Applausi al governo Meloni per il risultato. Cecilia Sala è stata riportata a casa. Il resto conta quel che conta. Questa storia, però, ci dice una cosa: l’impossibile è possibile.

Da mesi invochiamo un’altra impresa impossibile, adesso anche con una petizione sulla piattaforma IoScelgo.org, per portare in Italia la nostra collaboratrice Aya Ashour, invitata per ragioni accademiche dall’Università per stranieri di Siena: chiediamo “al Ministero degli Affari Esteri Italiani di intervenire facendo pressione sulla comunità internazionale per ristabilire il diritto allo studio anche per chi vive nella Striscia di Gaza: se le università italiane, nella loro autonomia protetta dalla Costituzione, invitano ufficialmente qualcuno, dovrebbe esserci un impegno istituzionale perché questi inviti possano concretizzarsi. Ci sono altri casi identici, in questo momento. E il fatto che non parliamo di cittadini italiani, ma di ospiti delle nostre università, non dovrebbe fare la differenza. Anche perché la differenza può essere tra la vita e la morte”.

Il nemico iraniano ha aperto le porte della cella della terribile prigione di Evin. E ha consentito alla giornalista Sala il ritorno in Italia. I “buoni” di Israele non hanno ancora riaperto il valico di Rafah, imprigionando nel terrore della Striscia di Gaza un milione e mezzo di persone. Non abbandoniamo Aya Ashour.

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