Escludere i membri laici del Consiglio superiore della magistratura – avvocati e accademici scelti dal Parlamento – dall’elezione tramite sorteggio, che rimarrebbe così prevista solo per i membri togati, quelli scelti dai magistrati nelle proprie file. È l’obiettivo di due emendamenti che Forza Italia ha depositato al disegno di legge costituzionale sulla separazione delle carriere, in discussione in prima lettura nell’Aula della Camera. Le proposte di modifica portano le firme dei deputati Tommaso Calderone, Enrico Costa, Annarita Patriarca, Pietro Pittalis e Paolo Emilio Russo: si tratta degli unici emendamenti alla riforma della giustizia sottoscritti dalla maggioranza, se si escludono i due presentati in Commissione dalla Lega per sancire la superiorità del diritto nazionale rispetto a quello europeo, poi dichiarati inammissibili. L’esame del provvedimento riprenderà mercoledì 8 gennaio con l’esame delle pregiudiziali di costituzionalità, dopo la discussione generale conclusa il 9 dicembre: il voto sugli emendamenti arriverà probabilmente in una seduta successiva.
Ora i berlusconiani cercheranno di far convergere sulla proposta le altre forze di maggioranza: se non ci riuscissero, il destino più probabile è che venga ritirata. L’ipotesi però è in campo da diversi mesi e ha già ricevuto la “benedizione” pubblica del padre della riforma, il ministro della Giustizia Carlo Nordio: “Mentre i giudici devono essere indipendenti e autonomi, i parlamentari sono espressione della volontà popolare, quindi, se il Csm deve avere una minima rappresentanza popolare, l’ipotesi di escludere questa dal sorteggio è fondata”, aveva detto. In realtà nel ddl il sorteggio dei laici è già previsto quasi solo sulla carta: l’estrazione, infatti, dovrà avvenire nell’ambito di un elenco di professori e avvocati compilato dal Parlamento, di cui non è specificata la consistenza numerica. Di fatto quindi la politica – a differenza della magistratura – continuerà in ogni caso a scegliere in qualche modo i propri rappresentanti al Csm. Tutti gli altri emendamenti depositati in Aula arrivano dalle opposizioni: il Pd ne ha depositati settanta, il M5s oltre cinquanta, Alleanza Verdi e sinistra 52.
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La Redazione
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - "Rinnovo a nome del Partito democratico la richiesta avanzata da mesi che la presidente Meloni venga in aula a dirci esattamente quali sono i termini del negoziato che ha in corso con Elon Musk, di cui crediamo - salvo smentite - che ne abbia parlato anche in questi ultimi giorni. Quali sono i termini di un’interlocuzione confermata sempre di più da voci autorevoli, qual è il costo di questa operazione, quale interesse viene spartito tra l’uomo più ricco del mondo e il nostro Paese". Lo ha detto intervenendo in aula alla Camera la capogruppo del Pd, Chiara Braga.
"Non è sufficiente la smentita - che poi non è una smentita - letta nella velina di palazzo Chigi, quando da giorni sugli organi di stampa, una delle agenzie più accreditate, Bloomberg, e anche da parte di alcuni autorevoli esponenti di governo, come il vicepremier Salvini, vengono rilanciati riferimenti più o meno espliciti a questa contrattazione in corso, e dallo stesso Elon Musk, che usa la sua piattaforma per scambiarsi complimenti e civetterie proprio con Salvini - ha detto ancora la deputata dem -. Vogliamo sapere dalla presidente del Consiglio se è vero che sta impegnando il nostro Paese su una cifra rilevante, di un miliardo e mezzo di euro per questa fornitura, perché noi sappiamo che siete abituati agli sprechi, come gli 800 milioni per i centri di immigrati in Albania, centri completamente vuoti. È inaccettabile che una spesa di questo tipo possa solamente essere pensata senza i necessari passaggi di informazione e di condivisione con il Parlamento, di verifica dell’esistenza di un effettivo interesse nazionale, che non può essere discusso nelle segrete stanze dall’altra parte dell’oceano".
"È quanto più necessario che la presidente Meloni venga a riferire in Aula perché oggi prendiamo atto che c’è una spaccatura all’interno della maggioranza, con l’altro vicepremier di Forza Italia, Tajani, che frena sul progetto. Una spaccatura che mette a serio rischio la credibilità del nostro Paese. Lo ribadiamo ancora una volta: l’Italia non si svende e non lo consentiremo. Non vogliamo che il destino dell’Italia venga messo nelle mani di un privato che non è solo un uomo d’affari ma che ha chiari interessi politici nei confronti del nostro Paese", ha concluso Braga.
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - "Il caso dei lavoratori che alla Scala, al Piccolo Teatro, alla Fiera di Milano lavorano per 5-6 euro all’ora, sanzionato dalla Procura di Milano, dimostra, ancora una volta, che la magistratura è costretta a svolgere un ruolo di supplenza nei confronti di un legislatore indifferente al mancato rispetto dell’articolo 36 della Costituzione, che richiede che le retribuzioni siano proporzionali alla qualità e quantità del lavoro svolto, e sufficienti a garantire un’esistenza libera e dignitosa al lavoratore e alla sua famiglia. La mancata approvazione di un salario minimo legale obbliga il giudice a fare riferimento a parametri esterni, come la soglia di povertà o la Naspi, con il rischio di interpretazioni e applicazioni differenti". Così in una nota Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro nella segreteria nazionale del Partito democratico, e Arturo Scotto, capogruppo dem in commissione Lavoro alla Camera.
