Una ondata di freddo sta per colpire l’Italia, con un drastico calo delle temperature che potrebbe arrivare a meno 8-10°C rispetto ai valori attuali. Tuttavia, prima che il gelo si impadronisca del Paese, ci sarà ancora qualche giorno di clima relativamente mite. Questo clima, come riporta Rai News, è dovuto a un profondo vortice ciclonico posizionato nei pressi del Regno Unito, il quale, nella prima metà della settimana, spingerà verso la Penisola Iberica e l’Italia correnti calde di Scirocco provenienti dal Nord Africa. Questi venti manterranno le temperature superiori alla media stagionale, specialmente al Sud e in parte del Centro.
Mentre l’Italia ha ancora qualche giorno di clima mite, gran parte dell’Europa è già al freddo. A Londra, una forte nevicata ha paralizzato la città, causando disagi nei trasporti e la cancellazione di voli negli aeroporti di Manchester e Liverpool. Il Met Office ha diramato allerte per neve e gelo, soprattutto nelle Midlands e in Galles. Anche la Francia non è stata risparmiata: Parigi e le regioni settentrionali hanno registrato un brusco calo delle temperature, con massime intorno ai 5°C e nevicate previste su gran parte del nord. In Germania, l’aeroporto di Francoforte ha dovuto cancellare oltre 120 voli a causa delle condizioni meteorologiche avverse, mentre Berlino è avvolta dal gelo. In Scandinavia, Oslo e altre città registrano significativi accumuli nevosi, e in Svezia le temperature sono precipitate sotto lo zero.
Oltre oceano, un gelo eccezionale ha colpito gli Stati Uniti. il Midwest e la costa orientale degli Stati Uniti sono sotto assedio da un’ondata di gelo polare. Questo fenomeno, alimentato dal vortice polare, sta portando nevicate record e temperature estreme, colpendo oltre 60 milioni di persone. Gli Stati di Kentucky, Virginia, Mississippi e Florida, meno abituati a tali condizioni, hanno dichiarato lo stato di emergenza.
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La Redazione
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - "Quando vediamo nelle serie tv distopiche società in cui poche persone controllano l’informazione e ci sono restrizioni dei diritti civili ci sembra tutto lontano. Invece quel mondo inimmaginabile e terrificante lo sta costruendo oggi Meloni accordandosi personalmente, senza nessuna gara pubblica, con un personaggio come Musk che insulta capi di governo e ingerisce nei processi democratici di altri Paesi, per la gestione della sicurezza delle comunicazioni e dei dati dei cittadini italiani. Meloni venga in aula a riferire su questa trattativa privata che, dopo aver svenduto asset industriali strategici a fondi di investimento, ora svende la sicurezza dell’Italia a un ultracapitalismo che non è sano". Lo ha dichiarato intervenendo in aula alla Camera il vicepresidente del Movimento 5 Stelle Riccardo Ricciardi.
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - "Grazie al Governo per l'impegno, la determinazione, il coraggio e il successo nel riportare a casa la nostra concittadina". Su Facebook, Roberto Vannacci, europarlamentare indipendente della Lega, plaude alla liberazione della giornalista italiana, detenuta a Teheran. "Quando invece delle parole, di cui è tronfia una certa sinistra, contano i fatti", sottolinea, aggiungendo una serie di hashtag, tra cui #ilmondoalcontrario #menefrego #Decima #italia.
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - Una cosa pare sia ormai certa: il Parlamento in seduta comune non sarà più convocato senza accordo chiuso sui nomi dei quattro giudici costituzionali che sostituiranno a Palazzo della Consulta l'ex presidente della Corte Silvana Sciarra, l'ex presidente Augusto Barbera e i suoi vice Franco Modugno e Giulio Prosperetti. La quadra fra le forze politiche potrebbe essere definita fra le capigruppo di oggi alle 15.30 a Palazzo Madama e quella di domani a Montecitorio e, in caso di intesa, la seduta comune delle Camere dovrebbe svolgersi martedì prossimo, 14 gennaio.
