Addio tavolo per formare un governo moderato, avanza il rischio di un esecutivo di estrema destra. Sono ore complesse in Austria, dove sono saltati i negoziati per formare una coalizione fra i tre partiti istituzionali per isolare l’ultradestra della Fpö, uscita vincitrice nelle elezioni di ottobre. Risultato? Il cancelliere conservatore Karl Nehammer ha gettato la spugna, annunciando che si dimetterà “nei prossimi giorni”. Le trattative, che duravano da tempo, sono state interrotte venerdì, quando si è sfilato il partito liberale Neos, che si candidava a junior party in una difficile alleanza con il Partito popolare austriaco (Övp), che esprime il cancelliere, e i socialdemocratici dell’Ösp. “Dopo la rottura dei negoziati per la formazione di una coalizione, farò quanto segue: mi dimetterò sia dalla carica di cancelliere, sia dalla presidenza del Partito popolare nei prossimi giorni per permettere una transizione ordinata”, ha dichiarato Nehammer su X.
Le discussioni erano finalizzate a isolare l’ultradestra populista e anti-immigrati del Partito delle Libertà (Fpö) che nelle ultime elezioni è arrivato al suo storico traguardo di prima formazione dell’Austria con il 28,8% dei voti, ma che non può governare da solo e ha bisogno di alleati che tuttavia non riesce a trovare. Il conservatore Partito popolare, ex detentore della maggioranza relativa, è arrivato secondo con il 26,3%. Nehammer aveva dichiarato di voler essere la forza di gravità per costruire un “baluardo” contro gli estremisti. Sabato il presidente della repubblica, Alexander Van der Bellen, aveva chiamato gli altri due partiti rimasti al tavolo a “formare un governo senza indugi“. Ma l’uscita di scena, almeno per ora, dei liberali rende le trattative veramente ardue.
Lo stesso Van der Bellen oggi ha invece dichiarato che lunedì mattina incontrerà Herbert Kickl, mentre crescono le voci secondo cui chiederà al leader del Partito della Libertà di formare un governo. Oggi il Partito popolare Övp ha nominato il suo segretario generale, Christian Stocker, come leader ad interim. Van der Bellen ha dichiarato di aver trascorso diverse ore a parlare con funzionari chiave, dopo che ha avuto l’impressione che “le voci all’interno del Partito Popolare che escludono di lavorare con il Partito della Libertà sotto il suo leader Herbert Kickl sono diventate più silenziose“. Il presidente austriaco ha affermato che questo sviluppo ha “potenzialmente aperto una nuova strada“, che lo ha spinto a invitare Kickl per un incontro lunedì mattina. Parlando con i giornalisti oggi pomeriggio, Stocker ha accolto con favore la decisione del presidente di incontrare Kickl e ha detto che ora si aspetta che il leader del partito che è emerso come chiaro vincitore delle ultime elezioni sia incaricato di formare un governo. “Se saremo invitati a negoziare per formare un governo, accetteremo l’invito“, ha aggiunto Stocker, che in passato aveva criticato Kickl definendolo un “rischio per la sicurezza” del Paese.
Nel suo programma elettorale, intitolato ‘La fortezza Austria‘, il Partito della Libertà chiede la “remigrazione degli stranieri non invitati”, il raggiungimento di una nazione più “omogenea” attraverso un rigido controllo delle frontiere e la sospensione del diritto di asilo attraverso una legge d’emergenza. Il Partito della Libertà chiede anche la fine delle sanzioni contro la Russia, è molto critico nei confronti degli aiuti militari occidentali all’Ucraina e vuole uscire dalla European Sky Shield Initiative, un progetto di difesa missilistica lanciato dalla Germania. Il Partito della Libertà ha anche firmato nel 2016 un accordo di amicizia con il partito Russia Unita di Vladimir Putin, che ora sostiene essere scaduto. Kickl ha criticato quelle che ha definito le “élite” di Bruxelles e ha chiesto di riportare alcuni poteri dall’Unione europea all’Austria.