Un violento terremoto ha colpito una remota regione dell’Himalaya in Tibet nella notte tra lunedì e martedì, al confine tra Cina e Nepal. L’istituto di riferimento statunitense, lo Us Geological Survey, aveva registrato inizialmente una magnitudo di 7.1, ma successivamente la Cina ha comunicato una magnitudo di 6.8. Le scosse di assestamento di sono avvertite anche nella vicina capitale del Nepal, Kathmandu e nello stato indiano settentrionale del Bihar. Senza provocare particolari danni alle persone e alle cose, secondo le autorità di entrambi i Paesi. Sono almeno 126 i morti nella regione delle montagne più alte del mondo (ma il bilancio resta provvisorio), e 188 i feriti.
L’epicentro del sisma, in una regione storicamente molto attiva, è stato a circa 75 chilometri a nord-est del Monte Everest, a cavallo del confine dove l’altitudine media è di circa 4200 metri sul livello del mare. Secondo le informazioni fornite dal China Earthquake Networks Centre, il sisma ha colpito alle 9:05 ora locali, le due di notte in Italia, con epicentro a Tingri, contea rurale cinese nota come porta settentrionale della regione dell’Everest, a una profondità di 10 km.
Webcam view of Earthquake this morning in Khumbu Region. pic.twitter.com/sqedHuhbFE
— Everest Today (@EverestToday) January 7, 2025
Intorno all’epicentro, nel raggio di 20 km, si trovano circa 27 villaggi di piccole dimensioni, con una popolazione totale di 6900 abitanti. L’agenzia di stampa cinese Xinhua ha riferito che sono coinvolte le municipalità di Changsuo, di Quluo e di Cuoguo nella contea di Dingri.
Nella regione sono state interrotte sia l’energia elettrica che l’acqua. Nella regione intorno all’epicentro sono interrotte energia e acqua. Le temperature nella contea di Tingri, vicino all’epicentro del terremoto, si aggirano intorno ai -8°C (17,6F) e scendono a -18°C di notte. La scossa ha investito anche la seconda città del Tibet, Shigatse, a 23 km dall’epicentro considerata una delle città sacre della regione e che ha 800 mila abitanti. La terra ha tremato anche nella capitale del Tibet Lhasa, a 380 km dall’epicentro, e nelle comunità del Nepal intorno a Lobuche, nella regione di Namche, la più vicina all’Everest.
Scenes of destruction and houses collapsed in Tingri, Tibet after today’s earthquake measuring 6.8 on the Richter scale.
According to media, 53 people have been killed and the number could rise.
Winter conditions exacerbate the struggle. ཨོཾ་མ་ཎི་པདྨེ་ཧཱུྃ pic.twitter.com/RLfGSkAQ8I
— Kyang Thang རྐྱང་ཐང་ (@Kyangs_Thang) January 7, 2025
Nelle tre ore successive sono state registrate circa 50 scosse di assestamento, la più forte delle quali con magnitudo 4.4. L’area panoramica del Monte Everest sul versante cinese è stata chiusa dopo il sisma. Secondo le autorità cinesi, almeno 1.500 vigili del fuoco e soccorritori sono stati dispiegati sul posto per la ricerca dei dispersi, tra cui anche 200 militari. Le case danneggiate sono almeno 1000, i video trasmessi dall’emittente statale di Pechino Cctv mostrano i soccorritori vestiti di arancione che si arrampicano sulle pile di detriti.
Il vice premier cinese Zhang Guoqing è stato inviato nella zona per guidare i lavori di soccorso. Il presidente cinese Xi Jinping ha fatto un appello a compiere tutti gli sforzi possibili per salvare le persone disperse e per riportare a casa le persone che hanno avuto le abitazioni danneggiate. In Nepal, le autorità statali hanno chiesto a quelle della zona montuosa vicino all’epicentro di cercare eventuali vittime o danni. Il Centro operativo nazionale per le emergenze di Kathmandu ha riferito che la popolazione del Nepal nord-orientale ha avvertito fortemente il terremoto, ma non sono stati segnalati immediatamente feriti o danni alle abitazioni.
Il leader spirituale del Tibet, il Dalai Lama, si à detto oggi “profondamente rattristato” per le vittime. “Offro le mie preghiere per coloro che hanno perso la vita ed estendo i miei auguri per una rapida guarigione a tutti coloro che sono rimasti feriti”, ha dichiarato il leader in esilio in un comunicato. E il cordoglio è arrivato anche dalla Unione Buddhista italiana: “L’Unione Buddhista Italiana – ha dichiarato il presidente Filippo Scianna, esprime il proprio dolore e vicinanza nei confronti delle vittime del violento terremoto che ha colpito una remota regione del Tibet a poca distanza dal confine con il Nepal. Il nostro pensiero e le nostre preghiere vanno verso la popolazione e tutte le famiglie che soffrono per questa devastante calamità e verso tutti coloro che, con compassione, si impegnano per portare soccorso, aiuti e solidarietà”.
Nella regione dell’Everest, dove si scontrano la placca indiana e la placca euroasiatica, i terremoti sono molto frequenti. Ma il sisma di lunedì notte è stato il più potente registrato in un raggio di 200 chilometri negli ultimi cinque anni.
Dal 1950 si contano 21 terremoti di magnitudo 6 o superiore nel blocco di Lhasa. Il più grande dei è stato il terremoto di magnitudo 6,9 a Mainling nel 2017. Nel 2015, circa 9mila persone sono morte e più di 22mila sono rimaste ferite in un terremoto di magnitudo 7,8 che ha colpito il Nepal, distruggendo più di mezzo milione di case.