Il consenso al momento pare sia stato raggiunto su tre nomi della rosa 2+1+1 (due giudici alla maggioranza, un terzo all'opposizione ed un quarto 'tecnico/indipendente'): Francesco Saverio Marini, professore di Diritto pubblico all'università di Roma Tor Vergata nonché attuale consigliere giuridico di Palazzo Chigi considerato il 'padre' del premierato; il costituzionalista in area Pd Massimo Luciani, accademico dei Lincei nonché professore emerito di Diritto pubblico dell'università la Sapienza di Roma, da sempre strenuo paladino del "dovere di verità del giurista"; e come candidato tecnico/indipendente Valeria Mastroiacovo, segretario Centrale dell'Unione Giuristi Cattolici Italiani, Ugci, docente ordinario di Diritto tributario presso l’Università degli Studi di Foggia, donna vicina ai popolari che non ha mai ricoperto ruoli politici e che dal 2018 ha già un piede a Palazzo della Consulta da assistente di studio presso la Corte costituzionale di Luca Antonini (giudice in quota Lega).
Forza Italia invece pare non riuscire a fare un nome, ancora nessuna decisione: i papabili cosiddetti "in guerra" sarebbero Pierantonio Zanettin, avvocato e capogruppo del partito nella Commissione giustizia di Palazzo Madama, ed il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto. Quest'ultimo parrebbe più improbabile dato che in caso di elezione a Palazzo della Consulta, quindi di sue dimissioni dal collegio parlamentare di Andria con conseguenti elezioni suppletive, potrebbe mettere a rischio un seggio oggi in mano alla maggioranza se si candidasse il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, governatore in scadenza già al secondo mandato. Ma non è detta l'ultima parola: in 10 minuti potrebbe sempre risolversi il rebus. (di Roberta Lanzara)
Teheran, 8 gen. (Adnkronos) - "La notizia dell'arresto, dell'isolamento e del rilascio della giornalista italiana Cecilia Sala evidenzia ancora una volta la realtà che giornalisti, reporter e professionisti dei media in Iran sono costantemente sotto pressione e a rischio di arresto, reclusione e tortura". Così la premio Nobel per la pace iraniana, Narges Mohammadi, in carcere dal novembre 2021 e rilasciata temporaneamente a inizio dicembre per motivi medici, commenta all'Adnkronos la notizia della scarcerazione di Sala, attesa a breve in Italia. Mohammadi è stata rinchiusa per anni a Evin, la stessa prigione dove era tenuta la giornalista italiana.
"Ciò evidenzia come il regime religioso autoritario metta a repentaglio la libertà di espressione", aggiunge Mohammadi, raggiunta dall'Adnkronos tramite il marito, il giornalista e scrittore Taghi Rahmani. Quest'ultimo sostiene che l'arresto di cittadini stranieri sia "un metodo usato ripetutamente dal regime iraniano quando vogliono ottenere il rilascio dei loro prigionieri. È la loro forma di diplomazia".
Nel caso di Cecilia Sala, prosegue Rahmani, le autorità puntavano a "scambiare la giovane giornalista con il loro prigioniero in Italia, il signor Abedini. È così che funziona il loro sistema".
Rahmani definisce gli arresti come quello di Sala "una violazione della legge" dal momento che "tenere in ostaggio un cittadino straniero va contro il diritto internazionale dei diritti umani, eppure questo continua a verificarsi in Iran".
"Quando qualcuno viene arrestato, dovrebbe essere sottoposto a un giusto processo - conclude - Ma il regime iraniano ignora i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale".
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - "Ascoltiamo con preoccupazione le dichiarazioni del presidente eletto Trump che, oltre a mostrare nuove mappe degli Stati Uniti, dichiara che se Hamas non libererà tutti gli ostaggi a Gaza si scatenerà l'inferno. Ma l'inferno a Gaza c'è già, con stragi quotidiane di civili e di bambini, che muoiono ogni giorni anche per il freddo, la fame e le malattie. L'Italia ha il dovere morale di porre fine a questo inferno, anche riconoscendo lo Stato di Palestina che non è una soluzione ma è certamente un inizio". Lo ha dichiarato intervento in aula il deputato del Movimento 5 Stelle Arnaldo Lomuti.
