E adesso (forse) cambia tutto. Il nuovo Milan riparte dalla vittoria di Supercoppa con delle nuove certezze e dei problemi che non vengono mascherati dal trofeo, ma semplicemente visti con un’ottica diversa. Nel giro di pochi giorni davvero si ha avuto la percezione di un clima differente attorno alla squadra: nessuna celebrazione apologetica nei confronti di Conceiçao, ma una constatazione che si ripercuoterà anche sul calciomercato dei rossoneri. Le cui strategie cominciano a dipanarsi solo adesso.
Nel giorno del suo insediamento, l’allenatore portoghese era stato molto chiaro: “Sono qui per vincere, non per farmi nuovi amici”, ha detto al gruppo, sottintendendo il fatto che si sarebbe ripartiti da zero. Il discorso ha smosso qualche coscienza o la vittoria del trofeo sarebbe stata poco probabile: Theo Hernandez e Leao, non a caso, sono stati protagonisti nella finale contro l’Inter. Loro, tra i più criticati, si sono resi decisivi: segno di un primo cambiamento che, appunto, porterà anche a delle nuove dinamiche di mercato. Perché Ibrahimovic prima della partita era stato chiaro: “Faremo qualcosa, c’è una strategia. Ma l’allenatore per ora non ha nemmeno avuto modo di valutare appieno la rosa”, aveva dichiarato. Ed è vero.
Resta però una certezza su tutte: la ricerca dell’attaccante. Su quella i rossoneri tirano dritto, Conceiçao o non Conceiçao. Cercavano una punta che potesse garantire gol prima, la cercano anche ora: Morata non ha quella vena realizzativa richiesta e Abraham, pure decisivo in Supercoppa, è comunque troppo poco costante. Un attaccante serve, ed è per questo che i primi sforzi si stanno concentrando su Rashford del Manchester United. Sembrava una cosa impossibile fino a poche settimane fa: ora è diventata una possibilità concreta, ma solo se gli inglesi contribuiranno a pagare parte del suo ingaggio.
L’attaccante – può fare da punta o da esterno, proprio come Leao – percepisce 14 milioni di euro netti, esattamente il doppio di quanto guadagna il numero 10 portoghese. Gli mancherebbero 7 milioni di euro in questa parte di campionato: il Milan vorrebbe dividere a metà, se non di meno e arrivare al prestito, facendo leva su un aspetto. Era già successo che l’anno scorso, infatti, lo United contribuisse a pagare due terzi dell’ingaggio di Sancho per favorire il suo prestito al Dormund: i rossoneri vorrebbero ottenere un trattamento simile. È curioso, peraltro, che sia proprio quello dei tedeschi l’altro club interessato all’attaccante, che con Amorim non vede davvero più spazio (nelle ultime cinque gare in Premier: 4 mancate convocazioni e una panchina). Il Milan comunque ci lavora, considerando quel ruolo la priorità sul mercato in entrata.
In uscita? Qualcosa, si scriveva prima, è cambiato. Okafor, per esempio, è entrato senza dubbio nella lista dei cedibli (piace al Lipsia, contatti in corso tra le parti), mentre un’eventuale partenza di Tomori è stata bloccata proprio dal nuovo allenatore. Sull’inglese era noto l’interesse della Juventus, disposta a spendere anche una cifra importante per acquistarlo a titolo definitivo e ricomporre la coppia scudetto con Kalulu: già prima della partita contro i bianconeri in Supercoppa, Conceiçao aveva bloccato ogni discorso. Oggi, vinto il torneo, ancora di più: non è escluso che la Juve ci riprovi, ma non è per niente probabile che il Milan accetti.
Tra festeggiamenti e sigari in bocca, la nuova linea dettata dall’allenatore è diventata chiara: con l’arrivo di un attaccante che possa garantire un cambio di modulo, per un passaggio magari al 4-4-2, i giochi potrebbero essere già fatti. Sempre continuando a puntare sul rilancio di Leao e Theo, i potenziali due acquisti di questa stagione: quelli su cui Fonseca (nemmeno troppo colpevolmente) non è riuscito a incidere come avrebbe sperato. Con tutte le conseguenze del caso.