“Sono serenamente al lavoro, come potete vedere, dopo anche un confronto con la mia maggioranza”. “Ho la piena motivazione e la piena legittimazione di continuare a lavorare per i sardi e così farò”. La presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, conferma la volontà di andare avanti dopo l’ordinanza-ingiunzione che dichiara la sua decadenza per presunte irregolarità nei rendiconti delle spese elettorali. La governatrice ribadisce la doppia strada del ricorso, anche se la palla passa ora al Consiglio regionale che dovrà decidere se ratificare o meno quanto stabilito in via amministrativa. “Ho sentito Conte e Schlein. Chiaramente ho il supporto della mia forza politica e di tutte le forze politiche della mia maggioranza che ovviamente stanno lavorando per sostenermi”, sottolinea Todde parlando coi giornalisti al termine del vertice di maggioranza, “Credo che queste cose debbano essere affrontate nella misura in cui accadono – spiega – bisogna avere la forza della verità e dei fatti io so lavorare solo così”.
Todde parla dopo il vertice d’urgenza dei capigruppo della maggioranza tenutosi in mattinata in un palazzo blindato. “Ribadisco la piena fiducia nei confronti della magistratura, la piena fiducia ovviamente su quelle che sono le azioni che sono state fatte dal comitato che mi ha rappresentato per le elezioni“, dice nel punto stampa che segue l’incontro. “Voglio ricordare a tutti che noi siamo stati eletti per servire i sardi e questo chiaramente non finisce fino a quando non ci sono atti definitivi. Quindi noi continuiamo a lavorare con assoluta motivazione – prosegue la governatrice – Il tema della legittimazione non si pone, ripeto, nella misura in cui non ci sono atti definitivi, quindi il Consiglio regionale farà il suo percorso e nel frattempo continuiamo a lavorare con assoluta motivazione e soprattutto con assoluta legittimazione“.
Di sicuro i tempi della politica – ma anche quelli giudiziari per i ricorsi – non saranno brevi: il provvedimento del Collegio regionale di garanzia elettorale della Corte d’Appello di Cagliari dovrebbe transitare ora per la giunta delle elezioni e poi per l’aula legislativa del palazzo consiliare. Poi c’è il piano giudiziario, appunto: “Il ricorso è assolutamente normale, credo che ci si debba ovviamente difendere, i miei avvocati soprattutto non condividono le osservazioni – spiega la presidente della Regione – è giusto ribadire le proprie ragioni nell’essere competenti e questo è quello che noi faremo. A noi non risulta che ci siano state irregolarità, quindi chiaramente abbiamo una posizione che è completamente diversa rispetto da quella della Corte d’Appello”. Todde sottolinea: “Sono assolutamente certa della legittimità del mio operato, assolutamente certa che i miei atti sono stati atti corretti, poi ovviamente ci confronteremo”. E su un eventuale scontro politica-magistratura la presidente chiarisce: “In questo momento è fantascienza. Quello di cui voglio parlare sono temi concreti e chiedo che sia importante distinguere il piano politico dal piano amministrativo e dal piano giudiziario. Io, come ho ribadito ieri, do piena fiducia alla magistratura”.
“Credo che sia inutile in questo momento discutere del merito. Lo faranno gli avvocati, certamente non io”, ribadisce più volte Todde nel suo intervento. All’Ansa ha parlato l’avvocato Benedetto Ballero, dello studio cui la presidente Todde si è rivolta per tutelarsi nel procedimento aperto dal Collegio di garanzia elettorale. “Sto cercando di capire meglio la situazione che a prima vista mi pare una situazione abbastanza assurda, perché non c’è nessuna irregolarità sostanziale, ma ci sono delle irregolarità formali che possono determinare sanzioni pecuniarie, ma non certo la decadenza“, dice il legale. Per l’avvocato Ballero il provvedimento “appare forzato e anche un’invasione del risultato elettorale, perché non si può determinare una decadenza per un brufolino, tra le altre cose contestano una fattura che è arrivata dopo, di 130 euro dell’Enel per un locale”.
Sette i profili di irregolarità contestati, uno già chiarito con una memoria. “La cosa certa – aggiunge Ballero – è che per scelta prioritaria, la presidente non ha ricevuto un contributo né ha fatto alcuna spesa personalmente e quindi ovviamente non si possono contestare i mancati adempimenti che deve rispettare chi si occupa della campagna elettorale”. In sintesi Alessandra Todde avrebbe scelto di non essere in prima persona la referente della propria campagna, in termini economici, dunque la tesi è che nulla le si potrebbe contestare. “Il mandatario deve essere nominato per fare spese o ricevere contributi, chi non fa né spese né contributi non deve nominare il mandatario“, chiarisce il legale. Quali sono i prossimi passi al momento non è ancora chiaro, anche perché sarebbe l’unico caso in Italia in cui viene pronunciata una decadenza in questo modo: “Essendo un provvedimento amministrativo, preso da un organo amministrativo per quanto straordinario, le regole dovrebbero dire che è impugnabile al Tar, ma stiamo ancora valutando i termini“, spiega l’avvocato Ballero, facendo capire che il ricorso al tribunale ordinario non sarebbe l’unica strada percorribile.