C’erano solo 750 mila spettatori, con il 5% di share, su Rai3 la sera di Capodanno per seguire “Viva Puccini”, una serata evento con Beatrice Venezi e Bianca Guaccero in onda dall’Auditorium Rai di Napoli. Numeri tiepidi e molte critiche anche per la decisione di collocare nell’anteprima l’imitazione di Corrado Augias. Rappresentato come spaesato e confuso, alle prese con i dubbi sulla rete di messa in onda. Già sui social a caldo l’imitazione non è stata apprezzata, non un siparietto divertente o semplice satira ma, complice la performance poco riuscita, per molti si è avvicinata a una forma di dileggio di un intellettuale ostile alla destra di governo.
“Beatrice Venezi trasforma in kitsch il pop di Puccini”, scrive Aldo Grasso su Il Corriere della Sera: “La folgorante idea è quella di avvicinare la musica del grande maestro al pubblico televisivo, prendendo un po’ a prestito quello che facevano Corrado Augias (malamente imitato all’inizio per prevenire critiche) e Speranza Scappucci. (…) Kitsch, Kitsch, Urrà! In realtà non era un programma su Puccini, ma su Beatrice Venezi che quando dirige si agita e fa le faccette come la nostra premier. Telecamere sempre puntate su di lei, primi piani, celebrazione indiscriminata del piacere estetico a detrimento della fattura materiale dell’oggetto artistico”, la stroncatura del critico.
Imitazione non apprezzata nemmeno dal quotidiano La Repubblica: “Viva Puccini e lo sfottò di Augias, il nuovo corso in stile Bagaglino“, il titolo dell’articolo firmato dal critico Antonio Dipollina: “Prima le piccinerie. Parte l’attesissima serata speciale – su Rai 3 o quel che ne resta – e c’è un imitatore non meglio definito con una parrucca che rende la capigliatura di Corrado Augias. Il tizio farfuglia cose, il pubblico si scatena in lazzi e frizzi, l’imitatore abbandona la scena. (…) La desolante e ridicola gag su Augias libera dal timore di esprimersi: lo hanno dichiarato e messa in scena, il programma voleva essere l’evento-simbolo della nuova riscossa contro l’egemonia cultural-televisiva imperante, Beatrice ne è la musa e il resto veniva dopo”. L’indignazione sullo sfottò di Augias è stato anche condiviso sul Web e su Twitter.
Venezi vuole essere chiamata maestro o direttore, accettando definizioni del suo mestiere solo al maschile: “Il femminismo dovrebbe essere una questione concreta, non ideologica, a sostegno delle istanze femminili. Invece è banalmente legato alle dispute lessicali”, ha spiegato qualche tempo fa a Il Corriere della Sera. Una decisione che ricorda quella di Giorgia Meloni, proprio al partito della Premier è considerata vicina la musicista. Nel 2021 ha ricevuto il premio “Atreju21” nell’ambito della festa organizzata annualmente dal partito Fratelli d’Italia e nel 2022 è stata nominata consigliera per la musica dall’allora Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano.
Il padre della direttrice, Gabriele Venezi, di professione immobiliarista, è stato candidato alla carica di sindaco di Lucca dall’organizzazione di estrema destra Forza Nuova alle elezioni amministrative nel 2007. Venezi non ha nascosto il suo legame con la Premier e la stima nei suoi confronti: “Ci conosciamo da tempo, ben prima che diventasse un personaggio di spicco nella politica. È una persona per cui nutro stima, innanzitutto umana. Ma non abbiamo mai avuto un rapporto politico“, ha dichiarato a Il Corriere della Sera.