L’effetto del calo dei costi energetici (rispetto ai picchi 2022/2023) si sta esaurendo e l’inflazione ha smesso di calare, anzi, ci sono piccoli segnali di una risalita. Nella zona euro, fa sapere Eurostat nella stima flash, si attesta al 2,4%, in aumento rispetto al 2,2% di novembre e in linea con le previsioni degli analisti. L’inflazione di fondo, che esclude tali componenti volatili, si è attestata al 2,7%.

Nei servizi l’incremento dei prezzi su base annua è stata del 4% (dal 3,9%) per lo più a causa dei salari. Per i prodotti alimentari del 2,7%), per l’energia dello 0,1%, un incremento modesto ma il primo dallo scorso luglio. Il dato per l’Italia, armonizzato per i criteri europei quindi leggermente diverso da quello nazionale, si attesta all’1,4%, in calo rispetto all’1,5%. Balzo in Germania, dove si passa dal 2,4 al 2,8% così come in Spagna. Si tratta di incrementi superiori alle attese. Più modesta la crescita del carovita in Francia, dove sale dall’1,7 all’1,8%.

Un report mensile della Banca centrale europea ha mostrato come l’inflazione percepita e quella attesa dalle famiglie europee sia tornata ad accelerare a novembre. Secondo il rapporto, il tasso d’inflazione mediano percepito nei 12 mesi passati a novembre è risalita al 3,4% dal 3,2% di ottobre. Quello atteso sui prossimi 12 mesi sale per il secondo mese consecutivo risale al 2,6% dal 2,5%. Le attese d’inflazione a tre anni tornano al 2,4%, livello dello scorso luglio, dal 2,1%.

Stando ai dati Istat non armonizzati, l’inflazione italiana è invece salita dello 0,1% su base mensile e dell’1,3% su base annua. Il ritmo di crescita su base annua dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, il cosiddetto carrello della spesa, si attenua (da +2,3% a +1,9%), mentre aumenta quello dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +1,6% a +1,8%). Nel 2024, commenta l’Istat, “Nel settore alimentare si assiste a un rapido ridimensionamento della dinamica dei prezzi (+2,3% da +9,8%) che tuttavia resta ben al di sopra del tasso di inflazione“.

Nell’intero 2024 i prezzi al consumo sono saliti dell’1%, in forte calo rispetto alla media del 2023 (+5,7%). Al netto degli energetici e degli alimentari freschi (l'”inflazione di fondo”), i prezzi al consumo crescono del 2% (+5,1% nell’anno precedente) e al netto dei soli energetici del 2,1% (+5,3% nel 2023). Lo stima l’Istat commentando che “La netta attenuazione dell’inflazione nell’anno appena concluso è per lo più imputabile alla marcata discesa dei prezzi dei beni energetici (-10,1% da +1,2% del 2023)”.

“A dicembre, il trascinamento dell’inflazione al 2025 è +0,3%”, stima l’Istat, spiegando che “il trascinamento non è altro che l’eredità, in termini di inflazione” che l’anno concluso lascia all’anno successivo.

“Una stangata. Tutti sono contenti del fatto che l’inflazione media nel 2024 è drasticamente calata, dal +5,7% del 2023 all’1% del 2024, come se il problema del caro vita fosse risolto. Purtroppo non è così! In termini di aumento del costo della vita, il rincaro del 2024 si aggiunge, infatti, a quello del 2023″, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori commentando i dati Istat. “Dopo i fortissimi aumenti registrati nel 2023, anche nel 2024 prosegue la corsa degli alimentari, con i prezzi al dettaglio del comparto che segnano un aumento medio annuo del +2,4%, confermando i tanti allarmi lanciati negli ultimi mesi da Assoutenti, sui quali chiederemo un approfondimento a Mister Prezzi”, dice il presidente Gabriele Melluso.

“L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori stima ricadute, per una famiglia media, pari a +409,50 euro annui. Stima su cui pesa la minaccia della nuova crescita dei costi energetici, con i beni regolamentati che segnano un’accelerata da +7,4% a +11,9% e quelli non regolamentati che attenuano sempre più il loro calo”. Lo si legge in un comunicato di Federconsumatori di commento ai dati dell’inflazione nel quale si stima per il 2025 “una stangata di +914,04 euro annui a famiglia”

“Il 2025 si apre con prospettive tutt’altro che rosee. L’aumento dei prezzi degli alimentari e dei servizi, come i trasporti e l’abitazione, suggeriscono che la pressione inflazionistica continuerà a farsi sentire. A ciò si aggiungono le nostre preoccupazioni legate all’aumento delle bollette e ai rincari generalizzati in molti settori”. Così Anna Rea, Presidente Adoc nazionale.

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