Un soldato dell’esercito israeliano va in vacanza in Brasile. E rischia di rimanerci. Il motivo? Ha preso parte azioni nell’Idf a Gaza e poi le ha postate sui suoi profili social: per questo motivo è stato riconosciuto e denunciato per crimini di guerra da una associazione umanitaria e successivamente convocato dalla polizia per un interrogatorio. L’uomo, però, è riuscito a fuggire dal paese sudamericano, evitando ogni tipo di conseguenza. La vicenda, però, in Israele ha riaperto il dibattito sulla sicurezza dei soldati in viaggio all’estero, possibili bersagli di “persecuzioni legali“, e sull’uso da parte dei militari dei loro social media, dove spesso postano azioni di guerra a Gaza che poi gli si ritorcono contro.

Come nasce la storia – La vicenda è nata da una denuncia presentata dalla Hind Rajab Foundation (Hrf, un gruppo di difesa dei diritti dei palestinesi con sede in Belgio), che accusa il soldato israeliano di essere coinvolto nelle sistematiche demolizioni di abitazioni civili a Gaza. La denuncia era corredata da oltre 500 pagine di prove, tra cui video, dati di geolocalizzazione e informazioni di intelligence open source, tra cui molte tratte proprio da profili social del riservista. “Le prove – ha affermato l’Hrf – mostrano il sospettato mentre piazza personalmente esplosivi e partecipa alla distruzione di interi quartieri. Questi materiali dimostrano senza ombra di dubbio il suo coinvolgimento diretto in questi atti atroci“.

La giustizia brasiliana – Sulla base di queste accuse, un tribunale brasiliano ha deciso sabato di aprire un’indagine sul riservista, ordinando alla polizia di prendere i dovuti provvedimenti per fermarlo e interrogarlo. Immediatamente è scattato l’allarme in Israele: il ministro degli Esteri Gideon Saar ha dato mandato all’ambasciata israeliana in Brasile di contattare il militare e la sua famiglia e di assisterlo “per tutta la durata dell’evento fino alla sua rapida e sicura partenza dal Brasile“, ha confermato il ministero. La Fondazione belga ha accusato Israele di aver orchestrato la fuga per ostacolare la giustizia e di aver “distrutto delle prove”. “Questo non è solo uno scandalo, ma un affronto alla sovranità e allo stato di diritto del Brasile. Israele ha già impiegato tattiche simili in passato”, ha aggiunto Hrf. I media israeliani ricordano che appena il mese scorso un caso simile era accaduto in Sri Lanka, dove un soldato dell’Idf era stato riconosciuto, grazie a una foto sui social, da “un’organizzazione filopalestinese” che ne aveva chiesto l’arresto alle autorità di Colombo e presentato una denuncia alla Corte penale internazionale dell’Aja. Anche in questo caso Israele lo aveva avvertito facendolo scappare in fretta e furia dal Paese.

Il caso politico – La vicenda brasiliana è diventata anche un caso politico: il leader di opposizione Yair Lapid ha commentato l’accaduto come “un colossale fallimento politico di un governo irresponsabile che non sa come lavorare”. “Come siamo arrivati a una situazione in cui i palestinesi sono migliori del governo israeliano sulla scena internazionale?”, si è chiesto su X. Immediata la replica, sempre su X, del ministro Saar secondo cui un leader di opposizione “patriottico” avrebbe dovuto prendersela piuttosto con il Brasile “il cui presidente antisemita Lula ha accusato Israele, all’inizio della guerra, di genocidio e affermato che le azioni dell’Idf sono simili a quelle dei nazisti”. La Commissione Esteri della Knesset ha convocato una riunione urgente sulla protezione dei militari all’estero, soprattutto per i riservisti che, al contrario dei soldati in servizio attivo, non necessitano di un permesso speciale dell’Idf per poter viaggiare. Il ministero degli Esteri ha inoltre richiamato “l’attenzione degli israeliani sui post riguardanti il loro servizio militare e sul fatto che elementi anti-israeliani potrebbero sfruttare questi post per avviare inutili procedimenti legali contro di loro”.

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