Come di consueto, numerosi militanti di estrema destra si sono radunati nella serata di martedì 7 gennaio in via Acca Larentia, a Roma, per la commemorazione dedicata ai tre militanti del Fronte della Gioventù uccisi il 7 gennaio 1978 davanti alla sede del Movimento sociale italiano. “Si è svolta nel pomeriggio odierno la manifestazione che ha commemorato i 47 anni dell’eccidio di Acca Larentia, in cui persero la vita Bigonzetti Franco, Ciavatta Francesco e Recchioni Stefano, appartenenti al Movimento Sociale Italiano, a cui hanno partecipato militanti provenienti da tutta Italia – fa sapere in una nota la Questura di Roma – Nel corso della commemorazione, organizzata da Casapound, a cui hanno partecipato circa 1300 persone, è stato chiamato il “presente” ed è stato effettuato il saluto romano dalla maggior parte degli astanti. È già in corso, da parte degli agenti della Digos capitolina, la visione dei filmati della manifestazione al fine di identificare coloro che si sono resi responsabili di condotte apologetiche del fascismo”. Anche un gruppo di estrema destra francese ha preso parte alla commemorazione.

Non ci sono solo i militanti, a commemorare ci sono anche i politici sui social: “Perché la fiamma di luce della verità possa definitivamente squarciare le tenebre del silenzio e dell’omertà. Perché sia fatta finalmente giustizia. Perché l’intera comunità nazionale possa onorare degnamente quei Figli d’Italia. #AccaLarentia” ha scritto Sergio Rastrelli, senatore di Fratelli d’Italia, su Facebook. “A 47 anni ricordiamo Franco, Francesco e Stefano, vittime di un odio spietato, rimasti senza giustizia. L’unica colpa di questi tre giovani del Movimento Sociale Italiano, barbaramente uccisi, era amare l’Italia e impegnarsi civilmente per il bene degli italiani. A chi ancora oggi tenta di sporcare la loro memoria, rispondiamo gridando i loro nomi con ancora più forza e convinzione” scrive Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera su Facebook.

L’anno scorso, tra le polemiche, era intervenuta la Corte di Cassazione a dire che il saluto romano è penalmente rilevante solo se, “avuto riguardo a tutte le circostanze del caso, sia idoneo a integrare il concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito”.

E le polemiche non mancano quest’anno. “Anche quest’anno abbiamo assistito ai vari ‘Camerata, presente’ e alle braccia tese. Non è mai mancata e non mancherà mai da parte nostra la ferma condanna di chi in quegli anni ha scelto di colpire i militanti di altri partiti usando la violenza” dice il segretario del Pd Roma Enzo Foschi, in una nota. “Questa condanna fa parte del nostro DNA e della nostra storia – aggiunge – Ma se si vuole provare a parlare di memoria condivisa dobbiamo partire tutti da un presupposto: la ferma condanna del fascismo, del regime e di ogni forma di neofascismo che è stata e è ancora oggi presente in Italia. Perché su una cosa non può e non potrà mai esserci condivisione: l’utilizzo di commemorazioni come quella per le vite spezzate ad Acca Larentia al fine di fare apologia. Per noi le adunate con le braccia tese non sono tollerabili e sono un insulto alla memoria di chi ha combattuto e vinto la battaglia per l’Italia libera e democratica. l’Italia che il regime fascista aveva condotto alla rovina” conclude Foschi. ” Fra una tanto propagandata ed inutile “zona rossa” e l’altra, ora il governo Meloni e il ministro Piantedosi permettono un altro tipo di zona: la “Zona Nera” fatta di neofascisti con la loro squallida ed inaccettabile simbologia, certi di essere impuniti. Una vergogna per il nostro Paese, un’onta per questo governo” afferma Nicola Fratoianni di Avs.

“Il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami che difende chi oggi si è riunito davanti la sede dell’ex MSI al Acca Larentia, urlando camerati attenti e poi presente con il braccio teso a rappresentare il simbolo del saluto fascista, sono la rappresentazione di cosa oggi è Fratelli d’Italia strettamente collegata con la comunità politica e storica del movimento neofascista italiano. La giusta commemorazione delle vittime in un periodo storico che ha visto troppi giovani morire sia a destra che a sinistra, non può trasformarsi in una glorificazione e celebrazione di simboli e gesti inneggianti al fascismo. La chiamata del presente e il saluto romano sono inammissibili per una democrazia che è nata dalla resistenza e dalla lotta antifascista” dice Angelo Bonelli co-portavoce di Europa Verde e Parlamentare di Avs. “Il paradosso è che è stato identificato un giovane che ha urlato viva la resistenza non chi ha inneggiato con simboli fascisti, Gridare viva la Resistenza e viva l’Italia antifascista, come accaduto il 7 dicembre del 2023 alla prima dell’Opera a Milano, non è consentito in Italia sotto il governo Meloni”.

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