L’aereo decollato da Ciampino la mattina del 4 gennaio poco dopo alle 11, direzione Palm Beach, villa di Mar-a-Lago. Giorgia Meloni ha incontrato Donald Trump nella sua residenza privata in Florida: una visita a sorpresa, della durata di sole 5 ore, a pochi giorni dall’arrivo in Italia di Joe Biden. L’evento ufficiale era la proiezione di Eastman Dilemma, il documentario che sostiene la tesi dei brogli delle elezioni del 2020 a scapito dei repubblicani. Un film che Meloni ha visto nella ballroom della residenza, non prima di avere cenato e discusso col presidente eletto. Il viaggio lampo è infatti diventata l’occasione per discutere col prossimo presidente americano anche del caso di Cecilia Sala, la giornalista detenuta in Iran dal 19 dicembre scorso: un tema delicatissimo e sul quale, scrive il New York Times, Meloni “ha premuto in modo aggressivo”. Come successo anche altre volte, la premier italiana è stata accolta tra gli elogi del presidente eletto: “È molto emozionante – ha detto Trump -, sono qui con una donna fantastica, il primo ministro italiano”, una leader, ha proseguito, che “ha davvero preso d’assalto l’Europa“. Apprezzamenti anche dal prossimo segretario di Stato Marco Rubio, che dal palco di Mar-a-Lago ha definito la presidente del Consiglio “grande alleata, leader forte”.

Elon Musk assente, ma più che mai centrale anche in questa occasione: è sua la regia della missione americana di Meloni, organizzata all’ultimo istante e nel tardo pomeriggio di ieri il patron di Tesla aveva lasciato piccoli indizi via X sull’imminenza di un contatto tra The Donald e Giorgia. Uno tra tutti quello postato dal suo referente italiano Andrea Stroppa che affidandosi all’intelligenza artificiale aveva raffigurato il presidente eletto, la premier italiana e lo stesso mister X vestiti da antichi romani. Sua, dunque, la regia e la scenografia, ma con un ruolo da attore non protagonista – alla fine – dato che a Palm Beach non è stato visto.

Il viaggio lampo – Atterrata alle 19.29, Meloni si è subito recata a Mar-a-Lago. Le immagini la mostrano insieme a Trump nella sala dei ricevimenti insieme a Marco Rubio, segretario di Stato della prossima amministrazione, Mike Waltz, che sarà consigliere per la sicurezza nazionale, il prossimo segretario del Tesoro Scott Bessent, l’ambasciatrice italiana negli Stati Uniti Mariangela Zappia e Tilman Fertitta, miliardario di origine siciliana e proprietario degli Houston Rockets di basket nominato ambasciatore Usa in Italia. Una volta arrivata a Palm Beach, la premier è andata a cena con Trump e sono ricomparsi intorno alle 21.13 per assistere alla proiezione del film. Una volta terminata la proiezione Meloni non si è trattenuta per la notte, e alle 23 (le 5 del mattino in Italia) è ripartita.

I temi dell’incontro – Il New York Times svela i contenuti del faccia a faccia tra i due leader: hanno parlato del caso di Cecilia Sala, la giornalista detenuta in Iran dal 19 dicembre scorso e sul punto Meloni “ha premuto in modo aggressivo“. L’arresto, si legge, è avvenuto “pochi giorni dopo che l’Italia ha fermato, su richiesta degli Stati Uniti, un iraniano sospettato di aver fornito componenti di droni alle Guardie rivoluzionarie iraniane“. Si tratta di Mohammad Abedini Najafabadi, 38 anni, arrestato a Malpensa il 16 dicembre scorso e attualmente in custodia cautelare nel carcere di Opera. Su Abedini pende una richiesta di estradizione da parte degli Stati Uniti, che lo accusano di aver fornito ai Pasdaran iraniani componenti elettronici usati per realizzare un attentato terroristico contro militari di Washington in Giordania. Come rivendicato anche dall’ambasciatore a Roma, il governo di Teheran ha fermato Cecilia Sala per esercitare pressione sulle autorità italiane al fine di arrivare al rilascio di Abedini. La sua eventuale concessione dei domiciliari potrebbe dunque essere decisiva.

Altri possibili argomenti, continua il giornale, sono state le questioni relative ai dazi con i quali Trump ha minacciato di colpire l’Europa e della minaccia del presidente eletto di ridurre il sostegno americano ad alcuni Paesi della Nato e all’Ucraina. Meloni, ricorda il Nyt, ha anche un “buon rapporto” con Elon Musk, che “i sostenitori della premier sperano rafforzerà la sua reputazione internazionale una volta che Trump diventerà presidente”. Il giornale americano sottolinea poi che il viaggio di Meloni è “una delle prime visite di un leader straniero alla tenuta del presidente eletto in Florida dopo la sua elezione” e “l’incontro rafforza le speranze dei sostenitori di Meloni che il primo ministro conservatore italiano diventi l’alleato di riferimento di Trump in Europa“. Buona parte di quel ruolo prevede che “medi le tensioni” tra i leader europei e il presidente eletto, che “ha minacciato di avviare una guerra commerciale con il continente così come di ridurre il sostegno ad alcuni Paesi della Nato e all’Ucraina nella guerra contro la Russia“. Prima di Meloni, l’ungherese Viktor Orban e l’argentino Javier Milei erano stati a Mar-a-Lago dopo la vittoria di novembre.

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