Il viaggio a sorpresa di Giorgia Meloni a Mar-a-Lago per incontrare Donald Trump rischia di aprire una nuova crepa all’interno del governo italiano. E a stringere i pugni, questa volta, è colui che per la presidente del Consiglio si è speso nei palazzi dell’Unione europea: il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Secondo quanto scritto da La Stampa, la missione oltreoceano della presidente del Consiglio è avvenuta in gran segreto, tanto che nemmeno il titolare della Farnesina è stato informato. Se questo non fosse già sufficiente, ciò che rende il fatto ancor più doloroso è che dall’altra parte, quella che fa capo a Trump e Elon Musk, la visita non è stata invece trattata come un segreto da custodire, tanto che su X il referente in Italia per il Ceo di Tesla, Andrea Stroppa, per ore ha lanciato messaggi coi quali lasciava intendere di essere perfettamente a conoscenza della visita imminente.

Alle 18 di sabato, Stroppa pubblica un post criptico su X: in risposta a un editoriale dell’Huffington Post il cui titolo invitava Meloni a non partecipare all’insediamento di Donald Trump, il consigliere di Musk rispondeva “Pensa se vedono che…”, con tanto di emoticon con la bocca cucita. Pochissimi minuti dopo rilancia un post di Musk sull’importanza che ha per lui l’impero romano scrivendo: “Rimanete collegati per grandi novità”. Infine, alle 19.30 circa, quando ormai la notizia stava iniziando a circolare, ha pubblicato un’immagine generata con l’intelligenza artificiale che raffigura Trump, Meloni e Musk vestiti da antichi romani. Niente di strano per il referente italiano dell’uomo che sussurra all’orecchio del futuro presidente americano, ma il fatto che, come riporta La Stampa, il ministro degli Esteri ne fosse all’oscuro rappresenta uno smacco che Tajani potrebbe non digerire facilmente. Anche perché il tema di discussione principale era la liberazione della giornalista Cecilia Sala arrestata in Iran. Un dossier che, fino a oggi, era affidato, come è normale che sia, al capo della diplomazia. Ma le rassicurazioni pubbliche sul trattamento riservato alla reporter e la successiva smentita per bocca proprio di Sala che ha denunciato le dure condizioni detentive sono costate al ministro una brutta figura. Adesso, a questa si aggiunge anche la decisione della premier di prendere in mano la situazione in prima persona.

Non è la prima volta, però, che Meloni usa Tajani come trampolino per poi godere dei vantaggi anche del suo lavoro. Era successo anche dopo le ultime elezioni europee. Con mezza Europa che chiedeva a Ursula von der Leyen di bandire la presidente del Consiglio da una futura maggioranza e di penalizzarla sulla ripartizione delle cariche in Ue, dopo la decisione di Meloni di esprimersi contro la nomina dei quattro top jobs europei in Consiglio e Parlamento Ue, era stato proprio il segretario di Forza Italia a intercedere per lei in Ue. Ha lavorato per tranquillizzare l’establishment sul fatto che Meloni rappresenta una destra conservatrice ma non anti-europea, mettendo la propria rispettabilità a livello comunitario come garanzia. E dopo aver ottenuto il riconoscimento sperato, con tanto di vicepresidenza esecutiva a Raffaele Fitto, cosa ha fatto Meloni? È andata immediatamente a nozze con un leader che richiederà un difficile riposizionamento politico all’Europa e continua a flirtare politicamente col suo braccio destro: lo stesso che dal suo megafono X auspica l’ascesa definitiva di partiti come Alternative für Deutschland, Fidesz, Rassemblement National, e il Partito per le Libertà olandese. Ossia le destre più estreme che minacciano di destabilizzare l’intera Unione europea.

X: @GianniRosini

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