Abbattere le barriere, con un esempio di inclusione e per il sociale. Nel paese più povero e giovane del mondo (che ha raggiunto la propria indipendenza solo nel 2011, il cui conflitto ha prodotto la più grande crisi di rifugiati in Africa) c’è una competizione sportiva che si sta facendo ben notare. Se in Sud Sudan il basket è senza dubbio lo sport nazionale, l’introduzione della Blind Premier League – modello di calcio virtuoso per i non vedenti e in grande ascesa – sta gettando una luce di speranza (e necessaria) sul tema della disabilità.

Che cos’è la Blind Premier League
Sostenuta da Light for the World, un’organizzazione non governativa che lavora per i diritti e l’inclusione delle persone con disabilità in Sudan del Sud, Burkina Faso, Etiopia, Kenya, Mozambico e Uganda, la Blind Premier League rappresenta un nuovo modello inclusivo di fare calcio per aiutare le persone non vedenti a realizzare il proprio sogno. La lega ha organizzato le prime gare ufficiali nel 2023: attualmente sono 4 le squadre iscritte al campionato. Tutte con sede a Juba, la capitale del Sud Sudan. Le rose dei club sono composte maggiormente da adolescenti: il giocatore più giovane, infatti, ha 15 anni. A far notizia è anche una statistica. Secondo quanto raccolto da Light for the World, in Sud Sudan si contano circa 1,2 milioni di persone con disabilità (su poco più di 11 milioni di abitanti). Da sottolineare che, lo scorso anno, il paese ha firmato la convenzione sui diritti delle persone con disabilità delle Nazioni: un primo passo verso l’inclusività e testimoniato, ancor di più, proprio con la nascita della Blind Premier League. Tutto ciò è reso possibile “solo” dal 1996, anno in cui l’International Blind Sports Association (IBSA) ha riconosciuto il calcio per non vedenti come sport ufficiale. Il 2004, invece, è stato l’anno del debutto alle Paraolimpiadi. In questo senso, l’obiettivo del Sud Sudan è quello di partecipare al Blind Football African Championship nel 2026: un’opportunità che permetterebbe al paese africano di aprirsi una strada verso partecipazioni a importanti eventi internazionali.

Calcio per non vedenti: le regole
Ma come funziona una partita di calcio per non vedenti? Per prima cosa, bisogna partire dalle regole. Ogni squadra deve scendere in campo con 5 giocatori (4 di movimento e il portiere). I calciatori di movimento devono essere classificati come “completamente ciechi“, che in termini tecnici significa avere “un’acuità visiva molto bassa e/o nessuna percezione della luce”: tutti, però, devono indossare bende e mascherine per gli occhi, dato che alcuni potrebbero vedere più luce e ombre di altri. Fondamentali per la buona riuscita del match sono i portieri: vedenti o ipovedenti, forniscono una comunicazione fondamentale alla squadra. Il pallone ha dei sonagli che fanno rumore mentre si muove per il campo. Una particolarità? Le persone sugli spalti devono rimanere in silenzio durante la partita per consentire ai calciatori non vedenti di sentire il pallone. Inoltre, è obbligatorio urlare “voy” (“vado” in spagnolo in omaggio alle provenienze iberiche di questa disciplina) quando viene effettuato un contrasto per mettere in guarda l’avversario riducendo così al minimo gli infortuni. Non solo. Ogni squadra dispone di due guide che aiutano i vari reparti: una è a metà campo, l’altra dietro la porta verso cui la squadra attacca.

La testimonianza di Augustin: “Non avrei mai pensato di poter giocare di nuovo a calcio”
“Una disabilità non è incapacità. Se non vedi, non è che sei inutile o non sei in grado di fare qualcosa”. Giocare nella Blind Premier League è una seconda opportunità, come racconta Jimmy Just Augustin a CNN Sport: “Sono molto contento di questa esperienza, perché non avrei mai pensato di giocare di nuovo a calcio. Ero convinto di non essere più in grado di praticare qualsiasi sport”. Oggi è il capitano del Kator Blind Football Club e non aveva mai sentito parlare di calcio per non vedenti prima di scoprirlo personalmente nel 2020. Augustin è diventato cieco nel 2012, quando era ancora un bambino: diceva di provare dolore a entrambi gli occhi ma secondo un medico del villaggio in cui viveva non c’era nulla di cui preoccuparsi. Con il passare dei mesi, però, le sue retine si sono irrimediabilmente danneggiate: “Con la disabilità, puoi pensare, ‘non sono niente, non ho niente da fare ora, sono inutile’. Ma non è così”. Lontano dai campi, Augustin è uno studente universitario e si batte per l’inclusione della disabilità nelle scuole. “Ho nuovi amici e questa esperienza nel calcio per non vedenti mi rende molto felice”.

La situazione attuale e gli obiettivi futuri
Un rapido impatto positivo e uno sguardo volto al futuro. Allo stato attuale però, non tutto è ancora accessibile come dovrebbe essere. La palla apposita, infatti, non è disponibile per l’acquisto nel paese: gruppi come Light for the World devono fornire l’attrezzatura e ciò significa che i giocatori non possono allenarsi in nessun altro luogo se non sul campo d’allenamento. Le partite del campionato vengono disputate nel fine settimane, ma affittare i campi può risultare molto costoso. Sono programmate per essere giocate ogni fine settimana, anche se può essere costoso affittare i campi. Nonostante alcune carenze, però, la competizione sta combattendo pregiudizi e abbattendo barriere: “La gente viene da posti lontani solo per venire a praticare questo sport. Un tempo, andavano solo da casa a scuola, da scuola a casa”, ha detto a CNN Sport Simon Madol, allenatore e direttore tecnico della Blind Premier League, nonché Disability Inclusion Facilitator per Light for the World. “Adesso, c’è un’altra cosa: il football per ciechi. Qui trovi nuove persone, nuovi amici, comunichi, crei più connessioni, fai attività all’aperto: ti sostieni a vicenda”. L’ignoranza spesso impedisce alle persone di dedicarsi allo sport che si ama. La Blind Premier League e il Sud Sudan agiscono per il bene comune. Attraverso una sfida fatta di intuizioni e impegno per il sociale. La lega è ancora in una fase relativamente iniziale, ma l’orizzonte è molto più ampio di quanto si possa pensare.

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