Pazzesco“. Usa una sola parola Isaac Dankwa per descrivere quello che ha vissuto in due giorni a Napoli. Strade in tilt, selfie, autografi, offerte culinarie di ogni tipo: tutto per la sua somiglianza con Romelu Lukaku. Già, tantissimi napoletani e turisti lo hanno scambiato per il centravanti della squadra di Antonio Conte. In realtà lui è un giocatore di basket nato a West Fargo, Minnesota, che ormai fa il cestista più per passione: gioca nel campionato di promozione con il Crespano del Grappa, nel Veneto. A Capodanno però ha deciso di raggiungere alcuni amici a Napoli: “Dopo la morte di mio padre mi hanno “imposto” di passare il capodanno con loro per non restare da solo. Ed ho accettato“, ha raccontato Dankwa in un’intervista a Il Mattino.

Il cestista americano non poteva sapere che quella semplice visita si sarebbe trasformata in due giornate di follia, che lo hanno fatto diventare famoso anche sui social, dopo un post pubblicato dalla pagina Chiamarsi minors: “Sono passate poche ore da Capodanno, ma abbiamo già la storia più incredibile del 2025. Per le strade di Napoli si aggira una figura nota. Tutti lo cercano, lo salutano. Uomini, donne e bambini si fanno le foto con lui. Le strade si fermano. A prima vista sembra proprio Romelu Lukaku, l’attaccante della squadra di Conte. Sembra, appunto. In realtà lui è Isaac Dankwa”. E il cestista americano ha confermato che è stato un vero e proprio delirio.

“Sono entrato in un bar e mi hanno fatto vedere il giornale: “Ma sei tu?” Certo che ero io. Caffè pagato e selfie con amici e titolari dell’azienda dove lavora”. Così sono cominciate 48 ore di follia napoletana. “Tutti mi guardavano in modo strano. Qualche sorriso, qualcuno si avvicinava”, racconta Dankwa a Il Mattino. Poi si è tolto il cappellino che portava ed è successo di tutto: “I miei amici cercavano di difendermi. “Non è lui, non è lui”, dicevano. Ma più mi allontanavo, più le persone si avvicinavano“. E il cestista 40enne ha deciso di stare al gioco: “Mi faceva piacere. Sono stati due giorni incredibili. Al bar non pagavo, al ristorante mi facevano le foto. Per strada tutti a chiedermi se fossi Lukaku…. pazzesco“.

Così Dankwa non dimenticherà mai Napoli: “La amo. Il modo di pensare, di accogliere, di parlare. E sono stato Lukaku per un giorno”. Lui che viene chiamato LeBron ma non è mai riuscito a sfondare nel basket professionistico, nonostante il trasferimento in Europa per tentare il sogno tra Germania e Italia, ha vissuto comunque due giorni di star. Merito di una semplice somiglianza.

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