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - "Rinnovo a nome del Partito democratico la richiesta avanzata da mesi che la presidente Meloni venga in aula a dirci esattamente quali sono i termini del negoziato che ha in corso con Elon Musk, di cui crediamo - salvo smentite - che ne abbia parlato anche in questi ultimi giorni. Quali sono i termini di un’interlocuzione confermata sempre di più da voci autorevoli, qual è il costo di questa operazione, quale interesse viene spartito tra l’uomo più ricco del mondo e il nostro Paese". Lo ha detto intervenendo in aula alla Camera la capogruppo del Pd, Chiara Braga.
"Non è sufficiente la smentita - che poi non è una smentita - letta nella velina di palazzo Chigi, quando da giorni sugli organi di stampa, una delle agenzie più accreditate, Bloomberg, e anche da parte di alcuni autorevoli esponenti di governo, come il vicepremier Salvini, vengono rilanciati riferimenti più o meno espliciti a questa contrattazione in corso, e dallo stesso Elon Musk, che usa la sua piattaforma per scambiarsi complimenti e civetterie proprio con Salvini - ha detto ancora la deputata dem -. Vogliamo sapere dalla presidente del Consiglio se è vero che sta impegnando il nostro Paese su una cifra rilevante, di un miliardo e mezzo di euro per questa fornitura, perché noi sappiamo che siete abituati agli sprechi, come gli 800 milioni per i centri di immigrati in Albania, centri completamente vuoti. È inaccettabile che una spesa di questo tipo possa solamente essere pensata senza i necessari passaggi di informazione e di condivisione con il Parlamento, di verifica dell’esistenza di un effettivo interesse nazionale, che non può essere discusso nelle segrete stanze dall’altra parte dell’oceano".
"È quanto più necessario che la presidente Meloni venga a riferire in Aula perché oggi prendiamo atto che c’è una spaccatura all’interno della maggioranza, con l’altro vicepremier di Forza Italia, Tajani, che frena sul progetto. Una spaccatura che mette a serio rischio la credibilità del nostro Paese. Lo ribadiamo ancora una volta: l’Italia non si svende e non lo consentiremo. Non vogliamo che il destino dell’Italia venga messo nelle mani di un privato che non è solo un uomo d’affari ma che ha chiari interessi politici nei confronti del nostro Paese", ha concluso Braga.
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - "Il caso dei lavoratori che alla Scala, al Piccolo Teatro, alla Fiera di Milano lavorano per 5-6 euro all’ora, sanzionato dalla Procura di Milano, dimostra, ancora una volta, che la magistratura è costretta a svolgere un ruolo di supplenza nei confronti di un legislatore indifferente al mancato rispetto dell’articolo 36 della Costituzione, che richiede che le retribuzioni siano proporzionali alla qualità e quantità del lavoro svolto, e sufficienti a garantire un’esistenza libera e dignitosa al lavoratore e alla sua famiglia. La mancata approvazione di un salario minimo legale obbliga il giudice a fare riferimento a parametri esterni, come la soglia di povertà o la Naspi, con il rischio di interpretazioni e applicazioni differenti". Così in una nota Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro nella segreteria nazionale del Partito democratico, e Arturo Scotto, capogruppo dem in commissione Lavoro alla Camera.
"Quanto dobbiamo aspettare ancora - aggiungono - perché anche il nostro Paese si doti di uno strumento legale di garanzia del salario dei lavoratori? Quanto dobbiamo aspettare ancora perché il ricorso ad appalti e subappalti cessi di essere una modalità per andare alla ricerca della compressione dei costi del lavoro creando sempre più diffuse moderne schiavitù? I termini di adozione della direttiva europea sul salario minimo sono scaduti, ma il governo e la maggioranza fanno orecchie da mercante". "Noi ci batteremo invece perché si apra al più presto nuovamente la discussione in Parlamento della legge di iniziativa popolare sul salario minimo che ha raccolto le firme e il consenso di tantissime persone", concludono Guerra e Scotto.
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