Una vita al massimo tra dipendenze dalle droghe e dal sesso. L’esistenza del 57enne di Evan Dando dei Lemonheads è stata tutt’altro che tranquilla e lo ha raccontato nella biografia di prossima uscita a maggio dal titolo “Rumours of My Demise”.
Con la band Dando ha anche finito di incidere il prossimo disco intitolato “Love Chant” (“è molto psichedelico ed heavy, ma anche tranquillo, e sono tutti pezzi originali”). Il musicista, “pulito” ormai da due anni dalle droghe, ha rilasciato una intervista all’Independent.
Il primo contatto con la droga risale già ai tempi del liceo perché “c’era uno spacciatore di coca piuttosto efficiente. Ho iniziato a usare l’eroina per imitare Burroughs e Keith Richards, ma anche per via della sofferenza dovuta al divorzio dei genitori avvenuto quando avevo 10 anni. Non ho mai visto mi padre negli anni dell’adolescenza e questa cosa mi ha fottuto”.
C’era anche la dipendenza dal sesso: “Quando diventi una popstar, il sesso diventa allettante. L’ho fatto fino allo sfinimento ogni sera. Magari ero in Giappone e pensavo: bene, qui le groupie non sono estinte, cool! Si fanno avanti in 15 e tu le scegli: Tu e tu. È un’esperienza selvaggia. Ed è molto divertente“.
Ma dopo aver terminato un percorso di riabilitazione ma vita dell’artista sembra radicalmente cambiata: “Dipingo, ma la cosa non migliora l’autostima perché non sono ancora bravo. Mi piace pescare, ma la cosa che mi fa andare avanti è il tour perché mi dà qualcosa da fare ogni giorno“.