Moda e Stile

L’addio a Rosita Missoni: la bara arcobaleno con i disegni dei nipoti per l’ultima sfilata della “regina della maglieria”

La basilica di Sant'Ambrogio era gremita di parenti, amici, dipendenti dell'azienda e gente comune, accorsa per rendere l'ultimo saluto a una donna che ha scritto una pagina di storia della Moda italiana

di Ilaria Mauri
L’addio a Rosita Missoni: la bara arcobaleno con i disegni dei nipoti per l’ultima sfilata della “regina della maglieria”

Rosso, verde, giallo, azzurro. E poi cuori, nuvole, un prato verde e una sirenetta. Nessuna tinta scura, ma un’esplosione di colori, proprio come nelle sue creazioni. Così i nipoti hanno voluto decorare la bara di Rosita Missoni, l’iconica stilista scomparsa il 3 gennaio all’età di 93 anni, per un ultimo, affettuoso saluto.Rosita, la più radiosa mai esistita“, si legge sul feretro, arrivato alle 14:30 nella basilica di Sant’Ambrogio a Milano per i funerali, celebrati oggi, 7 gennaio. Un omaggio alla sua creatività, al suo spirito imprenditoriale e alla sua capacità di portare l’eccellenza del Made in Italy nel mondo.

Un’ultima sfilata di colori e ricordi
La bara, semplice e in legno chiaro, è stata appoggiata sull’iconico tessuto con motivo a zig-zag, simbolo del marchio Missoni, e decorata con disegni realizzati dai nipoti e pronipoti. Fiori di carta, rose e gigli, ornavano la sommità su cui i nipoti hanno lasciato le loro dediche: “Rosita, la più radiosa mai esistita“. “Buon viaggio, nonna”, “un gran bel pezzo di vita, zia“, si legge.

L’omelia e il ricordo dei nipoti: “La fortuna va cercata”
La basilica di Sant’Ambrogio era gremita di parenti, amici, dipendenti dell’azienda e gente comune, accorsa per rendere l’ultimo saluto a una donna che ha scritto una pagina di storia della Moda italiana: “Rosita, come una rosa, incantava per suoi colori. Proprio come i calori diffondeva calore, luce ed energia”, ha detto durante l’omelia monsignor Giulio Dellavite, paragonando la stilista a un fiore. “Una rosa e così Rosita: incanta per i suoi colori, colpisce per la delicatezza, riempie lo spazio di eleganza, consegna un messaggio d’amore, porta con dignità le sue spine, rende presente l’invisibile”. E ancora: “Buon paradiso Rosita“. La famiglia ha voluto che su ogni sedia ci fosse una rosa, proprio come simbolo di questa donna straordinaria. Al primo banco, i figli Luca e Angela (il primogenito Vittorio è scomparso nel 2013, pochi mesi dopo la morte del padre Ottavio) e i nipoti, uno dei quali ha condiviso un toccante ricordo: “Quando andavamo a cercare i quadrifogli nei prati io non li trovavo. Lei anche tre riusciva a vederne. Così le chiesi: nonna, come fai? La fortuna devi andartela a cercare nella vita, mi rispose”, “La sua visione ha cambiato il mondo”, ha aggiunto la figlia Angela.

Il mondo della Moda e le Istituzioni: l’omaggio a un’icona
Presenti anche numerose personalità del mondo della moda e delle istituzioni, tra cui il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, il sindaco di Gallarate Andrea Cassani, il vicepresidente del consiglio regionale Giacomo Cosentino, il presidente di Camera Moda Carlo Capasa e quello onorario Mario Boselli, e gli assessori del Comune di Milano Alessia Cappello e Tommaso Sacchi. Tra le corone di fiori, quelle dei colleghi Giorgio Armani, Renzo Rosso e Laura Biagiotti. “Oggi, nel giorno dell’ultimo saluto a Rosita Missoni, ci stringiamo con profonda commozione alla famiglia e rendiamo omaggio a una donna straordinaria che ha segnato la storia della moda e dell’eccellenza lombarda”, ha commentato Barbara Mazzali, Assessore al Turismo e Moda-Design di Regione Lombardia. “Rosita Missoni, non è stata solo una stilista visionaria, capace di trasformare la maglieria in arte e colore, ma anche un’autentica ambasciatrice del genio creativo e della tradizione del nostro territorio nel mondo”.

Da Golasecca al mondo: la storia di un successo
Nata nel 1931 a Golasecca (Varese) da una famiglia di imprenditori tessili, Rosita Jelmini incontra Ottavio Missoni alle Olimpiadi di Londra del 1948. Un incontro che segna l’inizio di un sodalizio sentimentale e professionale che durerà per tutta la vita. Nel 1953 il matrimonio, e nel 1958 la fondazione del marchio Missoni, con un piccolo laboratorio di maglieria a Gallarate. Da lì, un’ascesa inarrestabile: le prime vetrine alla Rinascente, le sfilate a Milano, Firenze e Parigi, fino alla consacrazione negli Stati Uniti grazie a Diana Vreeland, direttrice di Vogue Usa. L’inconfondibile pattern a zig-zag, le righe, i patchwork geometrici, il dégradé, le onde e i motivi fiammati, in una palette multicolor dalle nuance vibranti, diventano il lessico di uno stile di vita improntato a energia, vitalità e gioia di vivere. Nel 1997 il passaggio generazionale, con la direzione creativa affidata alla figlia Angela, mentre Rosita si dedica a Missoni Home.

L’eredità
Oggi il marchio Missoni è ancora controllato dalla famiglia fondatrice, che possiede il 58,8% delle azioni (il restante 41,2% è del fondo italiano Fsi). Un’eredità di colore, creatività e savoir-faire italiano che continua a vivere nelle collezioni del brand e nell’affetto di chi ha avuto la fortuna di conoscere Rosita Missoni, una donna che ha saputo trasformare la sua passione in un’icona del Made in Italy nel mondo. E come hanno scritto i dipendenti sull’albero con cuori di carta portato in chiesa: “Grazie, Rosita”.

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