Le similitudini indubbiamente trasmettono più di un’inquietudine. Di fatto, a cinque anni dalla pandemia del Covid, c’è un virus respiratorio che sta mettendo in crisi il sistema sanitario di alcune città cinesi. Si tratta del Metapneumovirus umano (Hmpv) che causa una malattia respiratoria con sintomi simili all’influenza e al raffreddore, ma che può portare anche a complicazioni come bronchiti e polmoniti.

Che cos’è il virus Hmpv
L’Hmpv è un virus respiratorio appartenente alla famiglia Paramyxoviridae, del genere Metapneumovirus e causa infezioni respiratorie acute nei bambini, negli anziani e nelle persone con un sistema immunitario compromesso. “È un virus già noto perché identificato per la prima volta nel 2001: da questo primo dato possiamo affermare che siamo di fronte a una situazione ben diversa rispetto al virus SARS-CoV-2, quello della pandemia del Covid – spiega al FattoQuotidiano.it il professor Roberto Cauda, docente di Malattie infettive dell’Università Cattolica e dell’Università Campus bio-medico -. Al di là quindi della temporalità e dell’area geografica che interessa questo virus, siamo in una situazione ben differente, perché si tratta di un ‘nemico’ già noto e non di una minaccia nuova”.

Come si trasmette
Questo virus si trasmette tramite goccioline respiratorie, ma anche attraverso il contatto con le superfici contaminate. I sintomi tipici sono febbre, tosse, difficoltà respiratorie e il respiro sibilante. “Al di là di alcune analogie con il Covid sulle modalità di trasmissione e il coinvolgimento dell’apparato respiratorio, questa malattia è di solito benigna tranne in alcune categorie di soggetti fragili per età e per patologie pre-esistenti – continua Cauda -. Concordo con quanti dicono che una delle lezioni più importanti che la pandemia del Covid ci ha insegnato è quella della condivisione delle conoscenze tra gli scienziati. All’inizio della pandemia del Covid arrivavano infatti notizie frammentarie e non sufficienti. Oggi invece abbiamo una maggiore consapevolezza di come occorra avere un approccio globale – internazionale e intercontinentale – nell’affrontare questo tipo di malattie. E anche se allo stato attuale le notizie di cui disponiamo non sono ancora complete, ritengo che lo saranno in tempi molto brevi”.

Un primo studio italiano
Su questo ultimo aspetto si sta muovendo in Italia Francesco Branda dell’università Campus Bio-Medico di Roma, insieme all’epidemiologo Massimo Ciccozzi e a Fabio Scarpa che hanno fatto il punto della situazione del virus Hmpv con il primo articolo italiano sul tema inviato per la pubblicazione a The Lancet Infectious diseases. “Il nostro gruppo di ricerca sta raccogliendo e rendendo disponibili alla comunità scientifica i dati dai report dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) sul Metapneumovirus e altri virus respiratori – scrivono i ricercatori -. Il nostro lavoro ha incluso la raccolta di dati riguardanti il numero di campioni, sequenze e rilevamenti di Metapneumovirus, disponibili a partire dalle stagioni influenzali 2022-2023, con numeri che mostrano un’incidenza crescente di casi in diverse settimane dell’anno”.

La cura
Attualmente non esiste un trattamento antivirale specifico per il Metapneumovirus. Tuttavia, il trattamento sintomatico è generalmente efficace nella maggior parte dei casi. “Se però dobbiamo parlare di pericoli più concreti farei riferimento piuttosto all’epidemia dell’aviaria di cui recentemente si è avuta notizia della prima vittima nell’uomo verificatasi negli Stati Uniti. In ogni caso, le misure da attuare per affrontare il Metapneumovirus umano, come l’aviaria o altre epidemie virali – conclude Cauda – è mettere a punto vaccini efficaci e monitorare attentamente la diffusione epidemiologica dei virus, degli eventuali contatti tra animali malati e l’uomo. E il rischio dello ‘spillover’, del salto di specie”.

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