Sta facendo discutere il docu-film di Chris Smith, disponibile su Netflix, “Don’t Die: l’uomo che vuole vivere per sempre”. Fino a che punto ti spingeresti per vivere per sempre e rallentare il processo di invecchiamento? È l’interrogativo che ruota attorno alla storia del milionario Bryan Johnson, un uomo appunto che ha dedicato la propria vita a sfidare l’invecchiamento a suon di 2 milioni di dollari all’anno. Il film si interroga anche sulle conseguenze che questo percorso ha su lui stesso e su chi lo circonda.
Bryan Johnson è il fondatore e ex CEO di Kernel, l’azienda che crea dispositivi che monitorano e registrano l’attività cerebrale, e di OS Fund che investe in aziende scientifiche. Chris Smith ha seguito per un anno la rigida vita di Johnson: “Una delle mie speranze – ha detto il regista a Variety – è che le persone capiscano dal film che si possono ottenere grandi benefici per la salute attraverso il sonno, la dieta e l’esercizio fisico. È qualcosa che chiunque può ottenere”.
Bryan Johnson aveva già condiviso sui social il suo piano quotidiano ferreo: sveglia alle 4.30 del mattino, pasti consumati prima delle 11 del mattino e alle 20:30 via a a letto rigorosamente da solo. Di base quotidianamente ingerisce: 100 pillole, di cui 54 al mattino poi una doccia solare a luce Led poi il trattamento con il dispositivo elettromagnetico per rafforzare il pavimento pelvico. Naturalmente Bryan Johnson è assistito da un team medico che monitora costantemente i valori delle analisi del sangue e delle urine.
Il perno della discussione che si è scatenato sui social è sia morale – per quanto riguarda l’ingente quantità di denaro per finanziare le cure – e anche etico sulla necessità di contrapporsi a madre natura con forza, allungando così il ciclo della vita.