Di Legambiente, Lipu e Wwf
Legambiente, LIPU e WWF Italia hanno notificato il ricorso al TAR Lazio contro il parere favorevole con prescrizioni sulla Valutazione d’Impatto Ambientale riguardante il Ponte sullo Stretto di Messina, nonostante il parere negativo della Valutazione di Incidenza. Nel ricorso si evidenzia l’illogicità del parere rilasciato dalla Commissione VIA che presenta importanti carenze di analisi: la valutazione d’incidenza negativa pregiudica il parere positivo rilasciato, mentre le analisi e gli approfondimenti richiesti – in particolare su mitigazioni e compensazione – si sarebbero dovuti presentare già con il progetto definitivo essendo irragionevole chiederli per il progetto esecutivo dopo l’affidamento per la realizzazione dell’opera. Peraltro, un unico progetto esecutivo, a cui fanno riferimento le prescrizioni, non ci sarà avendo il Parlamento approvato una norma che consente la cantierizzazione per stralci a cui corrisponderanno altrettanto progetti esecutivi che non consentiranno una visione d’insieme su applicazione, efficacia e ottemperanza delle prescrizioni.
Il Ponte sullo Stretto di Messina rimane un progetto dall’impatto ambientale gravissimo e irreversibile, non mitigabile né compensabile come ammette la stessa Commissione VIA. La Commissione fissa ben 62 prescrizioni e il quadro che emerge dalla loro lettura è che il progetto si sarebbe dovuto bocciare.
Piano procedurale. Sono mancate l’analisi dell’effetto cumulo e sinergico degli impatti (obbligatoria ai sensi della normativa sia comunitaria che italiana) e l’applicazione del principio di precauzione relativamente alle problematiche sismiche e strutturali (non sono stati effettuati i test preliminari sulle prove da fatica dei cavi che reggono il Ponte).
Cantierizzazione. Proprio le prescrizioni della Commissione VIA chiedono di compensare gravi mancanze quali: indagini geologiche, idrogeologiche, geotecniche, potenziale impatto del particolato sui corpi idrici, piano di mobilità/viabilità, esatta indicazione dei punti e delle modalità di approvvigionamento idrico, contenimento dei rumori e delle vibrazioni, simulazioni e mappature previsionali per il monossido di carbonio e il benzene, Piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo non ancora compiutamente definito, aggiornamento dei programmi di calcolo della dispersione degli inquinanti nei bassi strati dell’atmosfera.
Tutela della costa. Lo Studio sulla morfodinamica delle linee di riva nei versanti Calabria e Sicilia doveva già essere presentato ed è illogico prescriverne la presentazione a parere positivo rilasciato in particolare imponendosene una cadenza di circa due anni. È sempre la stessa Commissione VIA ad affermare che, nonostante l’utilizzo del sistema digitale utilizzato per l’analisi della costa, i dati presentati non sono sufficientemente precisi ed accurati:.
Approvvigionamento idrico. Il tema dell’approvvigionamento idrico per la gestione del cantiere è di enorme delicatezza. La Commissione dispone numerose prescrizioni che però sono inerenti ad elementi incerti che si sarebbero dovuti constatare e quindi verificare in sede di progetto definitivo.
Tutela delle acque. La Commissione VIA richiama la necessità di avere certezza rispetto ai corpi idrici recettori e all’interferenza possibile degli interventi su una serie di torrenti: tutte richieste alle quale si sarebbe dovuto rispondere prima di avere un parere favorevole. In relazione ai Laghi di Ganzirri e Faro la Commissione chiede di aggiornare la stima dell’interazione con le acque di mare, gli scambi di acqua superficiale nei laghi e nella falda anche in riferimento alle variazioni del livello del pelo libero dell’acqua nei laghi, nonché gli scambi tra i due laghi attraverso il canale Margi. Il proponente non è stato in grado di dimostrare la sostenibilità dell’impatto rispetto l’area.
Impatto sulla migrazione degli uccelli. La Commissione prescrive di aggiornare il piano monitoraggio della componente faunistica, sia di vertebrati che di invertebrati, e in particolare chiede che vengano fornite maggiori informazioni riguardo la migrazione degli uccelli, rispetto alla quale la stessa Commissione rileva un impatto elevato e irreversibile.
Impatto sul mare. La Commissione prescrive aggiornamenti di monitoraggi e analisi sulle comunità planctoniche e sui movimenti di pesci e cetacei per un anno intero ante operam. La Commissione chiede, inoltre, interventi di restauro ecologico attivo di Pinna nobilis, Posidonia oceanica e coralligeni assumendoli, evidentemente, come compensazione e mitigazione. Ma la definizione dell’intervento e delle aree dove questo si ritiene possibile è un elemento di valutazione del progetto definitivo e non può essere una disposizione per quello esecutivo.
Piano di monitoraggio ambientale. La Commissione, consapevole dell’impatto dell’opera, chiede l’aggiornamento per diversi habitat del Piano di monitoraggio ambientale di almeno un anno da eseguirsi ante operam, ma l’illogicità delle prescrizioni è evidente: dette analisi, proprio perché “ante operam” e relative al ciclo di vita di un intero anno, erano essenziali al fine della corretta valutazione del progetto definitivo che dunque è stato giudicato nella carenza di questi elementi. È evidente che gli studi prodotti non sono sufficienti, per cui non si comprende su quali basi la Commissione abbia potuto rilasciare parere favorevole.