di Enza Plotino
La notizia è succulenta per un governo, e suoi affiliati, che sfoggia tra le sue file corrotti, patteggiatori senza vergogna, nostalgici di un sistema autoritario e antidemocratico. Una donna, per di più politicamente preparata; per di più intenta a smontare pezzo dopo pezzo le scelte scellerate dei governi centrali che hanno fatto della Sardegna un territorio da spolpare e poi abbandonare a se stesso, in nome di un ripristino delle giuste condizioni democratiche di sviluppo; per di più intenta ad agire con fatti certi sui dossier più complessi e spinosi, potrebbe essere fermata per “alcune mancanze nei rendiconti delle spese elettorali”. Non pare vero.
La notizia è di quelle che fanno sperare di poter fermare l’azione deleteria della presidente Todde contro gli speculatori internazionali a caccia di spazi di manovra sull’isola, contro i politici indegni che hanno fatto della Sardegna un osso da spolpare, contro chi frena uno sviluppo socialmente compatibile e ambientalmente sostenibile per tutti i cittadini che vivono su questi territori. Non pare vero.
Fermare chi ha legiferato per bloccare l’arrembaggio energivoro che vorrebbe la Sardegna impegnata da 54 GW di elettrificazione da eolico e fotovoltaico (Terna) a fronte dei 6.2 GW (previsti dallo stesso governo centrale) entro il 2030, di fabbisogno elettrico regionale, chi sta provando a bocciare le politiche di governo che contrastano la libera scelta dei cittadini sardi di darsi le migliori possibilità di sviluppo e che la presidente Todde ha fatto sue con le ultime elezioni regionali. Questo sta avvenendo. C’è chi l’ha giurata, a questa donna temeraria! Chi sta perdendo terreno e tanti, tanti soldi, con le azioni politiche e programmatiche di una presidente e che, dopo la vittoria di Todde alle elezioni regionali, ha complottato per fermarla. Azioni indegne colluse ad una politica ormai marcia fin nelle sue fondamenta.
Ripristinare un sistema democratico e agevolare uno sviluppo sostenibile per tutti i cittadini e le cittadine sarde è dunque la strada giusta, anche se rischiosa, che la presidente Todde ha intrapreso con una visione che porta beneficio a tutta la comunità sarda. Non è una guerra! Se ne facciano una ragione tutti i complottisti d’accatto di qua e di là dal Tirreno.