"Quanto dobbiamo aspettare ancora - aggiungono - perché anche il nostro Paese si doti di uno strumento legale di garanzia del salario dei lavoratori? Quanto dobbiamo aspettare ancora perché il ricorso ad appalti e subappalti cessi di essere una modalità per andare alla ricerca della compressione dei costi del lavoro creando sempre più diffuse moderne schiavitù? I termini di adozione della direttiva europea sul salario minimo sono scaduti, ma il governo e la maggioranza fanno orecchie da mercante". "Noi ci batteremo invece perché si apra al più presto nuovamente la discussione in Parlamento della legge di iniziativa popolare sul salario minimo che ha raccolto le firme e il consenso di tantissime persone", concludono Guerra e Scotto.
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - Con un sentiment positivo record del 95% gli italiani stanno salutando sui social la liberazione di Cecilia Sala, detenuta in Iran dal 19 dicembre. È quanto emerge da un instant report realizzato in esclusiva per Adnkronos da Vis Factor, società leader a livello nazionale nel posizionamento strategico, attraverso Human, la propria piattaforma di web e social listening sviluppata con algoritmo a base semantica italiana. L’emozione più ricorrente è la gioia (75%).
In particolare la notizia del rilascio, dopo settimane di angoscia e incertezze, è stata accolta come un grande successo diplomatico del governo italiano. Gli utenti sui social media esprimono un sentimento di gratitudine verso il governo, in particolare verso il presidente del Consiglio Giorgia Meloni per l'impegno dimostrato in questo caso difficile, ma anche verso il corpo diplomatico e il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Il ritorno di Cecilia Sala rappresenta un momento di gioia collettiva per un'Italia che si è unita a sostegno della liberazione della giornalista.
Nel 5% di sentiment negativo emergono alcuni segnali di polemica, con critiche sull'operato di una parte dell'opposizione, che si interroga sulle condizioni della liberazione.
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - Secondo quanto si apprende, il ministro della Giustizia Carlo Nordio si trova a Palazzo Chigi. Dopo la liberazione della giornalista Cecilia Sala, in volo verso l'Italia, il Guardasigilli starebbe valutando la situazione di Mohammad Abedini, l'ingegnere iraniano 38enne arrestato all'aeroporto di Malpensa lo scorso 16 dicembre dalla Digos.
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - "Cecilia Sala torna a casa, nell'Italia di Giorgia Meloni, dove nessuno è lasciato solo. In un tempo troppo lungo per la sua sofferenza, ma nel più breve possibile per gli sforzi del governo, si è risolta la prigionia di Sala in Iran. Il nostro Governo dimostra una statura e una credibilità senza precedenti. Mentre c'era chi cercava un protagonismo pure in relazione a questa vicenda, accusando il governo di essere incompetente, il Presidente del Consiglio e il suo esecutivo, con la diplomazia italiana, hanno lavorato nel silenzio e con successo: ne siamo orgogliosi. Ringrazio coloro i quali, dalla nostra diplomazia ai nostri servizi, hanno permesso questa liberazione e auguro a Cecilia Sala una liberazione vera dall'incubo che ha vissuto, riprendendo a fare il suo lavoro". Lo dichiara il vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera dei deputati, Augusta Montaruli.
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - “Come un’onda contro la violenza sulle donne”. Questo il titolo della campagna nazionale di Rai Radio1 e del Giornale Radio Rai che fa tappa il 16 gennaio, dalle 10 alle 13, nella sala G. Borsellino dell’Istituto Ferraris Pancaldo di Savona. Modera la giornata Elena Paba, inviata del Giornale Radio Rai e Rai radio1 coordinatrice della campagna nazionale itinerante “Come un’onda contro la violenza sulle donne”. Si terranno i saluti di Francesco Pionati, direttore Rai Radio1 e Grr e un messaggio scritto da Papa Francesco dedicato alla campagna.
Sul tema 'il lavoro sul territorio e il contrasto alla violenza' si confronteranno magistratura, forze dell'ordine e sanità: Fiorenza Giorgi, pm presso il Tribunale di Savona fino a giugno 2024, che si è occupata di numerosi casi di violenza contro le donne sul nostro territorio; Giuseppe Mariani, questore di Savona, capitano Walter Crescentini comandante della compagnia dei carabinieri di Albenga; Roberto Carrozzino, direttore del Servizio Dipendenze afferente al Dipartimento salute mentale e dipendenze dell’Asl 2 Savona, che ha redatto il protocollo d’Intesa con il Tribunale di Savona in merito alla legge 168/23 Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica. Si ascolteranno poi le 'testimonianze delle detenute', con Giovanna detenuta a piazza Lanza nel carcere di Catania, Lucia e Catia nel carcere di Secondigliano Napoli. Poi si affronteranno i temi del 'sommerso della violenza e il lavoro sul campo' con i centri antiviolenza e le domande dalla platea ai ragazzi e il linguaggio della violenza nei media/musica.
Infine 'Uno sguardo sul mondo - Andiamo in Afghanistan – Con Amnesty Andiamo in Afghanistan - La storia di Neelai Barek fuggita nel 2021, scappata grazie all’aiuto italiano".
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - "La presenza oggi alla Camera di Stephano e Matteo, vittime dell'agghiacciante aggressione omofoba a Roma la notte di Capodanno, porta con sé l'urgenza di una legge contro la violenza omolesbobitransfobica che vergognosamente non è stata approvata nella scorsa legislatura. La loro testimonianza fa riecheggiare quella vergogna, ma ci sprona affinché al termine di questo periodo buio con questo governo ci sia quel cambio di passo sui diritti di cui questo Paese ha bisogno come l'ossigeno". Così la deputata M5S Gilda Sportiello intervenendo alla conferenza 'La libertà accademica e l'attacco ai queer studies delle università italiane' alla Camera dei deputati.
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