e l’informazione, alle quali non fare sconti per le loro plurime nefandezze ma proprio per non buttare “il bambino con l’acqua sporca”. I magistrati autonomi, indipendenti, liberi e coraggiosi sono sotto attacco perché temuti da poteri corrotti che quindi lavorano per asservire la magistratura al potere politico. Questa è una battaglia di democrazia ed uguaglianza.
Così come il controllo dei mezzi di comunicazione e di informazione è necessario al sistema per consolidare un regime sempre più intollerante alla democrazia che si fonda anche sulla conoscenza dei fatti. I poteri forti non vogliono che i fatti si sappiano, ma intendono costruire una realtà manipolata.
L’anno che verrà deve essere pieno di indignazione ed agitazione civile: non si può accettare la criminalizzazione del dissenso e la repressione armata contro i più fragili o contro chi osa opporsi all’ordine costituito. Il capitalismo delle guerre costruisce la società del conformismo universale, le economie diseguali ed ingiuste e una società sicuritaria. La sicurezza e la giustizia non interessano per nulla ai governanti di oggi che vogliono solo la loro sicurezza e la loro impunità. La sicurezza dei poteri forti di avere mani libere e sporche di sangue per perpetrare i loro disegni criminosi senza essere disturbati da nessuno.
Mi auguro che nel 2025 si possano riscoprire di più le qualità della coerenza e della credibilità sempre più rare in politica e nelle istituzioni. Se siamo arrivati a questo punto così basso è perché sono venuti meno valori fondamentali per la vita delle comunità e si è scelta la via più accomodante del potere e del sistema.
Se pensiamo alla politica e diamo uno sguardo panoramico agli scranni parlamentari, al netto di eccezioni di singoli, il quadro è davvero desolante. Le forze del sistema hanno tradito la Costituzione e non hanno più la credibilità per essere un riferimento per l’alternativa. Se non si agita qualcosa dal basso, non solo come protesta ma anche come proposta, avremo sempre diverse sfumature di colori di schieramenti politici che hanno solo sete di potere ma nessuna credibilità di impegno serio per il bene comune.
Ho imparato nella mia vita che dal basso si respira un’aria difficile, tosta, rischiosa, ma anche più pulita, è da lì che possono nascere germogli per un’alternativa al sistema. E se si osserva quello che si muove nel Paese ci sono elementi per un 2025 di fiducia, tocca avere il coraggio degli eretici e la vocazione di combattenti per la giustizia.