L’agenzia anticorruzione della Corea del Sud ha dichiarato di aver ricevuto un nuovo mandato d’arresto da parte di un tribunale per il presidente Yoon Suk Yeol, attualmente sotto impeachment, dopo che il precedente tentativo era stato bloccato dal servizio di sicurezza presidenziale la scorsa settimana.

Dopo il caso della dichiarazione di legge marziale il 3 dicembre, considerata un tentato colpo di Stato, la settimana scorsa il tribunale del distretto occidentale di Seoul aveva inizialmente emesso un mandato di detenzione per Yoon e un mandato separato per perquisire la sua residenza. Yoon però ha sfidato le autorità e si è rifiutato di presentarsi davanti agli inquirenti per l’interrogatorio. Da qui il mandato di arresto.

Venerdì, decine di investigatori dell’Agenzia anticorruzione e agenti di polizia hanno tentato di arrestare Yoon, ma quando sono arrivati alla sua residenza a Seul hanno trovato fuori un cordone di manifestanti del partito conservatore e del servizio di sicurezza presidenziale durato più di cinque ore. Il braccio di ferro tra manifestanti e polizia, senza violenze, è durato oltre cinque ore, al termine delle quali la polizia si è ritirata.

Nel frattempo, nel Paese si svolgono regolarmente manifestazioni dell’opposizione del Partito democratico e di altre forze per chiedere l’arresto e le dimissioni del presidente. Ora le forze dell’ordine dovranno fare un secondo tentativo. I mandati di arresto delle autorità sudcoreane durano normalmente 10 giorni, ma dopo la scadenza del primo mandato per il presidente sotto impeachment è possibile che il mandato attuale venga esteso per più giorni.

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